lunedì 21 marzo 2022

Scrivere gialli: Tecniche, trucchi e stratagemmi (XXII)


I trucchi del mestiere

Come imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare la sfida.
 

Revisione del corso qui proposto nel 2019

Ventunesima lezione

Ed ora è tempo che si parli del tempo... Sì, ma quale tempo? Nei romanzi, quando sono gialli ci sono due tipi di tempo. Trascurando quello meteo  (ma può essere importante : "Era una notte buia e tempestosa...) ci sono il tempo della narrazione e il tempo dell'azione, quello che occorre a fare le cose: spostarsi da un luogo all'altro, ad esempio. Il tempo è infatti importante per ogni alibi...
 

Il tempo

Una storia si dipana nel tempo; il tempo del racconto raramente è quello della storia. L’Odissea dura dieci anni, ma si legge in una quindicina d’ore. Una tragedia greca dura circa tre ore di tempo sincrono. Mezzogiorno di fuoco (Capolavoro del genere western) un’ora e venticinque minuti, sempre sincroni.

I tempi dell’azione
 
Un romanzo giallo non dovrebbe superare le 425 pagine (i Gialli Mondadori sono quasi tutti tagliati!), per leggerlo occorrono circa nove ore, ma quanto è lungo il tempo della storia? 
Dico questo per far capire che nello scrivere l’autore può dover dilatare il tempo per generare suspense, oppure stringere il ritmo per ottenere effetto thriller!
  
La descrizione di un non luogo è un modo per dilatare i tempi, quella di un luogo reale, una città ad esempio, se fatta con sintesi li accorcia. E’ un meccanismo che si mette in azione nella testa del lettore. I particolari del non luogo (spesso archetipo: foresta, spiaggia, periferia, …) lo straniano, la sintesi della città (magari conosciuta) si scontra con il modello di città della sua mente: ridondante e caotico. Questo gli da ansia.
 
I tempi della narrazione
Scegliere il presente è molto rischioso, è un virtuosismo stilistico (molto seducente per gli esordienti) che può far cadere in malo modo. Se riesce è però da applauso. Siate solo consapevoli dei vostri limiti.


Nel film Mezzogiorno di fuoco si narra al presente e la scena è letteralmente invasa da orologi. E' comunque roba da tragedia greca!
 Presente: da usare con parsimonia per creare, in brani brevi, effetti di straniamento, sospensione o suspense, ma solo quando si narra in prima persona. In terza può suonare ridicolo o artificioso. Si faccia molta attenzione al salto temporale, dal passato al presente e ritorno, le trappole possono essere molto infide e nascoste.
La scelta tra passato e passato remoto non è solo stilistica. Il tempo crea un legame tra narratore e lettore. Col passato   (lo colpì – lo colpii) di fatto si suggerisce: “Ascolta e pazienta fino in fondo, poi giudicherai.” E’ un discorso chiuso. Col passato prossimo (lo aveva colpito – lo avevo colpito) resta una sottile possibilità: il discorso dà l’impressione d’essere ancora aperto, soprattutto se si narra in prima persona. Credo che con questa seconda modalità temporale si carichi di più il meccanismo della suspense, meglio ancora, come vedremo dopo, se si usa il passato prossimo...
 
 Passato: più congeniale al racconto sequenziale, dove la storia fila liscia e diritta.
Ma si può tornare indietro usando l’analessi o flashback: in questo caso il passato prossimo è più efficace a generare suspense: pur passato, della scena, conserva ancora un eco, un odore, un sospiro …
 
 
Il film La fiamma del peccato  di Billy Wilder è l’esempio più famoso: tutto il racconto è in flashback. Walter Neff, il protagonista narratore, ferito gravemente, lo registra sul dittafono. Non è cosa da poco: lo sceneggiatore è Raymond Chandler e il regista Billy Wilder: volete proprio competere con loro?
 
     «Io ho ucciso per denaro ... e per una donna … E non ho avuto i soldi... e non ho avuto la donna».
 
Passato prossimo: più adatto nel caso di flashback. Come si può capire dalla citazione sopra. Infatti lascia aperta (solo uno spiraglio, ma aperta) la questione. In altre parole lascia accesa la fiammella della suspense! (Se no, non sarebbe La fiamma del peccato!). Nella prossima lezione esamineremo il tempo dell'azione.
 
 
 

 

 

 

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