giovedì 20 aprile 2023

 De serialitate

discorso minimo sui minimi sistemi ovvero: le serie gialle


L'altra sera, guardando la serie 5 di Rocco Schiavone, ho fatto utili (per me) riflessioni sulla serialità dei romanzi gialli e noir.

Premessa

Ho sempre sostenuto, e lo sostengo  ancora, che la serialità nasce da un ragionamento di gretta economia dell'autore: costa meno scrivere un sequel che impiantare un nuovo romanzo (Nuovi personaggi, nuova location, nuovo clima...), inoltre il lettore gli è spesso complice! 

Posso parlare senza destare sospetti di conflitto d'interessi: sono colpevole di molti sequel con ben cinque personaggi (Corto (oggi), Bertuccio (Rinascimento), Idamo (Ventennio), Raimondo (epoca napoleonica) e Mariotto (Barocco))!

Il lettore torna bambino!

Col sequel l'autore risparmia tempo e accontenta il lettore bambino (i bambini sentendosi raccontare più volte le stessa favola acquistano sicurezza!), ma non lo riconosce come "Lector in Fabula"! 

 


Il lettore evoluto si sente defraudato: gli viene impedito d'immaginare cosa ci sia dopo, al posto del "vissero felici e contenti". La sua creatività è stata tarpata!

Il lettore bambino, invece, ne rimane catturato e prova rassicurata gratitudine. Per cui i lettori delle strisce di Charlie Brown, di Diabolik, di Paperino e altri... sono dei bambini da rassicurare ed è cosa buona che lo si faccia (Poirot, Miss Marple, Nero Wolfe e Salvo Montalbanone ne sanno qualcosa!), ma non dimentichiamoci del lettore smaliziato che invece non è per niente contento! Pertanto chiedo scusa a questi lettori... ma, siccome sono tirchio, continuerò a peccare!

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