domenica 8 marzo 2015

Mimose rosse di sangue


8 marzo
oggi sarebbe la FESTA delle donne,
 in tutti gli altri 364 giorni si continua a "fare la festa" alle donne!




"Chi cerca trova" dice il proverbio. Ho trovato questi i dati, riguardano gli ultimi 5 anni. Prendeteli "col beneficio dell'inventario", non credo ci sia da giurarci. A gran fatica sono riuscito a dedurli dal Web,  ma non sono né ufficiali, né sicuri e non per mia imperizia.


Non c'è da meravigliarsi allora se in Italia i delitti contro le donne continuano ad avvenire a ritmo costante. Tra l'altro è di ieri anche il "non" rinvio a giudizio di un marito che tutti pensano colpevole di aver fatto sparire la moglie. Si vede che la fatta sparire proprio bene. In un paese dove, eppure siamo nel 2014, non c'è una statistica ufficiale di questi delitti, forse c'è anche disinteresse e sciatteria nelle indagini.


ALLA RADICE DEL FEMMINICIDIO
Non è un fenomeno superficiale. Credo che in giro ci sia una cultura radicata nel profondo e negata in superficie. Una cultura che, mi spiace costatarlo, considera la donna un essere inferiore. Un marito infligge alla moglie 35 coltellate e il giudice scrive che non c'era malvagità! Quante dovevano essere, 77? Ma vi rendete conto che per accoltellare 35 volte una persona ci vuole tanta tanta cattiveria e spregio?  
La pubblicità è lo specchio in cui ci vediamo vogliosi di un benessere a noi alieno. Negli anni '50 e '60 la pubblicità, che mente sempre (sul prodotto), ma non mente mai (sulla società a cui invia il messaggio), mostrava a chiare lettere la cultura di spregio e disprezzo per le donne. Ora il sentimento è più strisciante e quindi più subdolo. Anche i messaggi sono diventati subliminali, e strisciando s'infilano come tanti alien nel corpo degli uomini.

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