Romanzi gialli al cinema
influenze della letteratura
sui film gialli e noir
Parte XIII
Gli altri,
dopo e anche prima!
Di film
tratti da romanzi o racconti di Raymond Chandler ce ne sono altri (8 secondo gli studiosi accademici), basterà
menzionarli, non hanno infatti lasciato il segno.
La moneta insanguinata (1947) di John Brahm, poco visto in
Italia. Nessuno lo rimpiange.
Poi c'è
James Garner in L'investigatore Marlowe
(Marlowe - 1969) di Paul Bogart, Marlowe indaga (1978) di Michael Winner
(ancora con Mitchum, che era meglio se non ci si riprovava, ha rovinato il
mito di sé stesso!) e, infine, Marlowe - Omicidio a Poodie Spring (1998)
di Bob Rafelson, con James Can. Robetta, personaggetti! A voi il giudizio!
Questa, però,
non vuole essere un'appendice, ma solo una compilation dei "minori". Prima
di fare una rassegna finale, torniamo a parlare del noir come modo di narrare. L'aspetto
figurativo tipico del cinema espressionista è rintracciabile nel noir americano
anche per un'altra principale ragione: con l'avvento del Nazismo in Germania,
molti registi e sceneggiatori del cinema tedesco (alcuni di loro erano ebrei)
emigrarono negli USA, trasferendo a Hollywood la cultura visiva di luci e ombre
dell'espressionismo tedesco.
Per i
contenuti, invece, il genere, come si è visto, attinse a piene mani alle opere
letterarie hard boiled del
già citato Dashiel Hammett, di Raymond Chandler, di Cornell Woolrich e di James
M. Cain. Anche di Mickey Spillane che , qualche tempo dopo, fornì spunti a
Holliwood. Ma già s'era "oltre".
Il film che
rappresenta il punto di incontro tra il cinema espressionista tedesco ed il
cinema noir è Lo sconosciuto del terzo piano, di Boris Ingster, del
1941, con Peter Lorre.
Ulteriore
dimostrazione viene dal fatto che un altro regista di film espressionisti come Destino,
Metropolis e Il dottor Mabuse, parlo di Fritz Lang, emigrato in
America si dedicò quasi solo esclusivamente ai film noir, diventandone uno dei
maggiori esponenti.
Proprio di
Lang credo sia l’altro film, oltre a Lo sconosciuto del terzo piano, a
fare da ponte stilistico e tematico tra un Espressionismo classico e uno
moderno in chiave noir, come M – Il mostro di Düsseldorf.
Parlo de Il
grande caldo con un casto stellare: Glenn Ford, Gloria Grahame e Lee Marvin! Un
film capolavoro che credo sia troppo poco ricordato.
Un'altra
pietra miliare è il capolavoro Vertigine (Laura) e
del 1944. Anche di questo è autore un regista transfuga: otto Preminger.
Ambiguità,
gioco di specchi e la maledizione di un ritratto che affascina il detective.
Atmosfera ambigua, finchè...
Non si
scopre un fucile nascosto dentro un orologio a
pendolo... da un ambiguo mentore.
E' tratto
dall'omonimo romanzo di vera Caspary, edito nel 1943. Un best seller negli USA.
Se sentite
dire, da qualche sedicente esperto di cinema, che Robert Siodmak, con La scala a chiocciola, esalta le atmosfere e le illuminazioni del
noir giocando con la splendida fotografia ossessiva, opprimente e dalle lunghe
ombre, storcete il naso. Quello non è un noir, è un giallo
filmato secondo gli stilemi del noir, ma sempre giallo e classico: per esito,
personaggi e ambientazione.
Evitate (è
un saggio consiglio) di iniziare
discussioni con chi lo ha affermato: si ripeterebbe la storia labirintica dei
romanzi noir!
Bisogna
fermarsi un pochino di più sull'espressionismo tedesco. L'aggettivo noir
(nero) fa riferimento alla cupezza di queste pellicole, sia per quel che
riguarda il loro contenuto, sia per gli aspetti di carattere prettamente
formale (forte uso del chiaroscuro, inquadrature distorte e luci a lama radenti)
che rimandano al cinema espressionista tedesco di Friedrich Wilhelm
Murnau.
Qualche anno dopo Fritz
Lang si conferma con Gardenia blu. E' tratto da un racconto di Vera Caspary,
l'autrice di Laura.
Un giallo
quasi classico, di cui non voglio neppure raccontare la trama, ma che vi
consiglio vivamente.
Nel
film Gardenia Blu l'assassino è
interpretato da Raymond Burr... sentiremo molto parlare di lui, ma non come cattivo! Alla prossima.
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