sabato 27 aprile 2019

Lanterna gialla (116)



  Recensioni di film di genere


Film n.114
Napoli velata   (- - ) -  2014
di  Ferzan Ozpetek   
con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Anna Bonaiuto



Barbecue alla turca o pasticcio alla napoletana?

Chiunque abbia un minimo di pratica di barbecue sa che "non si deve mettere troppa carne al fuoco"! Si brucia o si lascia cruda... Si vede che il vegetariano (o vegano?) Ozpetek non lo sapeva e confeziona un melò giallo thriller e anche un po' noir con un sovrabbondanza di ingredienti da rimanere indigesto.
Un po' di trama.
Si inizia con una tradizione napoletana. Il  "parto dei femminielli": durante questa sacra rappresentazione ridondante di simboli Adriana, medico legale, viene sedotta dal giovane Andrea. I due consumano una torrida (e troppo indugiata dal regista) notte d'amore: il guaglione le dà appuntamento al giorno dopo facendole capire che vorrebbe frequentarla. Tuttavia Andrea non si presenta all'incontro, lasciando Adriana molto delusa. Il giorno successivo, esaminando il cadavere di un ragazzo trovato ucciso e brutalmente privato dei bulbi oculari, Adriana vi riconosce proprio Andrea.


La donna è sconvolta dall'accaduto, anche perché scopre che il giovane le aveva scattato numerose fotografie mentre dormiva totalmente nuda dopo il rapporto sessuale; cerca così di indagare sul suo omicidio, aiutata dal fedele amico Pasquale e osteggiata dalla zia Adele. Ben presto si rende conto che qualcuno le sta alle calcagna, probabilmente perché Andrea ha nascosto qualcosa in casa sua durante la notte che hanno passato insieme. Al funerale di Andrea, incontra le ambigue Ludovica e Valeria, una coppia di antiquarie che sembrano volerla dissuadere dal proposito di scavare troppo in profondità nel caso. Nel frattempo, Adriana inizia a percepire la presenza di una persona identica ad Andrea; convinta che si tratti di un fantasma, su consiglio della fidata amica Catena arriva a consultare Donna Assunta, una fattucchiera che le dà un oscuro responso... 
Qui mi fermo per carità di patria, tanto avrete già capito che, scena dopo scena, arrivano camionate di simboli in cerca di significato. Come esempio questo poco abile gioco di specchi che mostro sotto!


Dubito che il regista (che qui fa il verso a Brian de Palma, il quale almeno s'ispirava a zio Alfred!) saprebbe spiegare tutti i suoi simboli. Non se ne accorge ma sta confezionando, con la stessa carne alla brace malcotta anche  un maiale in porchetta farcito di troppo e quindi dal sapore oscuro.
Per cui riassumendo regia pessima (deludente, per chi c'è affezionato a Ferzan!). Mezzogiorno un po' statica sia quando simula un orgasmo (ripetutamente, canterebbero i 99 Posse!), sia quando indaga con volto che dovrebbe essere dubbioso. Nelle scene girate nel museo le statue greche e romane risultano di maggior dirompente espressività. Il Borghi fa il "bellone", ma non riesce a fare il bello e il cattivo... tempo!
Film che ti aggredisce con noia mortale, prima di soccombere è meglio spengere!

Voto **1/2/5

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