domenica 29 marzo 2020

La banalità del delitto


Riflessioni su
Double Indemnity

Confesso che ho da subito idolatrato questo film. Per decenni. Su questo blog l'ho già recensito  anni fa. Su questo capolavoro assoluto ( recensione film ) devo tornarci sopra per rifletterci considerandolo da altre prospettive, Per tutti è un noir e anch'io lo considero tale, ma se ci limitiamo a questo ne ricaviamo una visione riduttiva. vediamo se riesco a spiegarmi.
 
Tre i personaggi chiave.


Walter Neff "L'ho ucciso io. L'ho ucciso per denaro e per una donna. E non ho preso il denaro. E non ho preso la donna!", il fesso che voleva troppo.


Barton Keyes  se credente intelligente detective che non ha sospetti su quelli che considera "fessacchiotti". In realtà il fessacchiotto è lui!


Phyllis Dietrichson, bionda, avida, subdola, che porta, come arma di seduzione una catenella alla caviglia (roba da coatti della Magliana)! E' sposata, ma il marito le è d'ingombro… a Firenze potrebbe esser definita una "pissera"!
 
Barton, burocrate intelligente, acuto, ma pur sempre burocrate è brillante nell'indagare solo su truffe normali alla Compagnia di Assicurazione commesse da persone normali e anche tipi sociali (il camionista, l'agricoltore,...) e a lui sconosciute prima, ma che subito, appena ne ha riconosciuta la tipologia, analizza con acume: la routine lo esalta e il pregiudizio lo iuta. Non ha invece la spinta ad andare a indagare nelle "cose normali" che combina un amico e collega: sono per lui eccezionali e quindi non le vede.
Walter normale impiegato frustrato dalla routine cerca il diversivo, l'avventuretta con una casalinga ... la trova e ci casca, ne rimane intrappolato.
Phyllis, casalinga nullafacente e frustrata, fiuta il pollo e alza la posta: per lei walter è uno strumento, una pedina.
 

Una coppi sgangherata. Vedendoli all'opera guardinghi (i clienti del drugstore - casalinghe o pensionati - fanno loro paura!) fanno anche un po' pena, ma non sono da commiserare. Nonostante tutti gli intoppi il delitto riescono a portarlo a compimento. Cinici e avidi, ma ciechi (gli occhiali scuri) andranno insieme alla perdizione.
 Barton non ci capisce niente e non si accorge che in tutte le inquadrature Walter è sempre dietro una gabbia (vedi foto). Il chiaroscuro espressionista (sempre attraversato da luci ed ombre radenti, spesso a strisce) mostra Walter come un prigioniero: per lui non c'è speranza. per lui non c'è scampo.
Infine la musica incalzante di Miklòs Ròzsas: sembra spingerlo inesorabilmente verso il baratro!

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