I trucchi del mestiere
Come
imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir
e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare
la sfida.
Revisione del corso qui proposto nel 2019
Ventiquattresima lezione
Il montaggio - 2
Innescare la suspense
Il paragone vi sembrà improprio, forse anche esagerato, ma credetemi: creare la suspense in un romanzo è come preparare un campo minato. Ad ogni frase si prepara un'esplosione di sospensione, ma le esplosioni evono essere subliminali (non chiassose con palese evidenza!) ed è anche bene evitare che avvengano tutte insieme: sarebbe un bel guaio!
Sospetto, Suspicion, Sopseso... Suspense. Il montaggio
della trama e il ritmo delle scene, quando lo scopo è creare suspense, hanno bisogno
anche di essere accordati col tempo.
Il tempo delle parole (frasi e parole hanno un proprio tempo: la
metrica) influenza il respiro e la velocità degli occhi del lettore.
Accordare le frasi significa dare ritmo alla narrazione o proporre una scena sul momento ambigua ne esalta l'effetto. Ed un oggetto solo apparentemente normale, come un bicchiere di latte (con una lampadina immersa dentro!), può crearne di più...
Dopo
il primo montaggio si rilegge il testo: in genere (frutto della nouva immedesimazione dell'autore) la
scansione suggerisce nuovi tagli, spostamenti di scene, punteggiatura diversa e
tempi che massimizzino l’effetto.
La suspense, quando
funziona, diventa uno stato d'animo del lettore, lo stato d’animo del “tuo” lettore. O del "tuo" spettatore, che, in certi casi, può essere doppiamente osservatore della scena: La finestra sul cortile (il film di Alfred Hitchcock)ne è un classico inimitabile esempio.
Lasciamo le mine e spostiamoci nel regno delle fate: la suspense è un incantesimo. Un incantesimo (o stato d’ipnosi, se siete poco romantici) che va rispettato,
curato con devozione, mai interrotto, soprattutto mai abusato.
Tiene il lettore attento sulla pagina, è una sensazione
procurata, uno stato di sospensione in
cui è messo il lettore, quasi levitante
sopra il libro.
La suspense è una specie di malia (o incantesimo) che
l’autore fa al suo lettore, una tecnica importante, da usare con cura senza
abusarne, perché è una cosa “sua”.
Questo comporta tre regole:
1.
deve essere preparata,
2. non banale,
3.
a termine,
4. il lettore non se ne deve accorgere.
Una cosa così non s’improvvisa, per quello occorre un accurato
montaggio secondo le regole di ritmo già illustrate. Secondo le regole di una
composizione musicale. Si è già detto delle numerose riletture per cercare di
cogliere il ritmo, la musicalità della prosa.
La banalità offende il lettore. Si è detto che la
suspense è un suo stato d’animo. E’ nella mente del lettore non nel testo: nel
testo c’è nascosto, tra le righe, il meccanismo e quello lo deve conoscere solo
l’autore. Non dev'essere reiterata: si rischi di farla scoprire!
Quando è scoperta non funziona più: è come una trappola senza le foglie
sopra a nasconderla.
Suggerimento: Dopo che è l'abbimo aftta finire, la possiamo riprendere. Dopo una pausa, non
subito, con altro ritmo, magari più incalzante,
come un nuovo movimento in una sinfonia, quando si sale di un tono. Di
fatto l’autore si comporta come un compositore, non tutti però sono dei Mozart!







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