Film n. 88
Chinatown ( Chinatown )
di Roman polansky
con Jack Nicholson, Faye Dunaway, John Huston
Los Angeles 1937:
l'investigatore J.J. Gittes viene assoldato da una donna che si presenta come
la signora Mulwray. Deve investigare sulla presunta infedeltà del marito,
Hollis Mulwray, l'ingegnere che dirige il Dipartimento per l'acqua e l'energia
elettrica di Los Angeles. Gittes lo pedina, capisce che si sta opponendo alla
creazione di un nuovo bacino idrico, e scatta delle foto che lo ritraggono in
compagnia di una giovane donna: lei si sta prestando ad un rapporto sessuale
mercenario. Le foto vengono pubblicate in prima pagina sul giornale del giorno
successivo. Tornato nel suo ufficio, Gittes incontra una giovane donna che,
dopo avergli fatto dire che i due non si erano mai visti prima, lo informa che
lei è Evelyn Mulwray e che dovrà affrontare un processo.
E' stato
raggirato, è palese, Gittes cerca allora di capire chi voglia indebolire la posizione di Mulwray
ma, prima di poter parlare col marito, il Tenente Lou Escobar rinviene Mulwray,
affogato, in un bacino di acqua dolce. Sospettando un omicidio, Gittes inizia a
investigare e verifica che, malgrado il fatto che enormi quantità di acqua
vengano rilasciate tutte le notti dal bacino stesso, il letto è quasi
completamente asciutto. Addentratosi all'interno della recinzione, viene
fermato dal capo della sicurezza del Dipartimento Claude Mulvihill e da un suo
scagnozzo, che ferisce Gittes al naso con un coltello. Tornato in ufficio, Gittes
riceve una telefonata da Ida Sessions, che lui riconosce come la falsa signora
Mulwray: lei non vuole rivelare per timore l'identità di chi la guida, ma gli
fornisce un indizio: il nome di una persona nella lista dei defunti di un
quotidiano locale. ...
La storia va ancora
parecchio avanti, aggrovigliandosi fino alla tragedia finale che lascia molto
amaro in bocca a J.J. Gittes. Il film non mi ha mai convinto fino in fondo.
Splendida ricostruzione, direi barocca e anche maniacale della Los Angeles degli
anni '30, ma la trovo leziosa e di
maniera: come quando nei western i
protagonisti appaiono pettinati con la lacca! Recitazione perfetta, ma anche
troppo teatralizzata. Trama complessa, anzi così complicata che neanche il
"casinista" Raymond
Chandler ci sarebbe riuscito. E dire che si voleva rendere omaggio a Philip Marlowe!!!
La critica
invece osannò ed osanna ancor oggi il film. Quando la pellicola uscì fu considerato
un "neo noir", rivedendolo oggi mi sembra solo un bel neo
scuro. Peccato, il protagonista Jake è di tutto rilievo e Nicholson, che l'aveva capito, ci s'incaponì, tanto da fare il
seguito: The Two Jacks. La critica, quasi offesa, non gradì!
Voto ****/5
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