lunedì 13 aprile 2020

CUOCOINDAGA (06)


Quando il cuoco
indaga


storie conviviali  

per ragazzi d'ogni età
offerte da
Oscar Montani
(06)
Tre

Primi di riso
(seconda parte) 
 

All'alba vincerò!
Turandot stava sul trono davanti a Kalaf. Il figlio di Timur, principe di Astrakan era in piedi.
« Per ora hai salvato la tua testa. Ne hai indovinati due: il primo dopo sette pretendenti. Ma non t’inorgoglire, ancora non è finita. Ascoltami e rispondi: “Pur fredda come il gelo, ti può scaldare come il fuoco? E' trasparente e tenebrosa. Se libero tu sei, ne diventi schiavo. Se sei suo servo ti fa re!” Cos’è? »
Kalaf restò immobile e assorto.
« Su, straniero! Non sarai in preda alla paura? Ti senti Perduto? »
Kalaf pensava di aver capito, ma non sapeva come associare la soluzione a un risotto. Guardò Turandot: vestiva una semplice tunica di seta bianca, senza ricami. Non portava gioielli, né acconciature. Sulla testa  aveva un lungo velo di seta, anch’esso bianco, che le scendeva fin sotto le spalle. Sottilissimo, tanto che si potevano vedere, terribili, saettare gli occhi di tigre.
Kalaf le sorrise timidamente e si avvicinò alla tavola. “La soluzione sarà quella che vi sembrerà quasi invisibile”, le parole del cuoco gli risuonavano nella testa. Era certo che la risposta al quesito fosse “Turandot”: è fredda, ma chissà quanto mi potrebbe scaldare con i suoi baci! E’ trasparente: ha il velo. E’ tenebrosa: occhi che lampeggiano di oscure minacce. Non poteva che essere così!
Costeggiando la tavola rimase inebriato da tutti quei colori: verdi, rossi, gialli, marroni, viola, neri, di ogni sfumatura. Eppure Mish Ong aveva detto che ci doveva essere un colore tenue: tra quelli non lo vedeva.
Dopo aver fatto tutto il giro della tavola si sentì perso. Stava per darsi per vinto, quando, tra un giallo risotto all’uovo ed uno verde agli asparagi scorse una ciotola di riso in bianco. Semplice riso con sopra un velo sottile, forse di formaggio bianco. Sentì il cuore battere forte.


Si voltò verso Turandot: questa volta il suo sorriso fu più ardito, quasi d’intesa. Con delicatezza, come stesse raccogliendo un fiore di camelia, prese in mano la ciotola e andò verso l’amata.
« Turandot, oggi candida come neve, bianca come latte, dolce come panna, soffice come chiara montata. »
Arrivato davanti alla fanciulla alzò la ciotola fino alla sua bocca e con la destra, quasi come carezzasse il cibo,  prese un piccolo pugno di riso che portò lentamente alle labbra.
« Non servono cucchiai o forchette, solo con una carezza si può  alzare il velo del mistero. Mi consegno tuo schiavo, ma un tuo bacio mi farà re all’istante. »
Inghiottito il boccone pose a terra la ciotola, alzò il velo di seta e accarezzato il volto scoperto di Turandot la baciò a lungo sulle labbra. Si sentì mancare dall’emozione, tanto erano calde.



Lucie batté le mani estasiata.
« Che bello! »
« Bene, ora ti mangi i risotti di Turandot. »
Misi le tre ciotole sul tavolo davanti alla bambina  e le scoprii. Mirko, da vero sportivo notò subito che, disposte una accanto all’altra, formavano la bandiera italiana.
« Potresti invitare il mister e farli anche per lui questi risotti! »
« Il “mister”? »
« Dai, Pino! A Viareggio non si sbaglia: il mister è Marcello. Sarebbe contento di festeggiare il suo ritorno in Italia. Il mio coach lo conosce, se vuoi... »
« Lasciamolo tranquillo, è stato in Cina così tanto tempo, gli piacerà stare a casa a guardare il mare »
Con la coda dell’occhio, senza farmene accorgere, controllai Lucie. Finalmente, senza fare altre storie si era decisa a mangiare i risotti. Aveva anche deciso di fare in fretta prima che Mirko le si avvicinasse troppo.



I risotti citati nel racconto ed i loro ingredienti: Verde (piselli freschi di stagione, asparagi, crema di aneto), Rosso (bietole rosse, pomodori di nanchino, radicchio rosso), Bianco ( ricotta secca di bufala, burrata, yoguth). 




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