martedì 2 febbraio 2016

Sceneggiati in giallo (02)


Sceneggiati in giallo e nero  
Un morto al giorno ... ma che sia italiano!
Mini rassegna storica e critica della fiction seriale "italiana DOC"
(02)

Laura e il maresciallo (1965-68)
1965, già da un anno, il commissario Maigret parlava Bolognese, se non basso padano, come il sindaco Giuseppe Bottazzi. La Rai per mantenere alto l'interesse causato dallo straripante successo invernale, cercava alternative per il fine estate. Ci voleva roba leggera e soprattutto una donna: Laura Storm.


Lauretta Masiero ne era la protagonista, interpretava il ruolo di un'eclettica spiritosa giornalista-investigatrice dedita allo judo e al karate il cui vero nome era Laura Persichetti e che si muoveva indossando un elegante trench di colore bianco (avete presente Bogart?) ed eleganti scarpe con tacco a spillo: costituiva un'esplicita e ironica risposta alla figura del  celebre detective dell'allora giovane televisione italiana: il serioso tenente Sheridan.

Da notare che si verifica una salto di stile narrativo di tutto rilievo. Le indagini di Sheridan erano indagini pure, procedurali. Qui entra nel plot narrativo il lato sentimentale: il tormentato rapporto di Laura con il capo redattore-fidanzato (Aldo Giuffré, che si vedeva rinviare continuamente le nozze dalla fidanzata-investigatrice sempre alle prese con un nuovo caso).



Questo stile è diventato poi, prima con il maresciallo Rocca e poi con Don Matteo, ma soprattutto con  la  Baudino "la Prof che ci riprova", una costante delle fiction gialle di prima serata.
Nel cast figuravano anche Oreste Lionello nel ruolo di Michelino Colnaghi, fotografo e braccio destro di Laura Storm (figura ispirata dal fotografo Jimmy Olsen nei fumetti di Superman, allora Nembo kid!), e Stefano Sibaldi nel ruolo del commissario di polizia Ferretti.


La sceneggiatura, tipica del giallo fu firmata da Camillo Mastrocinque e Leo Chiosso con la collaborazione di Andrea Camilleri,   allora delegato RAI alla produzione! La era dello stesso Mastrocinque.
Da ricordare la tag line che serviva da presentazione della serie: « Sorrisi e judo le armi di Laura Storm, giornalista e detective in cerca di guai »
I telefilm di Laura Storm hanno costituito una delle migliori prove televisive di Lauretta Masiero, chiamata a impersonare, con sottile ironia, le vicende giallo-rosa di una giornalista mondana e pettegola, ma anche una ragazza coraggiosa capace di difendersi a suon di sberle.
I titoli delle puntate, molto leggere da fine estate, erano di maniera, in perfetto stile POP, si veda sopra quello della IV puntata.

Di altro spessore I racconti del maresciallo, diretti da Mario Soldati, regista, oltre che scrittore, di Piccolo mondo antico e di Policarpo ufficiale di scrittura, capolavoro sottovalutato.
Si trattava di storie poliziesche vissute da un personaggio di fantasia, il maresciallo dei Carabinieri Gigi Arnaudi, un investigatore molto umano le cui origini erano in Piemonte che viveva e lavorava in una località non precisata della Val Padana.
Nella struttura narrativa è amico dell'autore e a lui racconta di piccole storie di malaffare, con conseguenti indagini investigative, di cui è stato protagonista. Arnaudi è una sorta di anti-eroe che procede all'arresto di un malvivente proprio quando non può farne a meno, e comunque, per via della sua empatia, sempre a malincuore.

Le storie prendono avvio sempre allo stesso modo: Soldati e il suo ospite sono seduti a tavola in una trattoria (solitamente il Leon d'Oro o Le Tre Ganasce) o in un vagone ristorante ferroviario, dove però devono fare a meno del vino rosso troppo costoso.

Lo sceneggiato,  strutturato anticipando lo schema della miniserie tv, aveva, per motivi tecnici, un grosso  impiego di riprese in interni a cui Soldati, regista di film ariosi, si dovette piegare. Andò in onda fra il 12 gennaio e il 23 febbraio 1968 su RAI2.
Il ruolo principale del maresciallo Luigi "Gigi" Arnaudi era interpretato dall'attore Turi Ferro, coadiuvato dallo stesso autore Soldati nel ruolo di se stesso. Il personaggio del Maresciallo nell'originale letterario è piemontese (e il cognome è tipicamente piemontese), mentre nello sceneggiato televisivo è un siciliano (come Turi Ferro) che si trova da molto tempo al Nord.
Altri interpreti sono stati: Marina Lando (la signora Arnaudi, apparsa in due episodi), Giulio Maculani (il guardiacaccia Giulio, anch'egli presente in due episodi, Tuccio Musumeci (l'appuntato Bastiano, due episodi).
Nel 1984 fu realizzata una seconda serie, sempre su testi scritti da Mario Soldati (I nuovi racconti del maresciallo), per la regia di suo figlio Giovanni; il protagonista era interpretato da Arnoldo Foà.
Questa seconda serie non ebbe il successo della prima. Arnoldo Foà, pur bravo, sembrò un po' rigido. Giovanni Soldati non all'altezza. Ma la spiegazione vera credo sia nella prefazione fatta dallo stesso Soldati: "L'ambiente in cui Arnaudi rientra in azione è assai mutato in questi anni. Tira un'altra aria. Oggi, il maresciallo dei carabinieri non conduce più le indagini in bicicletta, ma accorre sul luogo dei delitti a sirene spiegate; si serve dell'alta tecnologia e del programmatore elettronico per le indagini come per la classificazione delle prove; interroga i tecnici del laboratorio più volentieri dei testimoni ...". In più c'è da dire che Soldati scrisse queste stori proprio perché fossero sceneggiate. Non c'è niente di peggio che scrivere per un medium anziché per un destinatario.

Siamo alle soglie degli anni '70. La tecnologia ha fatto enormi progressi, si parla di colore, ma fu la tecnica di registrazione magnetica a far fare il salto di qualità. Nel seguito ne vedremo delle belle, ma prima bisognerà far passare il ciclone "Tino", il suo Nero Wolfe lasciò il segno ma demotivò la produzione RAI ad utilizzare testi e ambientazioni italiane...

 

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