martedì 3 febbraio 2015

Detective story (14)


"Private Eye"
ovvero investigatori privati.
(14)
I postmoderni (parte II)


"Jake" J.J. Gittes   ( Chinatown -1974 - film)



Los Angeles 1937: metropoli in sviluppo caotico: traffico, inquinamento e malavita rendono la vita difficile a tanti. L'investigatore privato J.J. Gittes, probabile concorrente (e conoscente, ma non si dovevano garbare troppo) di Philip Marlowe sbarca il lunario, abbastanza bene a giudicare da come veste, con indagini e pedinamenti di mogli, mariti e figli della media borghesia della costa.  Lavoro di basso profilo, ma di  discreto reddito. I vestiti che indossa e l'auto lo testimoniano.




Con sua sorpresa, un giorno viene assunto da una donna che, data l'eleganza, sembra dell'alta borghesia.  Si presenta come la signora Mulwray: Jake deve investigare sulla presunta infedeltà del marito, Hollis Mulwray, l'ingegnere che dirige il Dipartimento per l'acqua e l'energia elettrica di Los Angeles. Gittes lo pedina, capisce che si sta opponendo alla creazione di un nuovo bacino idrico, e scatta delle foto disdicevoli che lo ritraggono in compagnia di una giovane donna. Le foto, non si sa come, vengono pubblicate in prima pagina sul giornale del giorno successivo. Poco dopo, nel suo ufficio, Gittes riceve la visita di una giovane donna, lei quasi a rimarcare un fatto importante gli fa  dire che loro due non si erano mai visti prima. Soddisfatta lo informa che è lei  Evelyn Mulwray e che dovrà affrontare un processo.
Gittes capisce d'esser stato  raggirato,  cerca allora di capire chi voglia indebolire la posizione di Mulwray ma, prima di poter parlare col marito, il Tenente Lou Escobar rinviene Mulwray, affogato, in un bacino di acqua dolce. Sospettando un omicidio, Gittes inizia a investigare ...



L'indagine oltre che diversa dalle solite beghe, è più dura e pericolosa (vedi il naso tagliato)  del previsto e l'esito non lo ripaga delle sofferenze. Jake continuerà però a svolgere con cinismo e dedizione il suo lavoro.
Qualche anno dopo, siano nel 1948, lo vediamo ancora a spalare fango. Ma un dì è  ancora invitato a dare la sua opera in un caso difficile. Da come l'accetta subito "al volo" fa capire che durante il periodo bellico le cose devono essere andate anche peggio del solito.  La figura appesantita dell’investigatore tradisce, non solo il trascorrere degli anni, ma anche il pessimo stile di vita che ha condotto.  Sia il fisico che il volto sono induriti e sofferti, ma lui è di acciaio inox dentro, il carattere e le abitudini sono sempre le stesse.
Scaltro, cinico, duro, ammanicato e, a suo modo,  idealista, Jack Gittes porta ancora avanti con i suoi associati,  attempati anche loro,  la stessa attività di sempre.
Segue mariti o mogli infedeli, scopre intrighetti provinciali, piccole corruzioni edilizie, si scontra con i poliziotti che un po’ lo ammirano ed un po’ lo disprezzano. A rompere questa noiosa routine è "il  cliente nuovo"  che nasconde più misteri di quanti ne dovrebbe avere un semplice “marito cornuto”. Questo Jake lo capisce subito, ma non se lo dice: il caso gli piace! Presto ogni cosa diverrà più complicata di quanto lui osasse sperare!




Vi ho raccontato questi due casi perchè sono emblematici della dura vita del detective privato in California. Non siamo a New York, dove Nero Wolfe fa soldi a palate, e l’atmosfera chandleriana non deve affascinare più che tanto. Non si campa bene con quel mestiere lì!  La città è cupa, la società ostile, i clienti ti odiano e fuori c'è il  deserto, un desolato ambiente dove nemmeno a pagarlo trovi un albero.   La brama di petrolio e quella di acqua sono i moventi di ogni intrigo e misfatto.



Il buon Gittes (ma è davvero così buono?) non ci fa surf su tutto quel liquame putrido, ma ci sa stare a galla. Le sue parcelle sono da sussistenza. Si accontenta perché un segugio di razza come lui non sa fare altro. 
 

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