venerdì 23 marzo 2018

Fumetti in giallo (XXXIX)


Yellow balloons
Quando il fumetto si tinge di giallo
Trentanovesima parte









 

Il vecchio zio Boris


Nel 1938 accadono due eventi che stimolano la nascita di un nuovo detective di china. Il primo è che Charlie Chan (detective giallo per antonomasia) diventa, grazie alla penna geniale di Alfred Andriola, un fumetto di alta qualità e di grandissimo successo. Il secondo è il debutto al cinema del personaggio del Dr. Wong (anche lui giallo) interpretato da Boris Karloff.
 


Nel 1939 la casa editrice USA  Dell Comics era  una casa editrice di fumetti attiva dal 1929 come etichetta fumettistica della Della Publishing (della quale cominciò a pubblicare le riviste "dime"). Al suo apice, fu la più importante e prosperosa azienda del settore.  La sua prima serie era stata The Funnies, che fu il primo fumetto a presentare materiale originale (non derivato dalle strisce dei quotidiani). In quell'anno Dell Comics pubblicava con larga tiratura e con successo una rivista di fumetti: Popular Comics. In copertina risate grasse e alla buona per attirare le anime semplici. All'interno però si trovavano storie originali di ottima qualità.





Tra queste Mr. Wong detective. Gialli tendenti al noir, risolti da un cinese naturalizzato americano e con il volto di Boris Karloff!



Mr. Wong detective (La morte invisibile in Italia) è il titolo del primo film di Boris Karloff, il migliore a mio giudizio, non vi racconto niente perché la trama gialla è molto originale: va rispettata in silenzio!


Il film successivo The Mystery of Mr. Wong (in Italia usci col titolo Vendetta), secondo film interpretato da Boris Karloff, ispira la storia che ha come tavola iniziale quella riportata sopra. Questa volta merita fare un accenno alla trama, per capire di che panni si vestiva Mr. Wong.
Un ricco collezionista d'arte s'accosta col suo motoscafo a un transatlantico ancorato nella baia di San Francisco. Da un oblò viene gettoto in mare un pacchetto galleggiante, lui lo ripesca con un retino... si viene subito a sapere (a dire il vero è scritto nell'occhiello del titolo!) che si tratta della gemma cinese più preziosa del mondo: L'occhio della figlia della luna. Chi ne entra in possesso è a rischio di morte violenta.

Mr. Wong, armato non solo di revolver, ma anche del suo ombrello, di un cappello di feltro sgraziato (eppure il Borsalino Alan Lad lo usava!) e di una gardenia bianca all'occhiello risolverà il mistero.



Si noti l'assonanaza tra "Mister" e "mistero"! Fu notata anche dagli editori che cambiarono il titolo della serie. Siamo sempre nella storia del gioiello maledetto, chi ha visto il film si accorgerà che le scene sono riprese tali e quali dalla pellicola, e anche le facce.



Diciamo qualcosa sulle tavole. L'autore è  Tom Hickey di cui sappiamo veramente poco: scrittore, artista, iniziò a lavorare per la National Allied Periodicals a metà degli anni '30, passò alla Dell e negli anni '50 all'American Comics Group e altri. 
Per limiti tecnici dell'epoca sono in quadricromia. Mancano spesso gli sfondi, che invece la Disney usava con maestria. Questo fa risparmiare tempo e denaro. Le figure risultano rigide, impacciate.

Invece di suggerire dinamica e movimento (eppure i futuristi erano moto noti e sulla cresta dell'onda... in movimento!). Nonostante questo è quanto di meglio si poteva trovare nell'editoria comics dell'epoca.

 (XXXIX - segue) 

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