I trucchi del mestiere
Come
imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir
e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare
la sfida.
Revisione del corso qui proposto nel 2019
Ventottettesima lezione
Per capire bene come funziona i rapporto coi propri personaggi occore esercitarsi mettendosi in gioco di persona.
Questa che propongo
sarebbe un’esercitazione per aspiranti scrittori, ma è utile anche ai lettori. Il lettore esperto capirà
subito come usarla per mettere a punto un suo sistema di pesi e misure atto a valutare ciò che legge.
Esercitazione 05
“buio sullo specchio”, ovvero coi personaggi “ghost”!
Lo scopo di questo esercizio è
abituarsi a vedere le cose con gli occhi dei personaggi. In modo da evitare
piattezza nella narrazione, ma anche evitare normali sindromi di “narcisismo”.
Tenete davanti a voi le schede dei personaggi. Se li avete voluti (mica si sono
invitati in casa vostra da soli!) avrete in testa anche una bozza di storia o era dentro il famoso
cassetto?
V'è una coppia in un interno. La finestra è aperta. Ponete il vostro focus
al centro, da un posto panoramico che vi permetta di vederli tutti e due... fate finta che sia il luogo che
avete scelto per la vostra storia. Non esiste? Certo che esiste... lo avrete di certo
descritto in una bozza nascosta da qualche parte.
Analizzatelo bene con la mente, rileggetelo per bene nei particolari, nella prossemica delle figure... con
attenzione, curiosità e e senso critico.
Ha un’anima? Bene, era così che si voleva.
Ora vi accorgete che è popolato. Chi sono? Sia fa presto a dirlo: due parole. A farlo è più
difficile.
Due possibilità
1.
Narrate
in prima persona: il narratore (è la scheda che avete voi e voi sapete cosa pensa “lui” o "lei" stando in quel posto) lo vede coi “suoi
occhi”. Questo indipendentemente dalla vostra identificazione col personaggio:
le prime volte succede. Se con lui, come in questo caso, c’è
un altro personaggio deve anche raccontarci come “gli” (o "le")
sembra che l’altro viva o percepisca quel posto.
2.
Narrate
in terza persona: prendete a primo
riferimento uno dei due personaggi (quello principale: vale lo stesso discorso
sull’identificazione) e raccontate come si muove e cosa prova in quel luogo. Poi passate a quello che lo accompagna nella scena.
Non
ci devono essere dialoghi (per adesso, ma poi...) è solo un modo di far entrare i
personaggi nella scena e con loro il lettore. Dovete favorire il processo di
identificazione del lettore col personaggio principale (chi è lo sapete voi)
attraverso l’introspezione: impressioni, odori, rumori, colori …
Potete
chiamare i personaggi per nome: Beppe, Piero, Anna, Maria, Jack o Jeff (perché
no?). Non il cognome! Che vuol dire? Che per adesso vi deve interessare solo
che si adattino alla situazione. Quando poi (tra qualche tempo) dovrete
scrivere l’intero racconto avrete altri due problemi: una breve descrizione dei
personaggi e il dialogo tra di loro, ma di questo ne riparliamo tra due o tre
lezioni.





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