Romanzi gialli al cinema
influenze della letteratura
sui film gialli e noir
Parte VII
La
differenza la fa il regista! Soprattutto se si chiama Billy! E' il regista che genera il doppio (il personaggio cinematografico). Sì, il regista , quando è grande, è un altro autore e realizza un'altra opera.
L'inizio de
La fiamma del peccato è folgorante. Incolla lo spettatore alla poltrona. Il
narratore, ansimante perché ferito a morte, la mattina all'alba si reca in ufficio per registrare
sul dittafono la sua confessione...
Il romanzo
di partenza è Double indennity, un ottimo romanzo del 1936 che poteva non
entrare nella storia se ...
Nel
1944, Billy Wilder, che se n’era innamorato, lo sceneggia avvalendosi di Raymond Chandler. Più che
altro, visto che Chandler faceva colazione con whiskey and soda e lavorava poco, lo sceneggia lui stesso
(lo si sa da una sua intervista) e lo dirige realizzando un capolavoro.
Perfetta
la trama, ottimo il personaggio maschile, c'era da costruire una donna fatale
usando un'attrice non proprio tale! Barbara Stanwyck aveva sì 15 anni di
brillante carriera, ottime capacità recitative, ma non era certo dotata di un
fisico "fatale".
Billy Wilder gioca allora col lato psicologico e con particolari feticisti: capelli biondi platino, catenella alla caviglia....
Billy Wilder gioca allora col lato psicologico e con particolari feticisti: capelli biondi platino, catenella alla caviglia....
Il vero incipit:
"Ero andato su a Glendale per le polizze di tre nuovi camionisti di
una fabbrica di birra, e mi ricordai di quel rinnovo lì da quelle parti, nella
zona di Hollywood. Decisi di farci una corsa. Fu così che capitai nella Casa
della Morte, come l'hanno chiamata i giornale. Quando la vidi non sembrava. Era
solo una casa alla spagnola come tante in California ..."
L'incipit viene rispettato solo in parte, il
regista mette in funzione un meta incipit. E' il protagonista che racconta in
flashback e preferisce evidenziare subito quel riferimento alla casa della
morte.
Così Walter Neff arriva in ufficio (ferito a morte: è la fine) e si mette a dettare una registrazione piena di difficoltà respiratorie. Una confessione amara, ma anche una rivalsa verso il suo amico ispettore che non ci aveva capito niente!
Così Walter Neff arriva in ufficio (ferito a morte: è la fine) e si mette a dettare una registrazione piena di difficoltà respiratorie. Una confessione amara, ma anche una rivalsa verso il suo amico ispettore che non ci aveva capito niente!
L'incipit cinematografico
«Io ho ucciso per
denaro... e per una donna. E non ho preso il denaro... e non ho preso la donna».
Povero
Neff, darsi tanto da fare per niente!
Vi
assicuro che dopo cinque minuti, anche se avete letto il romanzo (più volte
come me) vi sembrerà di essere dentro a un'altra storia e paradossalmente vi
chiedete come andrà a finire!.
Non
possiamo dimenticare un altra opera, anche se poco considerata.
Mildred Pierce è invece
il titolo di un romanzo che James
M. Cain aveva pubblicato nel 1941. Una
trama melò con risvolti tragici e potenzialmente delittuosi.
Ha ispirato il film omonimo girato 1945, da Michael Curtiz. Il regista ricalca la
trama, con poche ma sostanziali modifiche. Lo gira come un noir (ma ancora non
lo sapeva) e cerca di rappresentare la condizione della donna americana nel
periodo bellico.
Una storia tipicamente americana, irripetibile
in Italia o in Francia. Negli USA, nel periodo della Seconda guerra mondiale,
le donne non avevano a che fare direttamente coi tedeschi (o i giapponesi). Esprime
quindi la condizione e la forzata e rapida emancipazione delle donne rimaste
sole perché gli uomini erano impegnati al fronte.
(VII - segue)
(VII - segue)
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