Il protodetective
il detective che non c'era
III
Il protodetective aveva un compito molto difficile. Disumano, direi.
Uso l'allegoria della calunnia (Botticelli) che ho sopra riportata per cercare (compito arduo) di spiegarvelo. Si presta ad altra interpretazione: la mia credo sia postmoderna!
Nel quadro il protodetective è l'uomo con la torcia: cerca di "illuminare" il magistrato che è assillato, e fuorviato, da varie richieste di attenzione, spesso anche supportate da pecunia suonante! L'assassino, a sinistra, cerca di non farsi notare e le forze di polizia, o di ordine pubblico sono altrove! I potenti, statue viventi, sono nelle loro nicchie; convitati di pietra che assistono e manovrano senza apparire!
Nel quadro il protodetective è l'uomo con la torcia: cerca di "illuminare" il magistrato che è assillato, e fuorviato, da varie richieste di attenzione, spesso anche supportate da pecunia suonante! L'assassino, a sinistra, cerca di non farsi notare e le forze di polizia, o di ordine pubblico sono altrove! I potenti, statue viventi, sono nelle loro nicchie; convitati di pietra che assistono e manovrano senza apparire!
Le forze di polizia nel Medioevo e nel Rinascimento erano al servizio del Comune o della
Signoria, ma spesso consistevano in milizie private al soldo (e al comando) di qualche Potente locale. Godevano insomma di limitata libertà d'azione: prendevano ordini.
In molti casi comandate da un Vicario che era di fatto comandante
militare, ma a volte, non volentieri, s’occupava anche di delitti. Il Vicario era carica elettiva, lo nominavano i potenti del luogo: immaginate quanto fosse libero di agire! Inoltre le spese per gli armamenti e il soldo degli armigeri erano sostenute dai signori dele comune.
Nei secoli successivi, in tutta Europa, la situazione non cambiò molto, almeno fino al Congresso di Vienna. Dopo il 1815 si hanno notizie di forze di polizia statali, con comando formalemente centralizzato, anche se non sempre esercitato.
Ed adesso spieghiamo il confine temporale del congresso di Viaenna.
Nel 1815 (Francia post napoleonica) ci si imbatte in un ispettore, in organico allo Stato, per noi tragicamente famoso: Javert!
Javert, è un segugio tenace e
ostinato, conduce personalmente le
indagini e la ricerca del presunto, da lui, colpevole!
Così lo descrive il suo creatore.
"La probità, la sincerità, il candore, la convinzione,
l'idea del dovere, sono cose che possono diventare orribili se sbagliano, ma
anche orribili, rimangono grandi: la loro maestà, propria della coscienza
umana, persiste nell'orrore. Sono virtù che hanno un solo vizio: l'errore. La
spietata gioia di un onesto fanatico che commette un'atrocità, conserva sempre
una certa luce lugubremente venerabile. Senza che se ne avvedesse, Javert, nella
sua formidabile felicità, era da compatirsi come ogni ignorante che trionfa.
Nulla poteva essere così doloroso e terribile come quella faccia in cui
appariva ciò che si potrebbe chiamare tutta la perfidia del buono".
(Victor Hugo)
Nel 1887 ci troviamo davanti uno sbirro che è solo ottuso: G. Lestrade, in organico a Scotland Yard, polizia in attività da più di 50 anni! Lestrade commette molti errori.
Lo corregge e lo fa innervosire per la sua presupponenza un grande detective: Sherlock Holmes. Un detective professionista che per le sue indagini percepisce parcella. Da qui in poi, veramente, il protodetective non ha più storia, infatti verrà considerato e chiamato dilettante: Padre Brown, Miss Marple, Ellery Queen, Jessica Fletcher, Don Matteo...
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