venerdì 6 marzo 2015

Specchio, mio specchio! (1)



Due autori allo specchio:
Agatha e Raymond




Parte I
"Specchio, specchio delle mie trame, chi è il giallista più bravo del reame?". Se lo chiedeva Raymond Chandler e si dava anche la risposta "Io!". Ne frattempo in Francia lo avevano classificato autore  "noir"! Lui che pensava hard, hard boiled. 
Più se ne legge, e se ne scrive, più è difficile spiegare cos'è il noir. Oltretutto ci si mette di mezzo l'hard boiled, per non parlare del commissario Maigret!
Quasi ogni volta, però, invece di approfondire ci si mette a fare il confronto tra Philip Marlowe e Hercule Poirot. Il fatto è che tantissimi conoscono Assassinio sull'Orient Express e molti meno Addio mia amata. E' difficile allora fare confronti e paragoni.


Per fare un discorso articolato, ripartirò da Murder un the Orient-Express. Qualcuno obietterà: "Perché non da Dieci piccoli indiani?". Per il semplice fatto che Agatha Christie bara e Hercule Poirot no! Visto che non ci possiamo fidare di zia Agatha, occorre  la presenza di Poirot. Inoltre utilizzerò delle riflessioni (un po' acide, sarà per via della cirrosi epatica?) di Raymond Chandler sul "presuntuoso piccolo belga baffuto".


Ma poi, non s'illuda Raymond, arriveremo imparziali anche  a Addio mia amata passando svelti da Parigi, dove dal 1929 indagava Maigret, il discriminante, da venti anni, tra la scuola inglese e quella americana.


Il commissario Maigret cerca di capire chi e perché ha ucciso, non sempre cancella tutte le ombre, a volte persegue feroce una soluzione finale. Chandler sembra non considerarlo, credo invece lo ammirasse e lo invidiasse.
La scuola inglese racconta indagini su un mistero con luce e ordine finale, la scuola americana racconta un percorso fino alla soluzione finale. Alla Eichmann, diceva Oreste del Buono che di Philip Marlowe se ne intendeva. In effetti nell'hard boiled spesso e volentieri si arriva allo sterminio e distruzione o cancellazione fisica di parecchi personaggi grandi e anche piccoli. Non una soluzione di massa, ma una strage, sì!
Raymond Chandler è per me il miglior autore di questa categoria. Consapevole di valere qualcosa non ha avuto remore nel giudicare gli autori della scuola inglese, tra cui la Christie.


Nel suo saggio, celebre a posteriori (grazie a Oreste del Buono), La semplice arte del delitto (tenuto contro di quanto sono intricate le sue trame è paradossale!), afferma. "Immagino che il problema principale del giallo classico o logico-deduttivo (all'inglese, insomma) stia nel fatto che per raggiungere la perfezione avrebbe bisogno di un cocktail di qualità che non è facile trovare in solo autore. Quello che sa impostare costruzioni lucide e solide non è in grado di fornire personaggi vivaci e dialogo brillante: non ha senso del ritmo né profondità di osservazione. Il romanziere dotato di una logica ferrea ha tanto senso dell'atmosfera quanto una patata lessa! L'investigatore scienziato possiede sì un bel laboratorio tutto nuovo e scintillate; ma, ahimé, non riesco mai a ricordare che faccia abbia".
Impietoso sia verso Holmes, che verso Poirot. Ma non osa neppure avvicinarsi a Maigret! Continua così:
"Il tipo in grado di sfornare una prosa vivace e colorita rifiuta categoricamente di sottoporsi alla massacrante fatica di smontare gli alibi a prova di bomba. il maestro di rara sapienza vive, psicologicamente, all'epoca delle crinoline. Se sapete tutto quello che è bene sapere a proposito dell'arte ceramica e dei ricami egizi non sapete niente della polizia ..."
L'attacco è davvero pesante ed è chiaramente rivolto a Agatha Cristie e alla sua creatura Miss Marple. Per oggi credo che basti.


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