Dall'A alla Z
miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir
ovvero il mio Dizionoirio
D
Dark Lady
Il mito, il teatro, le favole e la storia sono pieni di Dark Ladies! Qualcuno le ha chiamate Mantidi religiose, io preferisco Dark Ladies.
Una breve carrellata, tanto per chiarire che nella letteratura antica non c'era solo la fedele Penelope, ma anche qualche tipa poco affidabile. Richiamiamo alla memoria alcune delle più significative.
Clitennestra uccide il marito Agamennone, ne aveva di ragioni (non si lascia la moglie vogliosa, sola per dieci anni a premeditare!) ma è cinica, efferata e spietata. Continuando col teatro bisogna ricordare Lady Macbeth, la ferale mortifera eroina (si fa per dire!) di Shakespeare. Dopo, ma appena ieri in TV, ne Il trono di spade: Cersei Lannister.
Poi, molto poi dopo, dopo che il postino aveva suonato due volte, venne il genere letterario hard boiled e poi detto noir e subito seguì (colpevole del battesimo retroattivo del genere letterario!) il cinema.
Ecco allora Phyllis Dietrichson de La fiamma del Peccato, Cora Smith de Il postino suona sempre due volte e Gilda. Le più famose, ma forse non le più perfide.
Ma se torniamo alla storia, al 1625, che poi ci rimanda al 1948, la più famosa, la più terribile, la più affascinante, la più cattivissima Dark Lady è la velenosa Milady de Winter.
Purtroppo il film I tre moschettieri non è un "noir", in più è a colori! Abbacinanti i toni dl verde e del viola: colori che rendevano meglio in tecnicolor! Lana Turner nella parte della malvagia donna è perfetta, un modello storico che fa storia!
De Cataldo Giancarlo
Confesso che a suo tempo non seguii La piovra in TV. Caro commissario Cattani (alias Michele Placido), non me ne sono mai pentito, tu sì, che t’è toccato farti ammazzare per poter smettere! Allo stesso modo non mi sono pentito di non aver apprezzato il Poliziottesco più o meno coevo. Penso ancora che nocciano alla salute mentale dei cittadini, che ne escono sfiduciati nello Stato e nelle sue Istituzioni. Che tanta fiducia non la meritano, ma bisogna credere e far credere che “L’abito fa il monaco!”
Fatta questa premessa capirete perché non mi è piaciuto Romanzo criminale né poi Suburra. Con questo chiudo questa voce, non sarebbe giusta una critica impietosa scritta con estrapolazioni da altre recensioni contrarie.
Delitti della Rue Morgue
Il racconto Sacro Graal di ogni giallista o aspirante tale. In altre parole "quello che cerchi e non puoi trovare": cercarlo è un atto di fede!
Alle tre del mattino i residenti della Rue Morgue (che a Parigi non è mai esistita) vengono svegliati di soprassalto da terribili grida provenienti dall'appartamento di madame l'Espanaye... Nel seguito si raggiunge, con tanti particolari assurdi, l'apice del mistero.
A dipanare la trama dell'intricata matassa interviene le Chevalier Auguste Dupin. Estraneo ai metodi della Polizia, che pure ha chiesto, d’imperio, il suo aiuto, ricorre a una sua tecnica non contemplata nella procedura d'indagine in uso: anziché cercare indizi, abduce (formula) un'ipotesi a prima vista improbabile e assurda. Poi persegue con tenacia la sua veritazione!
Molti tratti del suo ragionamento logico saranno pure usati da Sherlock Holmes, suo fratello minore, ma con maggior successo. I tratti caratteriali poi diventeranno segni particolari del detective geniale: uso di rigorosa logica, facoltà deduttive disumane, alta cultura umanistica e/o scientifica...
E.A. Poe crede nella superiorità delle facoltà del cervello umano ma non se ne fida del tutto (con ragione!): pensa che comunque occorra la dimostrazione della tesi.
Il racconto è bello (un gioiello), importante e basilare. Chi legge, o peggio, scrive gialli deve leggerlo e rileggerlo, almeno tre volte all'anno, o di più. Poi dedicarsi a momenti di intensa meditazione, finché levitazione non sopravvenga!
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