venerdì 26 aprile 2019

Un dubbio irrisolto

Mafia d'altri tempi
ovvero il mistero di Mastro Andrea

Oggi pomeriggio negli studi di TVL Pistoia ho registrato, insieme a  Stefano Fiori, Giuseppe Previti e Maurizio Tuci, la prossima puntata del programma Giallo Pistoia (domani, domenica e lunedì!).
Tralascio il resoconto, tanto da domani sera potrete vederla, per riferire un'osservzione di Maurizio Tuci che ritengo meriti un approfondimento. Maurizio è un appassinato di cinema con particolare attenzione e sensibilità verso il genere giallo, thriller e noir. Oggi presentava un episodio della serie del Commisasrio Montalbano: 
Par condicio
Ispirato ai racconti Par condicio in Un mese con Montalbano e Catarella risolve un caso in Gli arancini di Montalbano.


Trama 
Il commissario da una parte si trova a gestire l'inasprimento dei rapporti delle due grandi famiglie mafiose di Vigàta (Sinagra e Cuffaro), dall'altra è impegnato nella ricerca di una ragazza straniera; seguendone le tracce si inoltra nella campagna siciliana, e presso una stazione ferroviaria abbandonata trova Biagio, un disabile mentale che gli confessa di aver consegnato la ragazza a un pericoloso delinquente implicato nella tratta delle bianche. Una volta trovatala, Montalbano scopre che la guerra di mafia scatenatasi tra le famiglie non è dovuta a questioni di successione al potere, ma perché la giovane straniera s'era innamorata, ricambiata, del marito della figlia di uno dei capobanda, scatenandone la gelosia e quindi l'eliminazione fisica. 
Nel commentare il filmato organizzato in brevi spezzoni siamo arrivati a una telefonata che Salvo riceve da uno dei due boss mafiosi (Sinagra e Cuffaro). Più o meno Maurizio ha commentato così. "Certo che questi boss mafiosi non esistono più, ma non dal 2005 (data della realizzazione - n.d.r.) bensì da molti decenni prima!". Mi sono limitato ad assentire, non ho neanche pensato che fosse una critica a Maestro Andrea.
Tornando a casa ci ripensavo e mi chiedevo: "Perché Camilleri ci rappresenta una mafia ante strage di Capaci?".


Era una domanda che non mi ero mai posta, ora me la pongo. Fa parte del gioco, del teatrino di Mastro Andrea o ha significati reconditi? Certo che è strano. Sì perché questi personaggi sembrano coevi (e pure meno pericolosi) di don Vito Corleone o del boss de Il giorno della civetta


Già in A ciscuno il suo (con Gabriele Ferzetti che fa esercizio di perfidia per poter interpretare il magnate delle ferrovie Morton in C'era una volta il West) siamo più avanti!
Ci sto pensando e non trovo risposta. Camilleri, navigato sceneggiatore e autore eccelso, è preciso nel rappresentare gli sbarchi di migranti, gli illeciti edilizi o altre ignominie, ma quando usa i boss ci riporta, di proposito penso, al tempo che fu! Perché?
Mi piacerebbe sentire il parere di qualcuno.

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