domenica 6 marzo 2022

Scrivere gialli, Tecniche, trucchi e stratagemmi (VII)


I trucchi del mestiere

Come imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare la sfida.
 

Revisione del corso qui proposto nel 2019

(Sesta lezione)

Da qui in poi inconteremo molti bivi o incroci. Ci sarà da scegliere la via  migliore per ciascuno!




Primo incrocio multiplo.
 
 
La scelta della persona narrante. Non è una questione di gusto, né solo una decisione tecnica (la tecnica viene dopo), quindi non è da prendere a cuor leggero: non è  semplice ed ha molte implicazioni. Attenzione: può portare su differenti sentieri narrativi! 

Vediamo alcuni esempi.


Il ten. Colombo  fa ancora eccezione (lui è l'eccezione!): non può che essere raccontato in terza persona. Sono inoltre convinto che sia parecchio difficile tenere alta la suspense con un racconto scritto alla “Colombo”, la fiction televisiva è altro, può usare tecniche narrative che non son possibili con la pagina scritta!
 
Il commissario Montalbano è un esempio virtuoso (da parte dell’autore): la vicenda è narrata in terza persona, ma sempre attraverso i suoi occhi: A. Camilleri è più di Watson (che a volte, vedi Il mastino dei Baskerville, si trova ad agire da solo!), è Montalbano stesso!
Esempi di narrazione in seconda persona non ce ne sono molti. Il più famoso è quello del Dr. Watson. 
 

Amico e comprimario attivo, partecipa attivamente alle azioni: offre un contributo operativo a volte decisivo a Holmes. E' tecnica molto ottocentesca e poco gettonata dagli autori.
Il Dr T. Berra, sodale del funzionario di polizia A. Jelling (La bambola cieca), personaggio narrante della serie Bostoniana di Scerbanenco, ascolta il racconto del suo “sodale” non nascondendo una vena di scetticismo per la logica del detective. 
 

Anche Philo Vance è narrato in seconda persona: S.S. Van Dine s’impersona suo segretario! Ma Van Dine era astioso con Agatha Christie e pure con Raymond Chandler, per non parlare di altri: era astioso con l'universo mondo!... dimostrandosì così uomo di poco acume! Infatti, con le sue 20 regole, se la prende con gli autori che narravano in terza persona: una moltitudine!
Quando si narra in terza persona (la forma più facile e più ricorrente, ma più difficile da tenere sotto controllo) sono importanti le dinamiche, l’introspezione dei personaggi e la struttura (il montaggio) del racconto: il lettore ne può sapere di più del detective (Colombo docet), il rischio ricorrente è che ne sappia di meno (regole di S.S Van Dine). Gli autori dozzinali seguono questa via per "sorprendere" i lettori con colpi di scena ad effetto, ma di bassa qualità. Sono dei disonesti, ne cito solo due: Dan Brown e Camilla Lackberg. Diffidatene, vi fanno solo perdere il vostro tempo e non vi arricchiscono la mente... anzi cercano di farvi sentire stupidi!

I più onesti (io non a caso sono tra questi!) sono i narratori in prima persona. In prima persona sono estremamente importanti l’attrattività, i comportamenti (soprattutto i dialoghi) e il carattere del narratore. Il lettore vede attraverso i suoi occhi (la sequenzialità) e conosce tutti i suoi pensieri (la complessità dell'interazione): è importante che ci si possa identificare.
 

Quante possibilità! Tre tipi di detective, tre modi di narrazione, almeno quattro generi (ma se si considera lo storico sono cinque,  il post noir lo mettiamo da parte e il soft boiled è uno stile). 3x3x5= 45 variazioni possibili. Non spaventatevi alcune combinazioni sono assurde, abbiamo già detto di Colombo, e pensate a un poliziesco ambientato nel medioevo, quando la polizia non c'era!  Il nome della rosa fa scuola!

Ma tutto è possibile: gli autori a volte si lasciano trasportare dall'emozione: adrenalina e creatività sono una miscela esplosiva. Può nascere il capolavoro (raro) o storie ridicole (tante)! Dovrebbero preoccuparsi del lettore che, oltre che leggere, giudica. Ma quanti autori fanno una scelta   tenendo conto, con rispetto, della propria audience potenziale. Purtroppo il lettore, non smaliziato, è soggetto a messaggi pubblicitari (perlopiù subliminali o forti: l'autore ospite da Fazio!) che lo possono influenzare non solo all'acquisto, ma anche alla sopravvalutazione dell'opera!
 
 

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