venerdì 26 aprile 2019

Sommelier del giallo (14)


Saper ascoltare
Come diventare fruitori consapevoli di gialli, noir e thriller raccontati nelle diverse forme artistiche: libro, film, fiction TV, fumetto e radio 
Versione 2019


tappa 14
 Un po' di esercizio fa bene...

Esercitazione n. 02

Prova di interpretazione e riscrittura “traslata” del testo. L’esercizio completo è per gli aspiranti scrittori, ma il lettori che vogliono fare un “passo avanti” potranno crescere semplicemente riflettendoci sopra.

L'abduzione errata.

Sir Arthur Conan Doyle scrisse questo racconto su un libro in miniatura per la libreria della Doll’s House; un palazzo regale in scala ridotta (una casa delle bambole, appunto), un dono offerto dal popolo inglese alla Regina Mary, moglie di Giorgio V, nel 1924. Si può ancora ammirare al Castello di Windsor. Per ovvi motivi è narrato in terza persona: lo capirete a fine lettura!

Il racconto è lungo 4089 battute spazi compresi: si può accorciare. Il logo del corso consideratelo come l'illustrazione più adatta a descrivere la situazione... Lì siamo, a Londra, in Baker Street, più o meno nel 1890. Pensate di riuscire a spostarvi sulla 35esima ovest di New York nel 1950? Se sì, Dovreste riscriverlo con altri personaggi, ovvio. Due possibilità: 


a) Nero Wolfe con Archie Goodwin e Fritz Brenner (fuori scena) che narra in III persona; 


b) Nero Wolfe e Fritz Brenner con Archie Goodwin (fuori scena) che narra sempre in III persona. 
Nel caso a) lo stile è di un cuoco svizzero (francofono), nel caso b) di un “privato” con uno sguardo ironico: lo stesso che trovate nei romanzi. Adattate alla vostra scelta il miglior stile e attenti al dialogo. Controllate le schede dei personaggi qui sul blog (  Archie , Fritz e   Nero ) e forse vi sarà utile anche l’intervista impossibile a Nero Wolfe.... tutto dev'essere credibile e coerente.

Credo che sarebbe utile scendere sotto le 3.600 battute spazi compresi, ma, purché  non mi superiate la soglia delle 4.000, va bene anche di più.  Lavorate con calma e date un senso a tutto quello che scrivete, anche il titolo. Buon lavoro!

Testo

Quando il Dr. Watson credette di aver imparato

Watson stava fissando intensamente, da sopra gli occhiali, il suo amico fino da quando si era seduto a tavola per far colazione. A Holmes capitò di alzare gli occhi e di coglierne lo sguardo ammiccante e pieno d’ironia.
« Ebbene Watson, a cosa stai pensando? »
« A te. »
« A me? »
« Sì, caro Sherlock. Stavo riflettendo a quanto siano superficiali i tuoi trucchi e quanto sia incredibile che il pubblico, soprattutto quello femminile, continui ad apprezzarli. »
« Sono d’accordo », disse Holmes, « Infatti mi ricordo di aver fatto anch’io, a volte, una riflessione simile. »
Watson sorrise con sufficienza.
«  E’ davvero facile imparare i tuoi metodi. », osservò col miglior tono sarcastico che gli potesse consentire la sua educazione “vittoriana” e anni di ferrea disciplina militare.
« Senza dubbio. », rispose Holmes con un sorriso mite e pacato. « Forse tu stesso mi vorrai offrire un esempio di questo metodo di deduzione. »
« Con grande piacere! », esultò Watson. « Io posso affermare che tu eri molto preoccupato quando ti sei alzato stamattina. »
« Eccellente! », esclamò Holmes, « e come fai a saperlo? »
« Perché tu, che di solito sei uomo assai curato, ti sei dimenticato di raderti. Di solito, per prima cosa, ti fai la barba. »
« Buon Dio! Bravissimo! », si eccitò Holmes, « Non pensavo, Watson, che tu fossi una persona così attenta e rapido ad apprendere. Ti facevo solo un uomo d’azione. Ha individuato qualcos’altro il tuo occhio d’aquila? »
« Sì, Sherlock; tu hai un cliente di nome Barlow e non hai avuto successo nel risolvere il suo caso. »
« Questa poi! Poffarbacco;  come fai a saperlo? »
« Ho potuto leggere – scusa l’indiscrezione – il suo nome sulla busta, l’unico in stampatello. Quando l’hai aperta hai emesso un gemito e l’hai cacciata in tasca con espressione corrucciata. »
« Ti perdono la sbirciata, perché è una scoperta sorprendente! Ammirevole: hai davvero molto spirito d’osservazione. E che altro? »
«Temo, amico mio, che ti sia dato alle speculazioni finanziarie. »
« Da cosa lo capisci, Watson? »
« Hai aperto il giornale alla pagina finanziaria ed hai pronunciato a voce alta un’esclamazione d’interesse: tu così riservato! »
« Stupefacente! Bene, veramente bravo Watson! Altre intuizioni? »
« Sì, Sherlock; hai indossato la giacca nera invece della veste da camera, ciò prova che ora sei in attesa di un visitatore importante. »
« Qualcos’altro ancora? »
« Senza dubbio, ora che ho imparato il tuo metodo alla perfezione, potrei elencare altri dati, Sherlock, ma ti ho enunciato solo questi pochi per dimostrarti che ci sono altri al mondo bravi come e più di te. »
Holmes si alzò e fissò Watson. La voce era diventata sarcastica.
« E ancora altri non altrettanto bravi. », replicò in crescendo. « Ammetto che sono pochi, ma temo, mio caro Watson, che debba annoverarti proprio tra questi ultimi. »
Watson s’agitò sulla sedia.
« Che vuoi dire, Sherlock? »
« Ebbene, caro mio, temo che le tue deduzioni non siano così azzeccate come tu avresti sperato. »
« Vuoi dire che... mi sono sbagliato? »
« Appena un po’, ma è così, temo. »
Holmes si sedette nella sua poltrona e prese ad armeggiare con la pipa, ma senza caricarla di tabacco.
« Riguardiamo i fatti secondo il loro ordine: io non mi sono sbarbato perché ho mandato ad affilare il rasoio. Ho indossato la giacca perché, ancor peggio, ho un appuntamento di buon’ora col dentista. Il suo nome è Barlow e la sua lettera confermava l’appuntamento: devo aspettarlo senza fumare. »
Ripose nervosamente la pipa in tasca.
« La pagina dedicata al Cricket è a fianco di quella finanziaria e l’ho aperta per vedere se il Surrey aveva tenuto con il Kent. Ma, coraggio, Watson, coraggio! I miei trucchi sono superficiali e senza dubbio l’imparerai presto! »
Holmes si alzò di scatto, artigliò un libriccino nero dalla scrivania, l’aprì alla pagina da cui sbucava la nappa di un nastrino rosso e lo mostrò a Watson. Un secondo appena e concluse senza pietà.
 «Il nome di Barlow è nell’agenda di casa e c’è anche il suo indirizzo con scritto accanto “dentista”. Ti sarà passato sotto gli occhi mille volte, era così... elementare, Watson! »

(14 - segue)
(indietro alla 13) 

Nessun commento:

Posta un commento