Romanzi gialli al cinema
influenze della letteratura
sui film gialli e noir
Premessina
Quando leggiamo un romanzo, noi lettori ne restiamo, nostro malgrado influenzati. Sempre il lettore si immedesima in un personaggio e vive con lui la storia. Per cui dietro la domanda se sia meglio il libro o il film ce n'è un'altra ancor più importante: "E' meglio il personaggio di carta o quello di celluloide?". Tenetene conto.
Partiamo dal capostipite del noir, che scrisse romanzi noir senza sapere che lo fossero!
1. Un autore troppo presto dimenticato: David Goodis
Sì, è doveroso l'omaggio! Bisogna cominciare con Dark Passage il romanzo di David Goodis uscito nel 1946.
Un po' di trama.
Un po' di trama.
Un tizio della media borghesia californiana, Vincent Parry, è stato erroneamente
condannato per l'omicidio di sua moglie. Fugge dalla prigione in modo astuto e rocambolesco e viene accolto
da Irene Jansen, una ricca ragazza dell'alta società e artista che già s'era
interessata al suo caso, per questo s'impegna
ad aiutarlo a cancellare il suo nome.
Durante la fuga era stato aiutato da un tassista amichevole:
Parry si procura una faccia tutta nuova da un chirurgo plastico amico e socio del tassista. Il volto nuovo gli
permette di eludere le autorità e infine, dopo vicende cariche di suspense, di trovare
il vero assassino di sua moglie.
Il romanzo non è particolarmente
avvincente, anche se la trama può coinvolgere il lettore di bocca buona.
Il film, per la critica (e anche per me, che conto più dei critici!), risulta invece un
capolavoro. La fuga (1947) è interpretato da un
grande Humphrey Bogart e da una stupenda Lauren Bacall (Guardate la foto sotto e ditemi se non era bellissima!).
Anche il pubblico ne rimase colpito. Nelle sale ebbe un grande successo. Piace, affascina, coinvolge e intriga. Anche dopo settanta anni!
Anche il pubblico ne rimase colpito. Nelle sale ebbe un grande successo. Piace, affascina, coinvolge e intriga. Anche dopo settanta anni!
In inglese ha lo stesso titolo del libro. Un bel
romanzo, ma il film è veramente "altra roba"!
Intriga il fatto che per mezz'ora Bogart non si vede
pur essendo sempre in scena: lo spettatore vede la scena coi suoi occhi! Poi ci appare con la faccia fasciata. La cosa fa
parlare, attira gente in sala, anche in Francia.
Credo che questa geniale trovata registica (si passa dal personaggio letterario a quello cinematografico con una specie di incantesimo!) possa offrire lo spunto per una
riflessione: "Com'è il personaggio nel libro? E quanto è diverso nel film?". La domanda sorge
sempre nella mente dello spettatore, sia che abbi letto il libro, sia, sapendo
che il film è tratto da quello, mediti di leggerlo. Sembrerebbe una domanda
inutile in questo caso "Bogart è Vincent Parry!"
risponderebbero i più, incantati dalla sua interpretazione.
Sarà bene ricordare loro una frase di Vincent che si guarda allo specchio dopo essersi tolto le bende: " Uhm, Stessi occhi. Lo stesso naso. Stessi capelli. Tutto il resto sembra essere in un posto diverso. Sembro sicuramente più vecchio. Va tutto bene, non lo sono. Se per me va bene, dovrebbe andare bene per te...!".
Sarà bene ricordare loro una frase di Vincent che si guarda allo specchio dopo essersi tolto le bende: " Uhm, Stessi occhi. Lo stesso naso. Stessi capelli. Tutto il resto sembra essere in un posto diverso. Sembro sicuramente più vecchio. Va tutto bene, non lo sono. Se per me va bene, dovrebbe andare bene per te...!".
Sarà bene anche ricordare loro che
Bogart è Sam Spade ed è pure Philip Marlowe! Ma questo due li esamineremo più avanti.
Una sera del 1947 (o era il '48?), così mi hanno
raccontato amici francesi che sanno (nati imparati), a Parigi, in un caffè della Rive Gauche, ci sono Nino
Frank, Jean-Pierre Chartier e Raymonde Borde (non è vero che ci fosse Etienne
Chaumenton, aveva altre frequentazioni, ma poi fu d'accordo). Borde, a
proposito del film, disse: "Bellissimo, quasi una categoria eterna dello
spirito senza confini cronologici". " Oui, un noir tres beau!"
gli fece eco Chartier. E così nacque il termine noir! Diventarono noir
anche i romanzi hard boiled, meno male che noi s'erano già dipinte le copertine
tutte di giallo!
David Goodis non molla! Grazie al film Dark Passage tratto dal suo libro
omonimo, aveva interessato i francesi nell'immediato dopoguerra, contribuendo
così a definire il "noir".
Dieci anni dopo torna a influenzare il cinema col suo romanzo Nightfall, in
Italia Il buio nel cervello. Inutile
trovare una ratio ai titoli imposti dai distributori italiani! Ma è bene
ricordare che a questa trama si sono malamente ispirati vari autori.
Un po' di trama
L'artista James Vanning (Aldo Ray) e il suo amico, il dottor Edward Gurston, in vacanza in Wyoming per una battuta di caccia e pesca, si imbattono in due sconosciuti con l'auto in panne.
L'artista James Vanning (Aldo Ray) e il suo amico, il dottor Edward Gurston, in vacanza in Wyoming per una battuta di caccia e pesca, si imbattono in due sconosciuti con l'auto in panne.
Ma c'è una valigia, una valigia ben farcita...
I due, John e Red, sono in realtà due rapinatori in fuga con un bottino di ben 350.000 dollari frutto di una rapina in banca. E' l'inizio di un thriller!
I due, John e Red, sono in realtà due rapinatori in fuga con un bottino di ben 350.000 dollari frutto di una rapina in banca. E' l'inizio di un thriller!
In questo caso non c'è molta disparità tra il romanzo
e il film. Ordinato e ben scritto il libro. Rigoroso e ordinato il film... senza lampi, ma con qualche luce, purtroppo anch'essa "ordinata".
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