lunedì 23 marzo 2020

Il Gufo Giallo (132)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli


Giudizio n.  129

Cuccioli
per i Bastardi di Pizzofalcone
Maurizio De Giovanni
Einaudi


Melò giallo rosa al poliziesco

Premessa: sono juventino e dell'Opera lirica mi piace solo la musica, il mio giudizio, vi dovevo avvertire, può essere un pregiudizio!
Il romanzo l'ho letto dopo aver visto la fiction televisiva su Rai2 che mi aveva interesasto e incuriosito. Mi è stato utile a capire quanto siano bravi quegli attori tutti. Riescono a rendere attuale, credibile e  coinvolgente una storia che tra melò, pagine forzatamente auliche e lungaggini alla fine tedia.
Già l'asserto è premonitore: "Siamo stati tutti i “cuccioli” di qualcuno: amati, coccolati, di certo non gettati come immondizia accanto a un cassonetto. Eppure è questo il destino che tocca a un cucciolo indifeso, una neonata, abbandonata come se fosse spazzatura.  
Credo che De Giovanni, scrittore appassionato e molto empatico, abbia un sacco di pregi, ma anche due difetti. Il primo: è tifoso del Napoli (io della Juve) di cui lo perdono perché lo capisco: Maradona può farti impazzire. Secondo: avere una sensibilità melò.  Questa sua emotività lo ha spinto a trasferire il melò delle indagini del "ventennio" di Ricciardi (non ci sta male) ai giorni nostri. Questo non funziona: né lo perdono, né lo capisco.

Cuccioli per i Bastardi di Pizzofalcone” è il quarto libro della serie che ha come protagonista la squadra poliziesca guidata dal commissario Palma.
Due sono le indagini che vengono condotte dalla squadra: quella ufficiale, per capire chi ha abbandonato la bambina, e una parallela (un riempitivo: si usa così anche nel fare i paniniquando le fette sono grandi e il companatico principale è scarso), condotta in segreto, per capire chi è la causa della scomparsa dei tanti cuccioli randagi che popolano le vie partenopee. Attenzione però, nei "buguardini" dei medicinali si legge "Eccipiente Q.B." che vuol dire Quanto Basta! Qui si esagera.
Se da questo panino levi metà della ricotta di capra e ci metti altri tre asparagi di che sa? Di niente, perché gli asparagi sono praticamente insapori.
Purtroppo  le indagini sono quasi solo lo sfondo, lo scenario, su cui prende vita la vera storia del romanzo: l’autore, con eccesso di sensibilità melò, approfondisce (appesantisce) i sentimenti, i pensieri, dei suoi protagonisti.
Il giallo in sé è flebile e non riesce mai a tenere con il fiato sospeso il lettore: manca la suspense. Viene spesso voglia di interrompere la lettura o saltare delle pagine "auliche" perché si vorrebbero seguire le azioni concrete storie dei Bastardi. Non le loro gioie e i loro dolori: Sì i sette protagonisti sono costretti ad affrontare dolori e problemi sia durante il lavoro (nel tentativo di dare nuovamente lustro a un commissariato caduto in disgrazia) sia nella vita privata, da chi non riesce a dimenticare la moglie a chi non riesce a confessare il proprio amore e chi è fuori ruolo sia dentro che fuori dal commissariato.


Purtroppo il romanzo, più che un giallo, risulta essere una indagine psicologica troppo protratta. Un lavoro riuscito a metà.
De Giovanni, credo sia il suo carattere, è persona  sensibile: studia e cerca di sviluppare i caratteri dei propri personaggi: non solo dei Bastardi ma di tutti quelli che compaiono in scena, dal delinquente al bambino. Finché li fa agire e dialogare funziona, quando fa introspezioni cade nella trappola del melenso.
Ripeto, nei dialoghi mostra con sensibilità che il mondo non è “o bianco o nero”: i buoni possono nascondere e trattenere impulsi di cattiveria, possono peccare di arroganza, mentre i cattivi sono anche capaci di esprimere dolcezza. Nelle sue riflessioni scade nei luoghi comuni e nel già detto.
Il romanzo è corale: il quartiere è quasi un mondo a sé dove tutti sono a conoscenza di quello che succede agli altri (ma diamine siamo a Napoli!), anche prima della stessa polizia.
Napoli, con le sue vie, le sue piazze, i suoi quartieri, è protagonista indiscussa: De Giovanni la descrive con tenerezza, rivelando tutto il suo amore per la città.

Nonostante non abbia letto i primi romanzi della serie non ho avuto alcun problema nella comprensione del romanzo. Merito della TV. Purtroppo ho sofferto molte pagine (troppe)   usate solo per fare un un riassunto delle storie dei vari protagonisti (e sono tanti!) e delle vicende che   sono state agite nei precedenti romanzi.
L’autore ha voluto  dare non solo ai suoi fedeli lettori ma anche ai “neofiti” la possibilità di apprezzare appieno le indagini dei Bastardi. Per quello che ho letto era meglio se non tentava l'impresa.
Sono riuscito a finire il libro, non leggerò i primi romanzi della serie e credo che (soddisfatto della fiction Rai) mi perderò i romanzi delle prossime indagini dei Bastardi.
Comunque, se vi piace il melò, ve lo consiglio.

Voto ***/5
 

 

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