Dall'A alla Z
miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir
ovvero il mio Dizionoirio
Parte XXIV
L
Labirinto Mortale
Labirinto
mortale (The House on Carrol Street) è un film di Peter
Yates con Kelly McGillis, Jeff Daniels e
Jessica Tandy. Il titolo italiano, stupidamente ad effetto, non è da considerare.
Si svolge a New York 1951 durante la crociata anticomunista (La caccia alle streghe) lanciata dal senatore McCarthy. Una giovane giornalista (fotoreporter), perde il posto perché sospettata di avere idee sovversive. Pe sopravvivere va a fare da lettrice a un’anziana signora con gli occhi stanchi. La vecchietta abita in una vecchia casa nel Queens, in Carrol Street, con un grande e incolto giardino.
Da lì la ragazza scopre le trame di un'organizzazione clandestina che fa entrare negli USA ex nazisti con nomi di ebrei defunti. L’aiuta un agente FBI che le era stato messo alle calcagna. Scritta da Walter Bernstein, finito 40 anni fa sulla lista nera come intellettuale di sinistra. Un godibile thriller che doveva essere di serie B, ma che, essendo molto ben fatto e ben recitato, è finito in A!
Qualcuno sostiene che la sceneggiatura sia poco credibile e che difetti di fluidità, per me non è vero e alcuni personaggi di contorno sono azzeccati con notazioni intelligenti. Non manca poi la suspense.
Di fatto regge al passare del tempo e ora se ne apprezza ancora di più il rigore formale. Credo che il meccanismo della suspense sia ben oliato. La trama non è certo originalissima, ma Hitchcock, su atmosfere del genere, ci ha davvero abituati male!
La McGillis, reduce dall’erotismo quasi monacale (moglie di un Amish), de Il testimone, ci stupisce con le sue occhiate piene di sospetto e con atletiche corse da mezzofondista (lo era davvero, però: poteva andare alle Olimpiadi!). Daniels, attento e coinvolto è perfettamente nel ruolo. Splendida fotografia di M. Ballhaus che rende piacevolmente vintage l’ambientazione storica. Da antologia l'inseguimento alla Grand Central Station che, ovviamente, s’spira al maestro Alfred! Un buon film, credo sottovalutato, da rivedere e gustare, se vi aggrada un po' di tensione.
Lansdale Joe Richard Harold
E' padre sopravvalutato degli altrettanto sopravvalutati Hap&Leonard, due paradossali e fuori dalle righe detective. Praticano l'ironia della violenza, personalmente non mi fanno ridere per niente.
Per sua fortuna ha scritto anche altre opere, tra cui romanzi, tanta roba.
Di Hap&Leonard è stata realizzata anche una serie televisiva (di scarso successo) statunitense. La prima stagione riprende le vicende del romanzo Una stagione selvaggia. Mi sono fermato alla prima puntata e non vi so dire altro: penso di non essermi perso niente!
Larson Stieg
A proposito di sopravvalutati, Larson è nei primi posti della classifica (insieme a qualche altro, o altra, autore nordico). Anche lui si sopravvalutava da solo! Quando faceva il giornalista (per una specie di Espresso: un magazine d'inchiesta) affermava infatti: "È molto facile scrivere romanzi polizieschi. Molto più difficile è scrivere un articolo d'inchiesta con seimila battute in cui tutto dev'essere esatto al cento per cento!". Peccato che abbia scritto romanzi di più di 800 pagine dove niente è esatto!
Nel 2002 segue quella che per lui è la via più facile: inizia a scrivere Millennum. Dopo appena due anni, nel 2004 (era davvero facile o aveva dei ghost writer?) ha completato le circa 2500 pagine della trilogia.
Un mattone (anzi tre) incredibile! Si salverebbe solo il personaggio di Lizabeth Salander se con le sue sfaccettature estreme, con la sua instabilità caratteriale, non sembrasse il personaggio di un'altra storia.
Di una storia cyberpunk, tanto per essere precisi. Appare dopo qualche centinaio di pagine e sembra entrarci come il cavolo a merenda, poi si prende la scena! Madonna che fatica!
Ma torniamo al nocciolo della questione: Uomini che odiano le donne (primo tomo) non ha le caratteristiche di un romanzo Cyberpunk.
In più sembra la copia esasperata (anche un po' stiracchiata) di Michelle, la ragazza border line (strana assai e misteriosa) del film Frantic di Roman Polansky.
Com'era naturale la trilogia ha generato tre film: uno più brutto dell'altro, Della serie "Errare humanum est, perseverare diabolicum"!
Poi, sull'onda degli incassi, son nati gli apocrifi. La vedova di Larson (per le leggi di quel paese) non poteva ereditare i diritti, si è allora arrangiata con i già attivi Ghost Writer (quelli che avevano aiutato Stig nel 2002)!
Si spera che prima o poi si finisca di produrre spazzatura contribuendo a mettere a rischio le foreste amazzoniche: che Greta ci metta un occhio!
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