Città
italiane in noir
Un giro
turistico tra le città italiane
che hanno
accolto storie gialle o noir
(IX)
Bari, città
borghese dall'animo mutevolmente nero
Continuando il nostro grand tour
letterario in noir, attraverseremo ora una città "pocoitaliana" (levantina e
di antiche origini greche) in perpetua rivoluzione culturale da ormai più di quattro
lustri, forse da sempre. Ligia al paradosso di Achille e la tartaruga, si muove,
o tenta di muoversi da ferma questa città perla di un profondo sud arcaico e
tinto di ruggine, alle prese con una modernità frettolosa, ma anche criminale.
Quando si percorre il lungomare che lambisce l'Adriatico (la sera
è molto scuro, quasi nero) si percepisce
un mare arrabbiato e inquieto, come un
adolescente del sud che in quel sud lì non vuole più restare. E' l'anima
inquieta, combattuta e noir della città che risciacqua le sue memorie.
Per Bari e la sua
bellezza ambigua vale la pena di spendere milioni di parole, chilometri di
parole, magari scritte in noir di china. C'è una generazione di giovani scrittori che cerca di
emergere. Sono ben capitanati (Capitan
Gianrico ducet!), nuovi e inquieti, cresciuti sull'Adriatico bagno dopo bagno
assaporando sale amaro, ma ancora stentano. Per forza, il loro capitano è più
oltre, ormai. Ha un altro passo e un'altra grinta. Ha subito capito l'anima
perversa di Bari; ha subito carpito, conoscendola e amandola già, la prepotente
forza narrativa, di palcoscenico letterario privilegiato, perché Bari è
letteratura a ogni angolo. In ogni ombra c'è una storia.
Parlo di Gianrico
Carofiglio. Un viaggio tra le sue pagine ci fa attraversare e conoscere la sua città,
sezionandola con l’occhio dei suoi personaggi e del suo ormai celebre avvocato
Guido Guerrieri. Certo Guido non è Duca Lamberti e la penna di Carofiglio,
ahimé, non è quella di Scerbanenco, ma i romanzi sono potabili, basta non
chiedere troppo.
Lui c'è cresciuto prima
degli altri, lo si sente, ha lo sguardo familiare ("imparato") di chi
attraversa le strade della città per infilarsi nei vicoli della vecchia Bari alla
ricerca di "erba", di un amore mercenario o semplicemente di un
ricordo. Ma spesso solo per trovare dei motivi (o ragioni giuste) per restare,
per non andare via da quel mare e da quei palazzi e da quel lungomare e dalle
luci dei suoi santi. E così scopriamo quanto Carofiglio, e insieme a lui altri giovani
scrittori contemporanei, stiano costruendo con scrupolo e passione quella
letteratura noir che parli delle ombre e delle luci di quel mare.
Torniamo all'avvocato Guerrieri, protagonista di vari noir di
Carofiglio. Testimone inconsapevole, Ad occhi chiusi, Ragionevoli dubbi ... Lo
scrittore barese è pure magistrato e anche politico. Dopo la parentesi del
fortunatissimo romanzo Il passato è una terra straniera, vincitore di
numerosi riconoscimenti letterari (tra cui il Premio Bancarella 2005), ha
ripreso la serie delle vicende investigative del personaggio che ha segnato la
sua conversione alla scrittura: Guido Guerrieri, un uomo comune, un eroe
"umano" pieno di dubbi e incertezze, un detective insolito che indaga
tra i segreti dei quartieri e dei vicoli di Bari, indugiando volentieri alla
malinconia e a una salutare e sottile autoironia.
Guerrieri, per un motivo o per l'altro vive sempre giorni difficili: con
Margherita, la sua compagna, con il lavoro, e a volte, ahimè, con il
congiuntivo, su cui il magistrato suo autore ha ancora qualche lacuna.
Nonostante questo sa condurre le sue indagini forensi e risolve in leggerezza.
Meno male che alla fine il poco che resta è soprattutto Bari. Sì, sono convinto
che la descrizione "sentita e vissuta" della città sia la parte
migliore dei romanzi del magistrato che, pur con successo, si è improvvisato
scrittore.
Carofiglio scrive e
spiega "L' età della adolescenza è
un tempo complicato ..." sì Bari è una città in cui l' educazione
degli adolescenti sembra avere un ostacolo in più, "ma è un ostacolo che rende il
suo possibile oltrepassare, un' impresa formativa, l'evoluzione possibile di
una città che affonda il suo presente e il passato in luoghi oscuri, ma che fa
più forti e robusti i suoi eroi". Ciò che non t'ammazza t'ingrassa! Non
è un pensiero di Nietzsche ed è anche disperatamente melanconico, aggiungo io.
Nicola Lagioia, che
poi tanto giovane non è, traccia una strada parallela. Coi congiuntivi sa
giostrarsi molto meglio, in modo rigoroso e ligio ai dettami dell'Accademia
della Crusca. L'hanno capito anche i giudici del premio Strega. La
ferocia, il suo primo romanzo noir, mostra una Bari ancor più oscura,
anzi nera. Mi sembra meno genuina di quella di Carofiglio, ma la prosa è di ben
altro livello.
In una calda notte
di primavera, una giovane donna cammina nel centro esatto della strada statale.
È nuda e coperta di sangue. (Un inizio alla Mike Spillane: Un bacio e una pistola).
A stagliarla nel buio, i fari di un camion sparati dritti su di lei. Quando,
poche ore dopo, la ritroveranno ai piedi di un autosilo, la sua identità verrà
finalmente alla luce: è Clara Salvemini, prima figlia della più influente
famiglia di palazzinari locali. Il seguito è un percorso agli inferi...
Dopo gli umori
melanconici di Carofiglio e l'asprezza cupa di Lagioia, torniamo, con La
circonferenza delle arance, alla luce di un sole radioso. Le visioni di
Gabriella Genisi sono di un noir luminoso, sarà per colpa di Lolì. Un commissario di polizia così a Bari non se
l'erano mai nemmeno immaginato: Lolita Lobosco, detta Lolì, 36 anni, occhi
sempre accesi, lunghi capelli corvini e una quinta di reggiseno, invadente e
avvolgente, che negli uomini evoca la pienezza dei frutti mediterranei.
Se avesse paura
delle maldicenze di colleghi e notabili, non avrebbe certo scelto di fare il
poliziotto. E invece ha deciso di seguire con spavalderia la propria vocazione:
combattere le prepotenze, riportare l'ordine nella vita degli altri, farsi
rispettare dai maschi senza rinunciare a nessuna delle vanità del proprio
sesso.
Se l'autrice avesse avuto paura del ridicolo la serie si
sarebbe fermata alle arance. E' passata
invece alle ciliegie e, si sa, una ciliegia tira l'altra. Pure con l'uva (noir
ovviamente) ha avuto successo. Come avrete capito si tratta di un personaggio
costruito a tavolino, dopo aver rivisto più volte in dvd Quo vadis Baby?, finto
(forse lo sono anche le sue "bocce" o arance?) e molto meno credibile
di Guarneri o dei tipi cupi descritti da Lagioia. Anche Bari è da cartolina, di
quelle colorate anni '50, il che è anche peggio!
Non voglio scoprire altri talenti potenziali. Per concludere ricordo (ma
solo per il titolo conforme al tema) Bari Noir di Roberto Recchimurzo. Il
suo detective Remur è una specie di Fred Buscaglione e Bari, dipinta di rosso e
nero una specie di periferia di Sin City. "Eri piccolo, piccolo e ... lo
resterai"! Da dimenticare. Ora muoviamoci che ci aspetta la Sicilia.
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