recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 141
Un ultimo inganno
Harlan Coben
Longanesi
Sì, il titolo è giusto: ci piglia per i fondelli!
L'ho comprato solo perché avevo letto che l'autore aveva venduto 80 milioni di copie dei suoi libri. Bene, non contribuirò più a far crescere il numero delle vendite: questo è il primo e l'ultimo!
Viene così furbescamente presentato nel risvolto di copertina: Maya Burkett è appena rientrata a casa dal funerale del marito, Joe, il grande amore della sua vita, brutalmente ucciso a Central Park pochi giorni prima. È in quel momento che la sua migliore amica le regala un portafoto digitale, un oggetto in apparenza tanto innocuo quanto inutile, che in realtà contiene una telecamera nascosta. Secondo Maya è una precauzione eccessiva. In fondo non ha motivo di dubitare della babysitter, Isabella, legatissima alla piccola Lily. O forse sì? Passano poche ore quando, mentre controlla la registrazione del giorno precedente, Maya vede la sua splendida bambina di due anni giocare tranquilla e sorride, subito rassicurata. Ma all'improvviso un uomo entra nell'inquadratura. Maya non fa nemmeno in tempo a rendersi conto..." E' fuorviante, fidatevi, ma non vado avanti per non commettere l'orrendo delitto di spoiler! Il romanzo è un susseguirsi snervante di colpi di scena e false piste che creano buchi nella trama: è peggio di una forma di Emmental!! Scritto in modo decente, limitandosi, poteva migliorare; invece no! Esagera, fino a condurci a un finale eccessivo che risulta imbrazzante.
Harlan Coben cerca porossisticamente di trovare spazio anche per un sottile dibattito sull’uso smodato delle armi fra i civili statunitensi, sui traumi psicologici degli ex militari dell’esercito. Ridicolo e falsamente moralismo, tutto è mal condensato e incoerente con la storia.
Incede, senza freni, verso un finale sempre più concitato. Ho
letto gli ultimi capitoli facendo una pausa fra l’uno e l’altro e
scoprendo che, per ognuno di loro, traevo supposizioni differenti che
l’autore smontava nel capitolo successivo: fastidioso!
Chiederei di meglio a un thriller (ma lo è davvero?), e un finale coerente, ma Coben, invece, regala un finale indegno, imperfetto, troppo spiazzante, che ben poco ha a che fare con la giustizia e la logica. Visto che lascia la tragedia come ultimo colpo c'è da chiedersi se non sia un melò.
In sintesi ho perso del mio tempo: assolutamete da evitare!
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