mercoledì 4 febbraio 2015

Lanterna gialla (88)




Film n. 88

Chinatown ( Chinatown )
di  Roman polansky
con  Jack Nicholson, Faye Dunaway, John Huston   




Los Angeles 1937: l'investigatore J.J. Gittes viene assoldato da una donna che si presenta come la signora Mulwray. Deve investigare sulla presunta infedeltà del marito, Hollis Mulwray, l'ingegnere che dirige il Dipartimento per l'acqua e l'energia elettrica di Los Angeles. Gittes lo pedina, capisce che si sta opponendo alla creazione di un nuovo bacino idrico, e scatta delle foto che lo ritraggono in compagnia di una giovane donna: lei si sta prestando ad un rapporto sessuale mercenario. Le foto vengono pubblicate in prima pagina sul giornale del giorno successivo. Tornato nel suo ufficio, Gittes incontra una giovane donna che, dopo avergli fatto dire che i due non si erano mai visti prima, lo informa che lei è Evelyn Mulwray e che dovrà affrontare un processo.


E' stato raggirato, è palese, Gittes cerca allora di capire chi voglia indebolire la posizione di Mulwray ma, prima di poter parlare col marito, il Tenente Lou Escobar rinviene Mulwray, affogato, in un bacino di acqua dolce. Sospettando un omicidio, Gittes inizia a investigare e verifica che, malgrado il fatto che enormi quantità di acqua vengano rilasciate tutte le notti dal bacino stesso, il letto è quasi completamente asciutto. Addentratosi all'interno della recinzione, viene fermato dal capo della sicurezza del Dipartimento Claude Mulvihill e da un suo scagnozzo, che ferisce Gittes al naso con un coltello. Tornato in ufficio, Gittes riceve una telefonata da Ida Sessions, che lui riconosce come la falsa signora Mulwray: lei non vuole rivelare per timore l'identità di chi la guida, ma gli fornisce un indizio: il nome di una persona nella lista dei defunti di un quotidiano locale. ...
La storia va ancora parecchio avanti, aggrovigliandosi fino alla tragedia finale che lascia molto amaro in bocca a J.J. Gittes. Il film non mi ha mai convinto fino in fondo. Splendida ricostruzione, direi barocca e anche maniacale della Los Angeles degli anni '30, ma la trovo leziosa e  di maniera: come quando nei western i protagonisti appaiono pettinati con la lacca! Recitazione perfetta, ma anche troppo teatralizzata. Trama complessa, anzi così complicata che neanche il "casinista" Raymond Chandler ci sarebbe riuscito. E dire che si voleva rendere omaggio a Philip Marlowe!!!
La critica invece osannò ed osanna ancor oggi il film. Quando la pellicola uscì fu considerato un "neo noir", rivedendolo oggi mi sembra solo un bel neo scuro. Peccato, il protagonista Jake è di tutto rilievo e  Nicholson, che l'aveva capito, ci s'incaponì, tanto da fare il seguito: The Two Jacks. La critica, quasi offesa, non gradì!

Voto ****/5

 

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