n. 4
Philip Marlowe
(figlio di Raymond Chandler)
Biografia essenziale
Nato a Santa Rosa, California, non riesce a
completare gli studi all’Università dell’Oregon, abbandonandola dopo due anni.
Si trasferisce a Los Angeles, dove trova lavoro prima come investigatore in una
compagnia di assicurazioni e poi come assistente del procuratore della contea,
questo gli consente di avere rapporti e ruggini con la polizia. Ne Il
grande sonno dovrebbe avere circa 33 anni.
Carattere e psicologia
Alto 185 cm, robusto (86 kg), di piacevole aspetto e
atletico. Elegante, tabagista dipendente (fuma Camel, a volte la pipa) e con l’alcol
(whiskey o brandy) non ci va piano. Gli piace il buon caffè e se lo fa da solo:
lo prende con la panna. Non è caro e non gli importa del denaro che spende. E’
interessato alle donne come qualsiasi scapolo: di occasioni ne perde poche. Al
tempo stesso tende alla misoginia: non si fa mettere di mezzo dalle donne
fatali, davanti alle quali tende a rizzare il pelo. Sa giocare a scacchi e
gioca spesso contro se stesso: un modo per riflettere. E’ molto duro,
sarcastico (battute spesso roventi: non tutti le capiscono) e anche ruvido, ma
onesto. Ha un modesto ufficio e non può permettersi una segretaria. Se qualcuno
lo volesse chiamare il numero di telefono è: GLenview 7537. Non se siete gelosi,
non avreste possibilità d’ingaggiarlo: rifiuta, nonostante siano più redditizi,
i casi di divorzio.
Abilità
Investigatore
solitario (un vero lone wolf abituato
a seguire le piste e a leccarsi le ferite), tenace e resistente. Segugio
instancabile, non abbandona mai la pista, si potrebbe anche definire
implacabile. Riflessivo, tendente alla filosofia. Non ama le pistole (“In questa città ci sono più pistole che
cervelli”), non vorrebbe utilizzare
armi di ordinanza, ma ne ha diverse, tra cui una Luger P08 Parabellum. Non gli
dispiacciono i cazzotti, spesso però ne prende tanti, allora gli piacciono meno.
Cerca, se può, di restituirli, senza interessi però, solo per ribadire un
concetto: “Un professionista non si
lascia mai trascinare dall’emozione!”. Mantiene rapporti contraddittori,
spesso tesi, con la polizia locale.
Metodo: abduttivo. Fine
psicologo e grande ascoltatore elabora ipotesi che poi verifica con l’azione.
Le sue irruzioni sulla scena del crimine, o nelle abitazioni degli indiziati
scombinano spesso le carte.
E' un personaggio che mi piace. E' stato molto imitato.
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