lunedì 7 giugno 2021

Gli zombie del Web


Cicli di vita dei Social Network
Cronana di agonie annunciate


Ritorno sul tema anni dopo, ogni tanto mi piace. Allora affermavo che ogni prodotto ha un ciclo di vita.  Le piattaforme per i Social Network sono prodotti. Ora, dopo il tempo passato dalla nascita, alcuni sarebbero morti, ma sono tenuti in vita solo per "interessi particolari": tanto quelle multinazionali non pagano tassee al massimo pagheranno il 15%, sai che sofferenza! Sopravvivono, solo grazie a flebo, intubazioni nei vari orifizi, sostegni sospetti  e azioni indicibili, in altre parole sono in terapia intesiva!

Il panorama è variegato. Vediamo un po'.
Splinder è morto, viva Splinder!   E' incredibile che ogni tanto (ancora, ma dài!) incontri qualcuno o qualcuna che lì c'era. Esprimono nostalgia... di che? E' vero che era piattaforma italiana, ma anche parecchio ingessata: ci si poteva stare senza muoversi troppo! Su Facebook, qualche anno orsono, era nata una pagina "Reduci da Splinder" ... suggerii perché non "Naufraghi da Splinder"?  Ormai è cosa penosa.
Facebook: all’inizio funzionava bene, ora è rumore: troppi contatti, troppi gatti, troppi cani, troppi nipoti e troppa pubblicità che creano solo disturbi cognitivi!  Un post sopravvive sì e no sei/sette ore e le foto, le poesie e i “capolavori” sono penosi. Si “rinnova” continuamente peggiorando a ogni modifica: vedi il conclamato “Diario”. Ormai è invaso da zie, nonni e nonne che vogliono mostrare, non i nipotini, ma i loro gattini. Tantissimi pets. Sembra la vetrina di Wiskas!
Twitter: funziona ancora nei paesi del nord Africa, mi dicono (lo dice la stampa) sia per la protesta sia per la microimprenditoria. Da noi la gente comunica i sui crucci o i suoi banali successi: il figlio si è laureato con 96/110, capirai! Nessuno ormai ha capito che uso farne (alcuni, orrore, chattano!) e se ti metti a seguire un quotidiano ti arrivano cento segnalazioni al giorno di articoli di cui non te ne frega un tubo! Vita media di un post: sei o sette minuti, in certe ore meno. Ultimamente è stato invaso, dopo i politici, dalle pubblicità: invisitabile!   Durerà, ah saperlo! Pensierino in attesa della fine ufficiale: "Su Twitter sono arrivati gli   spot pubblicitari, Twitter è morto!". Postilla: sono andato a farci una visita... "mammamia!"  che desolato luogo di frustrazione repressa! Parlo dei sedicenti intellettuali che si cimentano in due o tre pensieri elevati al giorno!
LinkedIn: doveva essere la rete di professionisti che ti permette di trovare lavoro! Questo il proposito di una volta. Se qualcuno l’ha trovato ce lo faccia sapere. Ho cominciato ad usarla come vetrina di marketing librario: niente!!! Comincio a credere che i professionisti, troppo impegnati a cercare lavoro, non lo leggano. I gruppi di discussioni languono o sono morti. Sì, le discussioni sono tali e quali... lente e poco (ormai nessuno ci va) partecipate!
Google+: nato vecchio e come i vecchi non cresce! Ormai è morto, anzi soppresso, non conveiva a nessuno sottoporlo a terapia!
Anobii: nonostante l'acquisto da Mondadori è in via di estinzione, causa server sottodimensionato e penosamente lento. La sua dinamica relazionale è pari a quella degli zombie. Le visite segnalate sono sporadiche. Sembra di visitare il camposanto di Montparnasse! I gruppi di discussione languono come i sedimenti di guano nella Terra del fuoco.
Blogger: Non sembra male, pur con qualche incertezza di paging, è supportato da Google+ e ciò aiuta, ma i blog, lo si sa, sono tanti (milioni di milioni!), ma poco visitati.

Zoom e affini: la pandemia ha imposto la DaD e lo Smart Working, le app di videoconferenza hanno invaso al rete e le menti! Tutti voglio esserci, così siamo invasi da labbra siliconate o gonfiate col botulino e da barbe incolte tendenti al grigio peperino! Inquietanti, ributtanti... speriamo passi!

 


A presto!

Nessun commento:

Posta un commento