Napoli
velata (-
- ) - 2014
di Ferzan Ozpetek
con Giovanna Mezzogiorno, Alessandro
Borghi, Anna Bonaiuto
Barbecue alla turca o pasticcio alla napoletana?
Chiunque abbia un minimo di pratica di
barbecue sa che "non si deve mettere troppa carne al fuoco"! Si
brucia o si lascia cruda... Si vede che il vegetariano (o vegano?) Ozpetek non
lo sapeva e confeziona un melò giallo thriller e anche un po' noir con un
sovrabbondanza di ingredienti da rimanere indigesto.
Un po' di trama.
Si inizia con una tradizione
napoletana. Il "parto dei
femminielli": durante questa sacra rappresentazione ridondante di simboli
Adriana, medico legale, viene sedotta dal giovane Andrea. I due consumano una torrida
(e troppo indugiata dal regista) notte d'amore: il guaglione le dà appuntamento
al giorno dopo facendole capire che vorrebbe frequentarla. Tuttavia Andrea non
si presenta all'incontro, lasciando Adriana molto delusa. Il giorno successivo,
esaminando il cadavere di un ragazzo trovato ucciso e brutalmente privato dei
bulbi oculari, Adriana vi riconosce proprio Andrea.
La donna è sconvolta dall'accaduto,
anche perché scopre che il giovane le aveva scattato numerose fotografie mentre
dormiva totalmente nuda dopo il rapporto sessuale; cerca così di indagare sul
suo omicidio, aiutata dal fedele amico Pasquale e osteggiata dalla zia Adele.
Ben presto si rende conto che qualcuno le sta alle calcagna, probabilmente
perché Andrea ha nascosto qualcosa in casa sua durante la notte che hanno
passato insieme. Al funerale di Andrea, incontra le ambigue Ludovica e Valeria,
una coppia di antiquarie che sembrano volerla dissuadere dal proposito di
scavare troppo in profondità nel caso. Nel frattempo, Adriana inizia a
percepire la presenza di una persona identica ad Andrea; convinta che si tratti
di un fantasma, su consiglio della fidata amica Catena arriva a consultare
Donna Assunta, una fattucchiera che le dà un oscuro responso...
Qui mi fermo
per carità di patria, tanto avrete già capito che, scena dopo scena, arrivano
camionate di simboli in cerca di significato. Come esempio questo poco abile gioco
di specchi che mostro sotto!
Dubito che il regista (che qui fa il verso a Brian de Palma, il quale almeno s'ispirava a zio Alfred!) saprebbe spiegare
tutti i suoi simboli. Non se ne accorge ma sta confezionando, con la stessa
carne alla brace malcotta anche un
maiale in porchetta farcito di troppo e quindi dal sapore oscuro.
Per cui riassumendo regia pessima
(deludente, per chi c'è affezionato a Ferzan!). Mezzogiorno un po' statica sia
quando simula un orgasmo (ripetutamente, canterebbero i 99 Posse!), sia quando indaga
con volto che dovrebbe essere dubbioso. Nelle scene girate nel museo le statue
greche e romane risultano di maggior dirompente espressività. Il Borghi fa il "bellone",
ma non riesce a fare il bello e il cattivo... tempo!
Film che ti aggredisce con noia mortale,
prima di soccombere è meglio spengere!
Voto **1/2/5
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