N.23
Domenico Arturi
(figlio di Sergio Calamandrei)
Biografia essenziale
Investigatore
privato ultracinquantenne. Fiorentino nell’essere e nel sangue: colesterolo
e trigliceridi imperversano, colpevoli
le “trippe” di strada, nel suo sistema circolatorio. Grande amante del
lampredotto, si muove agile nei bassifondi di Firenze: ha molte inqualificabili
e infrequentabili amicizie. E dire che per tanti anni ha fatto parte di una
squadra d’élite della questura di Firenze: il pool che si occupava di
reati al patrimonio artistico. Nel ‘69
la salvaguardia dei beni artistici nazionali passa ai Carabinieri, ma la
questura di Firenze mantiene attiva, per qualche anno ancora, una squadra per tenere d’occhio il mercato
nero dell’arte. Quando viene sciolta Arturi passa a altri incarichi, ma se c’è un’indagine sul
mondo dell’arte lo chiamano. Per mantenersi all’Università ha lavorato in un’importante
libreria antiquaria di Firenze: conosce come le sue tasche il mondo, e il
sottobosco, dei mercanti d’arte e di libri antichi della città.
Carattere e psicologia
Autoironico, sardonico, disincantato, inossidabile e
cinico, va spesso in giro con l’impermeabile, il cappello e la sigaretta tra le
labbra, come ha visto fare al cinema: una “signorina”
una volta, alle Cascine, gli ha detto che assomigliava a Robert Mitchum che fa
“Marlove”! Il motto della sua agenzia
è
“Lo
scopriremo solo vivendo”.
Indaga di solito su furti di libri antichi o di opere d’arte, ma non disdegna di occuparsi di infedeltà coniugali o di uccisioni di gatti. Insomma: “Con la crisi che c’è, basta che paghino!”.
Indaga di solito su furti di libri antichi o di opere d’arte, ma non disdegna di occuparsi di infedeltà coniugali o di uccisioni di gatti. Insomma: “Con la crisi che c’è, basta che paghino!”.
Abilità
“Ordine;
poi!”. Sembra ispirato da qualche sciatto commercialista o geometra faccendiere di basso profilo, ma non raccoglie
dati, informazioni e impressioni a caso.
Ne è consapevole: li "scopro solo
vivendo" (lo ha imparato da Lucio Battisti). E’ un tenace spalatore di
rena: ammassa i dati in mucchi, come i renaioli la rena cavata dall’Arno. Sa
aspettare che la rena s’asciughi, per vagliarla: i dati, dopo un po’,
s’asciugano e si possono analizzare. Si siede alla scrivania (fa tanto L.A.!),
con una sigaretta e il caffè (fa tanto Philip Marlowe!), prende
foglio bianco e pennarelli colorati
(fa tanto CSI Miami!) e inizia a tracciare uno schema che lo spinge “per forza” verso un’ipotesi: l’unica.
Metodo
Abduttivo
col “metodo
della logica per forza”: i vari elementi che emergono nel corso
dell’indagine devono per forza essere legati al delitto, dato che se non lo
fossero, non li avrebbe raccolti “vivendo” il caso.
Domenico ringrazia sentitamente.
RispondiEliminaQualunquemente, sentitamente!
RispondiEliminaRitratto apprezzato e citato in
RispondiEliminahttp://www.calamandrei.it/progetto-sesso-motore/sesso-motore-1/
Ma a Domenico, piacciono i "motori"?
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