Città
italiane in noir
Un giro
turistico tra le città italiane
che hanno
accolto storie gialle o noir
(I)
Torino nera
ed esoterica
Partiamo da Londra
diretti a Torino, prima tappa del nostro tour. L'ex capitale d'Italia, lo fu per soli tre anni, è il punto di partenza per affrontare il noir italico. Il viaggio,
attraversata la Manica con un Ferry Boat, continuerà in auto, sarebbe disdicevole e di malagurio, negli anni '70,
arrivare a Torino in treno!
Il noleggiatore francese (innervosito perché abbiamo
rifiutato una Renault 8) ci ha messo a disposizione una Fiat 128, nuova e da
rodare.
Torino. Da lontano la sky line con la mole già ci inquieta, ci mette
a disagio. Arriviano in città che già il sole è tramontato, Mi chiedo dubbioso "A che
punto è la notte"?
Appena
arrivati in Piazza San Carlo impossibile parcheggiare, si capisce subito che (a parte un paio di Alfa
Giulia) siamo in casa Fiat! Ma, visto che siamo nel centro storico, non è
quella vera, quella del romanzo della "premiata" ditta
Fruttero&Lucentini.
Il libro.
In quegli anni la borghesia torinese, per paura
di Rocco e dei suoi fratelli (che pure erano a Milano!) s'era ritirata, anzi auto
segregata, in collina. Le anziane sorelle
Tabusso, ne sono l'ologramma. Rintanate con la domestica nella loro villa in
collina, sono assediate da un florido traffico di prostitute e clienti. Il
gallerista Vollero che, pur temendo di essere scoperto dai suoi clienti, si
rifornisce di cornici al Balon (il mercatino delle pulci) e
l'americanista Bonetto, intellettuale
immaturo, perso dietro improbabili, inutili (e probabilmente immaginarie)
schermaglie culturali con odiati colleghi
sono altri due un esempi. Per tale ricchezza di personaggi e per la
profondità dell'analisi psicologica il romanzo costituisce un vivido e sarcastico (l'arma del delitto è un fallo di pietra!) ritratto
della decadente società torinese di quegli anni. La dimostrazione che fuori
dalla Fiat non c'era potere.
Una delle ville dove
la storia si svolge.
Passati pochi anni,
la premiata ditta F&L ripropone
Torino come location per un noir. La
città mostra un volto più inquietante, meno borghese e più multinazionale. Pure
notturno e misterioso. sono maturi i tempi per Il pendolo di Foucault di U. Eco
che seguirà dieci anni dopo e sarà ambientato a Milano.
E' uscita la
Mirafiori, l'eleganza (in chiave Fiat, non chiedete troppo!) al posto della
sobria funzionalità della 128. L'azienda sta vivendo un suo momento di delirio,
delirio d'onnipotenza.
Simboli esoterici e
massonici fanno da cornice e da sfondo al criminoso patto d'affari tra un
sacerdote "deviato" ed un insospettabile funzionario della più
celebre industria torinese. E così sotto lo sguardo imperscrutabile del Grande
Boss anche la notte lascerà spazio ai primi bagliori dell'alba.
Ricordiamo che molte volte Torino fu considerata il vertice del satanismo europeo e del
culto massonico, per via del triangolo di energia nera che la accomuna a
Praga e Lione. Non solo per questo, la Torino sotterranea tra cunicoli, passaggi e rifugi ha
accolto e dato protezione a grandi nomi come Cagliostro e
Nostradamus. Ma nel romanzo non ci sono solo storie e simboli inquietanti, vestigia di un passato pieno
di misteri che allungano le ombre. Ci sono i fermenti anticonformisti di quel periodo, la ribellione
giovanile e il tentativo di rinnovamento del clero. Fenomeni sempre descritti
con piacevole ironia.
Trent'anni dopo
Torino torna come luogo del delitto. Ce la ripropone Luca Rinarelli. Fa solo da
sfondo alla vicenda, ma mi sembra che, per completezza, sia importante citarlo:
il delitto e il noir, a Torino sono di casa!
Nessun commento:
Posta un commento