venerdì 3 gennaio 2020

Porte chiuse (6)


Delitti a porte chiuse
non spiare a quella porta!


Parte 6

Nei primi decenni del Novecento, la "camera chiusa"  era diventata una sfida ossessiva con cui si confrontavano a gara gli autori. I meno importanti per sfidare i grandi, i grandi per una questione d'onore!
Era diventato quasi di un passaggio obbligato per uno scrittore di polizieschi, una sfida intellettuale vera e propria per le sue doti inventive, ma soprattutto una prova per mantenere il proprio posto nella tribù!
Il genere raggiunse il suo apice della popolarità in Europa  negli anni tra le due guerre mondiali, diventando un vero e proprio topos letterario. In Usa già si scriveva l'hard  boiled!




Agatha Christie regnava in Europa,  Ellery Queen sfruttava il vento favorevole, S.S. Van Dine cercava di porre regole di sopravvivenza. Rex Stout decise di far sposare i due generi...  Erano scrittori, affermatisi nell’epoca d’oro del mystery, che condividevano l’utilizzo, nel romanzo poliziesco, di un finale tranquillizzante con lieto fine, in cui la ragione si imponeva sull’irrazionale che fino a quel momento pareva aver dominato la scena e il delitto.

Il detective, guidato dalle sue grandi doti intellettuali, smascherava l’assassino simbolo del male e del caos, e risolveva “un enigma che fino ad allora aveva ridotto il mondo ad una parvenza oscura e di angosciante assurdità. E quanto più fitto era stato il buio, tanto più luminoso si irradia il trionfo della ratio, davanti al quale tutto ciò che prima era sembrato incomprensibile e problematico scompare senza lasciare traccia.  
Ma torniamo all'inizio del secolo.
Ellery Queen ben sapeva (sapevano: erano in due!) cos'era accaduto nel vecchio continente qualche anno prima. Forse voi non lo sapete.


Nel 1905 esce a puntate il famoso The Four Just Men (I quattro giusti) di Edgar Wallace. Al mistero della camera chiusa lo scrittore dedicò poco spazio, ma sfidò il lettore a svelare un mistero sul "delitto perfetto". Wallace, infatti, non avendo trovato un editore disposto a pubblicargli il romanzo, fondò una sua casa editrice, la Tallis Press. Per promuoverlo mise in palio dei premi in denaro per quei lettori che, prima della pubblicazione del finale del romanzo su un quotidiano, avessero indovinato la soluzione del mistero.
Purtroppo per Wallace (nel West c'è sempre una pistola più veloce di te!) furono molti coloro che inviarono la risposta esatta. Il romanzo pur avendo un clamoroso successo di vendite, fece finire il furbo Edgar quasi sul lastrico.
Wallace si rifece, in ogni modo, con i successi editoriali seguenti, sfornando ben centosettanta romanzi. Celebre era, infatti, la sua rapidità e prolificità. Negli anni Venti, circolava virale la seguente storiella: "Un editore americano ha telefonato a Edgar Wallace. Gli ha risposto la segretaria, sostenendo che lo scrittore aveva appena iniziato a scrivere un nuovo romanzo e che non poteva essere disturbato. L’americano allora rispondeva: «Ok, allora, attendo in linea! ».
Ellery Queen proponeva dilemmi a premi alla radio: solo un premio, al primo che telefonava la soluzione al mistero.


Sempre del 1905, è il geniale Il problema della cella N. 13 dello scrittore Jacques Futrelle. Il professor Van Dusen, soprannominato la Macchina Pensante, deve evadere da una cella di massima sicurezza, sorvegliata dall’esterno e soggetta e perquisizioni continue, usando niente altro che il suo cervello. Futrelle scomparve purtroppo prematuramente nel naufragio del Titanic.




Nel 1907  uno scrittore francese, Gaston Leroux, pubblica un’altra pietra miliare dei delitti della camera chiusa: Le mystère de la chambre jaune (Il mistero della camera gialla). Con questa sua prima opera, Gaston Leroux, crea un vero e proprio rompicapo e un delitto impossibile di alta classe. In una camera gialla, nel castello di Glandier, la signorina Mathilde Stangerson è vittima di un tentato omicidio. Dalla stanza chiusa a chiave e con le inferiate alle finestre l’aggressore pare svanito nel nulla.

Completiamo la rassegna con alcuni titoli tra i più noti. E' una lista molto ridotta, ma sufficiente per dare un'idea (si notino anche i titoli ad effetto o strani) di come queste storie siano adatte per La settimana enigmistica, che pure non ne ha mai tenuto conto!   

Richard Austin Freeman, Il pugnale d’alluminio (1909, The Aluminium Dagger).
Edgar Wallace, L’enigma dello spillo (1923, The Clue of the New Pin), considerato uno dei migliori delitti della camera chiusa.
Edgar Jepson e Robert Eustace, La foglia di tè (1925, The tea leaf), uno dei più famosi racconti polizieschi di tutti i tempi. La tecnica usata per uccidere e far sparire l’arma sarà utilizzata, con sottili varianti, da molti scrittori nei decenni successivi.
Anthony Berkeley, Delitto a porte chiuse (1926, The Layton Court Mystery). S.S. Van Dine, La canarina assassinata (1927, The Canary Murder Case). 



Horatio Winslow e Leslie Quirk, con il loro capolavoro Into Thin Air (1928, Svanito nel nulla) fecero scuola nel mystery dell’epoca e il romanzo divenne un classico del delitto impossibile. Fu inserito nella classifica dei 50 Howdunits – The Ultimate Locked-Room Library compilata da Jonathan Scott nel 2009 e nella lista delle 100 migliori detectives stories compilata dall’americano Michael Grost. Contenti loro...

FINE


     

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