Sognando Moebius
Stanotte ho sognato che volavo in groppa di un grasso pterodattilo, agile però. Tra picchi e guglie di roccia con lo sfondo di stelle e pianeti, sembrava Cappadocia, ma vedevo anche la Terra, dov'ero allora?
I sogni finiscono
all'alba, e ho ricordato la penna di magica china del maestro.
"Ti saluto Maestro
di china, ultimo dei grandissimi!" Tu che hai mostrato mille dimensioni,
usavi il nome della striscia ad una sola faccia. Modestia, deliro d'infinita grandezza o grande
intuizione sulla vita di un artista? Credo tutte e tre: la striscia matematica rende a tre dimensioni un foglio di carta e lo fa infinito.
Ricordo il tuo Blueberry anche se (lo
confesso) mi piaceva di più Tex che aveva paesaggi più epici e
soprattutto linguaggio più scarno. Ma quando, sfogliando la rivista Métal hurlant, m'imbattei ne Il garage ermetico di Jerry Cornelius ne rimasi fulminato.
Volare su quelle specie di pterodattili
ingrassati con pasti archetipici e primordiali è emozione trascinante. I tuoi paesaggi ariosi ci spiegano
l'infinito e sono anche la spiegazione, ebbene sì, del mistero della striscia di
Moebius!
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