Quando il cuoco
indaga
storie conviviali
per ragazzi d'ogni età
offerte da
Oscar Montani
(06)
Oscar Montani
(06)
Tre
Primi di riso
(seconda parte)
All'alba vincerò!
Turandot stava sul
trono davanti a Kalaf. Il figlio di Timur, principe di Astrakan era in piedi.
« Per ora hai salvato
la tua testa. Ne hai indovinati due: il primo dopo sette pretendenti. Ma non
t’inorgoglire, ancora non è finita. Ascoltami e rispondi: “Pur fredda come il gelo, ti può scaldare come il fuoco? E' trasparente
e tenebrosa. Se libero tu sei, ne diventi schiavo. Se sei suo servo ti fa re!”
Cos’è? »
Kalaf restò immobile e assorto.
« Su, straniero! Non
sarai in preda alla paura? Ti senti Perduto? »
Kalaf pensava di aver
capito, ma non sapeva come associare la soluzione a un risotto. Guardò
Turandot: vestiva una semplice tunica di seta bianca, senza ricami. Non portava
gioielli, né acconciature. Sulla testa
aveva un lungo velo di seta, anch’esso bianco, che le scendeva fin sotto
le spalle. Sottilissimo, tanto che si potevano vedere, terribili, saettare gli
occhi di tigre.
Kalaf le sorrise
timidamente e si avvicinò alla tavola. “La
soluzione sarà quella che vi sembrerà quasi invisibile”, le parole del
cuoco gli risuonavano nella testa. Era certo che la risposta al quesito fosse
“Turandot”: è fredda, ma chissà quanto mi potrebbe scaldare con i suoi baci! E’
trasparente: ha il velo. E’ tenebrosa: occhi che lampeggiano di oscure minacce.
Non poteva che essere così!
Costeggiando la tavola
rimase inebriato da tutti quei colori: verdi, rossi, gialli, marroni, viola,
neri, di ogni sfumatura. Eppure Mish Ong aveva detto che ci doveva essere un
colore tenue: tra quelli non lo vedeva.
Dopo aver fatto tutto
il giro della tavola si sentì perso. Stava per darsi per vinto, quando, tra un giallo
risotto all’uovo ed uno verde agli asparagi scorse una ciotola di riso in
bianco. Semplice riso con sopra un velo sottile, forse di formaggio bianco. Sentì
il cuore battere forte.
Si voltò verso
Turandot: questa volta il suo sorriso fu più ardito, quasi d’intesa. Con
delicatezza, come stesse raccogliendo un fiore di camelia, prese in mano la
ciotola e andò verso l’amata.
« Turandot, oggi
candida come neve, bianca come latte, dolce come panna, soffice come chiara
montata. »
Arrivato davanti alla
fanciulla alzò la ciotola fino alla sua bocca e con la destra, quasi come
carezzasse il cibo, prese un piccolo pugno
di riso che portò lentamente alle labbra.
« Non servono cucchiai
o forchette, solo con una carezza si può alzare il velo del mistero. Mi consegno tuo
schiavo, ma un tuo bacio mi farà re all’istante. »
Inghiottito il boccone
pose a terra la ciotola, alzò il velo di seta e accarezzato il volto scoperto
di Turandot la baciò a lungo sulle labbra. Si sentì mancare dall’emozione,
tanto erano calde.
Lucie batté le mani estasiata.
« Che bello! »
« Bene, ora ti mangi i risotti di Turandot. »
Misi le tre ciotole sul tavolo davanti alla bambina e le scoprii. Mirko, da vero sportivo notò
subito che, disposte una accanto all’altra, formavano la bandiera italiana.
« Potresti invitare il mister e farli anche per lui
questi risotti! »
« Il “mister”? »
« Dai, Pino! A Viareggio non si sbaglia: il mister è Marcello.
Sarebbe contento di festeggiare il suo ritorno in Italia. Il mio coach lo
conosce, se vuoi... »
« Lasciamolo tranquillo, è stato in Cina così tanto
tempo, gli piacerà stare a casa a guardare il mare »
Con la coda dell’occhio, senza farmene accorgere,
controllai Lucie. Finalmente, senza fare altre storie si era decisa a mangiare
i risotti. Aveva anche deciso di fare in fretta prima che Mirko le si
avvicinasse troppo.
I risotti citati nel racconto ed i loro ingredienti:
Verde (piselli freschi di stagione, asparagi, crema di aneto), Rosso (bietole
rosse, pomodori di nanchino, radicchio rosso), Bianco ( ricotta secca di bufala,
burrata, yoguth).
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