Film
n. 35
Gilda (Gilda)
di Charles Vidor
con Rita
Hayworth, Glen
Ford, George MacReady
1945, Buenos
Aires: lo scaltro giocatore e baro Johnny Farrell (Ford) viene assunto da
Ballin Mundson, proprietario di una bisca di lusso, e diventa il suo braccio
destro. Al ritorno da un viaggio Ballin torna accompagnato dalla bellissima
Gilda, appena sposata. L'incontro tra Johnny e Gilda è piuttosto freddo; i due
sembrano conoscersi ma non lo danno a vedere.
L'irrequieta
Gilda sa di essere stata comprata dal marito ma non riesce a comportarsi
secondo le regole; spesso Johnny è incaricato di seguirla e ricondurla al
dovere. L'odio tra i due rivela un precedente rapporto d'amore deluso. Durante
la festa del carnevale un uomo viene assassinato nel locale. Ballin fugge
inseguito dalla polizia e mette in scena la sua morte: ha bisogno di sparire
per un po' di tempo …
Un mito, ma non
un capolavoro. E’ La Hayworth, con la sua bellezza folgorante, che ha mitizzato questo film discutibile.
Tra forzature
(lo scontro per il controllo di un improbabile monopolio del tungsteno) e
espedienti narrativi di maniera (le circostanze casuali in cui viene a comporsi
il triangolo affettivo alla base del plot), il film ripercorre, senza slanci creativi, molti dei
luoghi del noir, facendoli apparire come “luoghi comuni”. Per cominciare la
voce fuori campo (quella del personaggio interpretato da Ford) cui è affidato
il compito di introdurre lo spettatore alle situazioni della vicenda, quando ci
sono salti temporali. Come si può vedere altri film coevi del genere noir (Detour
ma soprattutto La fiamma del
peccato) mentre la voce narrante cerca una rappresentazione razionale e
oggettiva, ciò che lo spettatore vede e sente è un po’ diverso. I fatti e le immagini
delle scene entrano in conflitto con l'immagine veicolata dal narratore,
introducendo durante la visione del film elementi di spaesamento e precarietà.
Progressivamente, Johnny stesso rivela una personalità disturbata, con elementi
di misoginia, sadomasochismo, sospette pulsioni omosessuali.
Le circostanze e
le responsabilità del disastroso fallimento della precedente relazione tra
Gilda e Johnny restano avvolte nel mistero. Quest'ombra di un passato, ignoto
allo spettatore, che grava sulle psicologie e sui comportamenti dei personaggi
è un altro elemento ricorrente del noir. Ma se non è mai spiegato può apparire pretestuoso.
Anche l'ambientazione in paesi (allora) esotici o lontani (l'Argentina), “in
atmosfere equivoche o sensuali, dove l'eroe occidentale affonda nello
smarrimento e nella tentazione della perdita di sé”… ma Notorius e il Brasile sono
un’altra cosa! Fondamentale nella creazione di queste atmosfere è la bella
fotografia B&W, che tuttavia non ha il tocco di mistero dell’espressionismo.
Voto ***1/2/5
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