Romanzi gialli al cinema
influenze della letteratura
sui film gialli e noir
Parte III
Nel capitolo precedente abbiamo tracciato i limiti
temporali del "noir", adesso c'è da capire che cos'è.
Quella notte del '47 (o '48) in un caffè di Parigi nacque il termine
"Noir", più che il termine (già presente come aggettivo) il
sostantivo riferito a una modalità narrativa.
Diventarono noir anche i romanzi hard boiled, meno male che noi, A.
Mondadori, aveva già dipinte le copertine tutte di giallo. Il grafico sotto può
aiutare a capire, non solo il noir ma anche il giallo e
il thriller!.
Se non avete
capito e se sentite la domanda: "Il
noir che cos'è?". Rispondete così, farete un figurone!
"E' un termine coniato dai critici francesi nel ‘46 per descrivere un tipo di film
caratterizzato dal suo esser “scuro”, dal tono triste e dall’umore cupo, denso
di cinico pessimismo. Letteralmente significa “ nero”.
Film d’inizio anni ’40 che hanno rappresentato il mondo scuro, le slavate strade in chiaroscuro della
città, il crimine e la corruzione".
Il noir, non è un genere ... non è definito, come lo sono il giallo o le
storie di gangster, da stilemi di impostazione. Piuttosto lo è da sottili e
profonde scelte di stile, di modo, d’atmosfera e d’umore.
Un altro grafico per spiegare meglio
il noir e gli altri due modi narrativi.
Il rapporto
con il contesto (l'ambiente sociale in cui si svolge la storia) può meglio
chiarire. Nel giallo classico (ideologia vittoriana) il delitto ha
scombussolato l'ordine precostituito. Il colpevole va scoperto per riportare
ordine, bene primario. Nel thriller il contesto, indifferente, non si accorge
di quello che accade al protagonista. Si cerca il coinvolgimento e questo
genera ulteriore tensione e suspense. Nel noir il contesto è ostile. La
malavita combatte le sue guerre, i politici sono corrotti, la polizia pure,
molte le donne senza scrupoli o delittuose (dark lady), si cerca la verità ma
si è consapevoli che c'è poca speranza di cambiare il contesto.
Ora dobbiamo
approfondire la conoscenza degli
scrittori che hanno dato lustro ai tre generi.
Storie parallele
(parte I-a)
I magnifici tre: due principi
e una regina.
Le cifre
sono infatti incredibili. Tra il 1920 e il 1935, terminata (o quasi) l'ondata
della "camera chiusa" il Giallo Classico tocca un duraturo apice.
Tanti gli autori (anche di buon livello), ma soprattutto tre sono incoronati
dal successo: Edgar Wallace, Agatha Cristhie e S.S. Van Dine. Un'analisi di un
qualsiasi rapporto tra letteratura "gialla" e cinema non può partire
che da loro. Dai loro lavori sono stati tratti, negli anni, una cinquantina di
film. Questo fa capire quanto fossero influenti sulle scelte dei registi e dei
produttori.
Richard Horatio Edgar Wallace (Greewich 1875 - Bevely Hills 1932) era scrittore
(non solo di gialli), giornalista, drammaturgo, sceneggiatore e "dandy". Britannico di nascita e nel modo d'essere anche se concluse la sua vita agiata negli USA.
Un Dandy maturo a cui, gli inglesi (sobillati dalla perfida zia Agatha), non perdonarono
di aver preferito gli USA (Hollywood) a Londra.
E' considerato un maestro della letteratura gialla e in particolare del poliziesco classico, il genere letterario che fiorì in UK
e negli USA nel primo quarto del '900.
Wallace ha scritto 175 romanzi, 24 drammi e numerosi
articoli giornalistici. Numerosi film, di vario genere, hanno preso spunto
dalle sue storie. È anche stato, non dimentichiamocelo, tra gli sceneggiatori
del celeberrimofilm King Kong del 1933. Dai suoi romanzi gialli sono stati tratti
una diecina di film.
Uno dei suoi
romanzi più famosi (1926) è Il cerchio rosso.
Plot: Una misteriosa
organizzazione criminale che si firma il Cerchio Rosso sta gettando nel panico
l'Inghilterra. Importanti uomini d'affari, influenti personaggi del mondo
politico, esponenti dell'alta società, apparentemente nessuno riesce a sfuggire
alla sua maledizione...
Il suo più bel romanzo non è
molto conosciuto, dette però luogo a un bel
film: The Ringer (L'uomo da cento
volti in Italia).
Un po' di trama.
Uno dei più
pericolosi criminali britannici, chiamato "Mistero", perché nessuno
ne conosce l'identità, è ricercato da Scotland Yard per due omicidi perpetrati
nell'ambito della malavita. L'uomo però, dopo aver sposato al Cairo
un'americana, Cora Ann, è fuggito con lei in Australia e sembra essersi
dissolto nel nulla.
I giornali
di tutto il mondo annunciano la sua morte per annegamento, ma quando Cora torna
a Londra, per gli ispettori Bliss e Wembury di Scotland Yard è chiaro che il
malvivente è ancora vivo e aspetta soltanto il momento giusto per attuare la
sua vendetta. Il suo bersaglio è l'avvocato Meister, la cui segretaria, sorella
di "Mistero", è morta in circostanze misteriose.
I due
ispettori, con l'aiuto del dottor Lomond, un noto criminologo, cominciano una
caccia serrata al malvivente, ma proprio quando sta per fuggire in America con
la sua nuova segretaria, l'avvocato Meister viene ucciso nella sua casa da una
scarica elettrica. Forse Bliss e Wembury non hanno calcolato che
"Mistero" può essere più vicino di quanto abbiano pensato.
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