martedì 30 ottobre 2018

Tedeschi a Hollywood (I)


Berlino-Hollywood solo andata
ovvero
La grande fuga 
I maestri, grandi registi,  tedeschi emigrati in USA
Chi aspetta quel signore col cappello seduto infreddolito sulla banchina? Probabilmente un amico fuggito da Berlino per mettersi in salvo dai nazisti. Un amico da portare Hollywood!
(Parte I)


Alla fine degli anni '20 il cinema tedesco era, per recitazione, tecnica fotografica e qualità di direzione, all'apice delle sue capacità espressive. L'emorragia dei gradi registi esuli in America, insieme a molti attori e tecnici, lo ridusse a cinema di propaganda.

Hitler o Goebbels (Ammaestrati da Mussolini: "La cinematografia è l'arma più forte") se ne interessarono subito, ma nel 1934 già molti cineasti, perlopiù ebrei, se n'erano fuggiti a Hollywood...

Restava Leni Riefenstahl che a Norimberga avrebbe girato scene terribili.

Alcune di terrificante potenza e esplicita minaccia (girate a Norimberga) ...


... anni dopo ispirarono la serie di Star Wars;

ma è da ricordare anche Olimpia: il reportage di Berlino 1936. 


Celebrando il mito di Olimpia, crea il mito del Nazismo!

Ma era arte zoppa e qualcuno lo sapeva. Durante la guerra, con fanatico impegno e pari voracità, i Nazisti cercarono d'impossessarsi di tutte le opere d'arte possibili: soprattutto sculture e dipinti.
Ben ce lo racconta il film Monuments Men.
Forse (ma è solo una mia idea) si rendevano conto che avevano già perso l'arte cinematografica, che fino al '35 era loro. Consapevolmente, con animo criminale, cercavano di rimediare. 

Nel decennio a cavallo del 1930 quasi tutti i cineasti tedeschi avevano (non badando a spese) acquistato un biglietto di sola andata Berlino-Hollywood. 
Tra i viaggiatori, che varcarono l'oceano a partire dai primi anni venti fino all'ascesa l'ascesa al potere del nazismo, molti nomi celebri. Cito i registi:
Ernst Lubitsch (in copertina)  (Berlino 1892 - Los Angeles 1947). Regista, attore, sceneggiatore e produttore. Noto per aver contribuito, anche in virtù del suo caratteristico tocco (Lubitsch Touch), a segnare un'epoca per il cinema statunitense; è stato tra i primi registi ad avere l'onore di vedere il suo nome posizionato prima del titolo sui manifesti e negli elenchi del cast. E' universalmente accreditato come l'inventore della commedia brillante e "sofisticata". Capolavori come Mancia competente e Scrivimi fermo posta hanno indicato la strada a ltri autori e anche Billy Wilder (quando affronta la commedia, pensa a lui).

F. Wilhelm Murnau, (1888 - 1931) regista e sceneggiatore tedesco, il  vero nome era Friedrich Wilhelm Plumpe, noto talvolta con lo pseudonimo di Murglie. Fu tra i massimi esponenti dell' Espressionismo tedesco.   Dei suoi film solo pochi sono stati conservati e sono oggi reperibili; buona parte sono andati perduti, ma le pellicole sopravvissute sono ora considerate da critici e studiosi come dei capolavori assoluti. Nosferatu il vampiro (1922) è considerato un punto di riferimento dell'horror, ma anche del realismo fantastico generato dal romanticismo tedesco.
Robert Wiene, (1873 - 1938) nacque a Breslavia,  figlio di Carl Wiene, un noto e popolare attore teatrale. Robert all'inizio frequentò i corsi di legge all'Università di Berlino. Nel 1908, entrò anche lui nel mondo dello spettacolo con piccole parti in teatro. La sua prima attività nel mondo del cinema avvenne nel 1912 con un suo soggetto cinematografico, Die Waffen der Jugend. Fu però Il cabinetto del dottor Caligari a segnare l'epoca. Onirico, fantastico, inquietante, immaginifico, evocativo e cento altri aggettivi attribuiti al film. Sul "doppio" e il "perturbante" neppure Freud era avvivato a tanto.
Billy Wylder
Fritz  Lang,
Otto Preminger,
Robert Siodmak, li tengo in serbo per le prossime puntate! 

Fred Zinnemann  ne ho parlato a proposito di Mezzogiono di Fuoco, basta questo a farne un grande.

Josef von Sternberg, nato Jonas Sternberg (Vienna 1894 - Hollywood 1969) è stato regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, montatore, direttore della fotografia e scenografo.  
Come si vede, un cineasta completo, coprendo nei suoi film anche diversi ruoli. Fu  colui che (gli dobbiamo un grazie profondo) scoprì e plasmò Marlene Dietrich. L'angelo azzurro (1930) suo secondo film sonoro, fu l'occasione. Dei due protagonisti, uno era un grande attore affermato, Emil Jannings,  l'altra, un'attrice quasi sconosciuta, la Dietrich, appunto. Il film ebbe un successo straordinario in tutto il mondo. 

Max Ophüls (Saarbrucken 1902 - Amburgo 1957). Regista,  diresse film in Austria, Germania Italia, Francia, Olanda e USA. La sua opera ruota soprattutto attorno alla sua patria d'elezione, la Vienna decadente post-asburgica.
Ophüls è considerato il maestro insuperato del genere melò.  I suoi film sono miracolosi cocktail di eleganza e intensità, sublimati da un aristocratico, impeccabile senso della composizione.
Il suo stile cinematografico è contraddistinto da elaborati e raffinatissimi movimenti di camera, che conferiscono ai suoi film un andamento musicale, con un uso complesso della gru e carrellate  spesso circolari. La sua tecnica destinata ad essere più largamente imitata è quella di muovere la camera circolarmente intorno a un soggetto statico. Stanley Kubrick lo riteneva il suo regista preferito, nonché perpetua fonte d'ispirazione.


Questi maestri, lasciando la Germania, non viaggiarono soli (si fa per dire!), li accompagnavano Marlen Dietrich, Karl Freund, John Alton e tanti altri attori, fotografi e sceneggiatori eccelsi. E poi ancora, uscendo fuori dall'ambito cinematografico, Adorno, Brecht, Piscator, Reinhardt e centinaia di altri intellettuali. Nel frattempo Sigmund Freud, troppo malato per andare in America, si era fermato a Londra.
Non ho intenzione di affrontare l'intero argomento, qui mi limiterò (con una sola eccezione) a parlare dei registi che sono direttori di importanti film noir. Di questo cinema   tratto nel blog, ma non bisogna dimenticare che il mondo del cinema è fatto di emulazioni e contaminazioni: anche gli altri hanno avuto rilevanza.  
Per l'arte cinematografica il decennio a cavallo del 1940 costituì una sorta di atto fondante, seppure forse inconsapevole, di una nuova estetica del cinema. Il matrimonio tra la creatività d'avanguardi, con la tecnologi più avanzata. Il passaggio dallo spirito d'avanguardia dell'espressionismo a quello di elevata qualità tecnica (industriale e commerciale) del cinema USA. Innovazioni formali, cambiamenti linguistici, temi realistici o fantastici, stili ardimentosi, mutazioni sceniche, che hanno plasmato il cinema americano, fino a modificarne in profondità l'assetto e l'immagine, partono tutti da quegli anni. 
Non solo per merito dei transfughi tedeschi. Ci sono anche due inglesi che si schierarono contro Hitler.   


Prima Chaplin (Il Grande dittatore) che aveva rivoluzionato in una maniera altrettanto forte il cinema. 


Poi   Hitchcock cito Notorius, ma aveva già affrntato il tema del nazismo) che conquistò (o ne fu  conquistato) Hollywood. In pratica, negli anni '20 alla spicciolata e nei '30 in massa, un pezzo, vasto e consapevole, della vecchia Europa, per voglia o per forza, si rifugiò tra le braccia accoglienti della più potente industria culturale del novecento e creò molti prototipi che, a tutt'oggi, imprimono una sorta di "copyright" al cinema americano, quello di consumo che si mixa, senza sbavature o eccessi, a quello d'autore.
Nella prossima puntata gli altri registi "noir doc" su cui, per ora, ho sorvolato.

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