lunedì 10 gennaio 2022

Dizionoirio (XIII)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte XIII

Lucarelli Carlo

Per mia trascuratezza e superficialità ho conosciuto tardi l'opera di Lucarelli. Cominciai con Almost blue e subito lo apprezzai, ma dopo ho trovato di meglio!

 


C'è da considerare che non mi piacciono i romanzi sui serial killer e qui ce n'è proprio uno, chiamato l'Iguana (da cui la copertina Einaudi), criminale camaleontico cambia identità, modalità e vittime designate. Al dar la caccia al mutante è Grazia Negro, ispettrice in difficoltà tra tanti poliziotti uomini.

 


Per fortuna incontra Simone Martini, un ragazzo cieco che sa ascoltare voci, rumori e musica. Alle voci, tanto per affascinare il lettore, associa colori! A descrivere questo mondo segreto dei suoni è bravissimo Lucarelli.

"È una voce verde. Scivola sul contrabbasso storto che si sente appena in sottofondo"... una delle frasi di Simone, l'unico in grado di identificare la voce dell'Iguana. Grazia e Simone sono una coppia vincente, di più non voglio dire.

Tralascio l'ispettore Coliandro; zotico, imbecille, vanitoso, maldestro e misogino, ma ha dato fama e successo a Lucarelli. Cosa che non è accaduta col commissario De Luca, per me il suo personaggio più riuscito.

 


De Luca è intimamente convito d'essere soprattutto un poliziotto. Lo ripete spesso: "Sono solo un poliziotto!". Di conseguenza è tenace, scrupoloso, attento e sagace. Vincente nelle indagini, ma perdente nelle vicende della sua vita personale: risolve casi difficili, ma si trova sempre dalla parte dei perdenti!

Tre i romanzi, più una sceneggiatura originale (un apocrifo scritto con la supervisione di Lucarelli) redatta a sei mani per la miniserie TV (col bravo Alessandro Preziosi) apparsa sulla Rai.

 


Nel primo, Carta bianca, siamo agli ultimi atti del regime fascista: Repubblica di Salò. De Luca è funzionario di polizia (commissario) di questa miserevole Repubblica che ormai perde pezzi da tutte le parti: per De Luca è come se niente accadesse. È impermeabile a tutto ciò che gli accade intorno! In ogni caso, è bene dirlo, De Luca non ha simpatia per il Fascismo. Guarda le gerarchie (più che i gerarchi: la forma innanzitutto: è uno sbirro!) fasciste con un certo fastidio misto a una buona dose di disprezzo, ma l'unica cosa che desidera è dare la caccia ai criminali, del resto poco gli importa!

Ma è proprio così? In realtà, è troppo perspicace per credere che sia del tutto cieco e sordo. La sua apparente codardia (visto che è un compromesso) e le sue rinunce o debolezze lo tormentano, gli danno mal di stomaco, nausea. Finiranno per avere la meglio: appena risolto il caso arrivano gli alleati e lui, suo malgrado (e malgrado tutto), scappa!

Lo ritroviamo poco tempo dopo e poco lontano ne L'estate torbida. Ha assunto un nome falso ed è nelle campagne dell'Emilia del nord. Viene smascherato da un rampante, acuto, partigiano comunista desideroso di diventare funzionario della nuova nascente polizia.

Lucarelli riesce a muovere con maestria tutti i personaggi, non solo De Luca. Non solo, perfetta l'ambientazione e il suo periodare è brillante, affascinante e coinvolgente: buona lettura!

 

M

 

Machiavelli Loriano

Loriano Machiavelli arriva al giallo nel 1974, quando  aveva quasi quaranta anni e scrive opere di qualità, ma non gli basta! Nel 1990 è cofondatore del Gruppo 13, insieme a Carlo Lucarelli, Marcello Fois e altri scrittori più giovani, tutti "pieni di speranza, di certezze e di idee"!

 


 

La missione del gruppo era: "Inserire contenuti sociali e politici nel giallo italiano, che consideravano piuttosto intorpidito. In effetti nel '90 anche Fruttero e Lucentini si erano un po' coricati...

La cosa che mi sorprende e che lui stesso si consideri intorpidito! Senso di colpa per aver fatto uccidere, tra anni prima il suo Sarti Antonio? Sarti Antonio, già la declinazione vetero burocratica del nome ce lo fa intendere, non è un sergente (poi sarà promosso) o questurino punto e basta: è un pover'uomo che nella vita non sa fare altro che ciò che fa da anni (e mica lo fa tanto bene, ma ha amici che lo aiutano).

 


Un aneddoto su come è nato Sarti Antonio. Siamo nel 1974, Machiavelli è in vacanza in Spagna con la moglie che, poverina, ha dimenticato a casa un pacco di gialli (il suo sonnifero!). Non riesce a chiudere occhio, allora Loriano, marito premuroso, le scrive un romanzo con Sarti Antonio! Nasce così il poliziotto disilluso e caffeinomane che, portandosi a spasso il suo bel mal di stomaco per le strade di Bologna, ha il dono di mettere il naso colà dove non si dovrebbe proprio, e lo capisce sempre molto dopo!

Gialli farciti di sottile e mesta ironia, ci conducono sempre nel lato oscuro di Bologna. eppure in quegli anni "Bologna la rossa" era la gloria conclamata della sinistra!


Grande successo, ma Machiavelli (come Conan Doyle di Holmes) non ne può più e sopprime il personaggio. Ma non se ne libera: dovrà rimetterlo in scena qualche anno dopo. Creca di giustificarsi: "Ogni tanto viene voglia di rivedere un vecchio amico!"


Non credetegli, il ritorno è soprattutto merito di Gianni Cavina uno splendido Sarti Antonio in TV!

 

(Parte XIII - segue)

(Ritorna alla Parte XII)

 

 

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