Dall'A alla Z
miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir
ovvero il mio Dizionoirio
Parte XXIX
Matteo Don
Don Matteo Bondini, che ha un legame forte con “Lassù”, con la Trinità nella fattispecie, è, all’inizio della serie, il parroco della Chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio.
Anni dopo è stato trasferito (per motivi di budget televisivo) a quella di sant'Eufemia a Spoleto: nella realtà Gubbio e Spoleto appartengono a due diocesi differenti. Ma nella realtà né Philippe Le Roy, né Gastone Moschin, che mostrano di conoscerlo bene, hanno mai fatto il vescovo!
Il prete (ma lo è davvero?) possiede una bici nera coi freni a bacchetta, come quelle urbane di una volta e senza pedalata assistita... La maltratta, sbattendola sempre contro un muro: ci credo, con tutte quelle salite! Sono convinto che gli manchi molto il cavallo di quando era parroco in una chiesetta vicino a Tutumcari (dove non tutti i treni fermano) e lo chiamavano Trinità!
Grazie all'amicizia e alla collaborazione affettuosa con il maresciallo dei Carabinieri Nino Cecchini, riesce a intrufolarsi nei casi legali e criminali e a risolverli grazie a un indizio decisivo, che arriva molto spesso per intuizione innata e per la sua ampia e approfondita conoscenza dell'animo umano.
Don Matteo (ormai riconosciuto come Prete d'Italia) è gentile, empatico, paziente, comprensivo e disponibile verso tutti e mostra (sfiorando il melenso) una straordinaria capacità amorevole verso le persone coinvolte nel caso, soprattutto nei confronti degli assassini.
Le sue intrusioni vincenti (lui con la bicicletta arriva sempre un paio di minuti prima delle Gazzelle volanti!) non sono, però, molto gradite ai capitani che si susseguono nella locale caserma dei Carabinieri: Flavio Anceschi, Giulio Tommasi e Anna Olivieri.
Questi cercano di tenerlo lontano dalle indagini, ma alla fine, ingoiando il rospo, riconoscono sempre la bravura superiore del sacerdote. Vorrei vedere, con quasi 13 milioni di spettatori! Don Matteo però non è interessato alla cattura del colpevole (il merito lo lascia agli amici carabinieri), bensì a redimere la sua anima. Ciò, per certi aspetti, lo avvicina a circa mille miglia da Padre Brown, che però sta oltre la Manica!
Monk
Detective Monk è stata una serie di successo in USA, ma ancora si può vedere in streaming. Monk è fortemente atipico: un genio con molte tare autistiche e compulsive. Supportato e sopportato dai comprimari risolve casi strambi e con un meccanismo da settimana enigmistica.
In altre parole sono gialli da bambini precoci, ma la godibilità è fornita da altri motivi. Vi avverto: occorre stare al gioco!
Montalbano Salvo, commissario
Il Commissario Salvo Montalbano è il Commissario d'Italia anche se nella finzione è commissario di polizia a Vigata (nome di fantasia per Porto Empedocle). Il personaggio, nato dalla penna (tastiera?), "navigata" in TV, di Andrea Camilleri, è un uomo sagace, tenace fino alla testardaggine, ruvido, dal carattere spesso scontroso e radicalmente onesto. Nonostante il successo editoriale e televisivo, non è un personaggio simpatico. Un po' meglio da giovane, si vede che dopo s’è un po’ incarognito!
Nato nel 1950, è laureato in Giurisprudenza. A trent’anni ha iniziato la sua carriera in polizia diventando (quando aveva una folta capigliatura) vicecommissario a Mascalippa, un piccolo paesino di montagna in provincia di Enna.
Amante del mare ha vissuto con fastidio esistenziale il periodo in montagna e appena gli è stato possibile si è trasferito a Vigata. Vive in un’amena villetta che si affaccia sul mare a Marinella. A lui piace fare una bella nuotata giornaliera.
Montalbano ha uno spirito solitario, a tratti selvatico, ama indagare da solo nonostante possa contare sul suo sagace, ma sciupafemmine, vice Mimì Augello e sull’ispettore Giuseppe Fazio suo uomo di fiducia e d’ordine per l’anagrafe dei sospettati.
Nel suo commissariato lavorano anche Agatino Catarella, goffo responsabile del centralino (ma genio del PC), e gli agenti Gallo e Galluzzo. Durante le sue indagini Montalbano collabora spesso con la bella Ingrid Sjostrom e il fidato giornalista TV Niccolò Zito. Figura importante (materna) nella sua vita è Adelina Cirrinciò. La domestica, madre di un ladruncolo che lo stesso Montalbano ha arrestato, prepara per Salvo gustosi piatti della tradizionale cucina sicula. Lui ottima forchetta apprezza e mangia con gusto.
Salvo Montalbano è fidanzato, da lungo tempo, con Livia Burlando con cui vive un altalenante rapporto a distanza. Lei, infatti, vive a Boccadasse (Genova) ma viene spesso a trovarlo a Vigata e nonostante le frequenti incomprensioni si amano molto. Uno dei motivi di lite tra i due è la presenza di Adelina che secondo Livia prima o poi lo avvelenerà per fargli pagare l’arresto del figlio.
Montalbano ama profondamente mangiare, soprattutto il pesce fresco e la pasta ‘ncasciata (alla ragusana) di Adelina (I suoi arancini!). I pasti sono per lui momenti sacri (riti solenni, da non turbare), quando mangia non parla, e viceversa.
Ha successo con le donne e nonostante sia fidanzato gli capita spesso di subire il fascino femminile. Introverso com’è rifugge i media ed è privo di ambizioni; tenta in tutti i modi di opporsi alle possibili promozioni.
È un commissario abilissimo, scioglie complessi intrighi e sfugge alle trappole grazie al suo fine ingegno. Ha un forte senso per la giustizia e, a volte, la declina secondo un suo personalissimo senso. È sempre vicino ai più deboli e lontano dalla potente burocrazia.
Il pubblico conosce il commissario Montalbano per la prima volta nel 1994 quando Andrea Camilleri pubblica il romanzo La forma dell’acqua. Fino ad oggi sono stati pubblicati una quarantina di romanzi in cui è protagonista.
Nel 1999 è stato trasmesso, su Rai1 il primo episodio della fiction “Il commissario Montalbano”: Il ladro di merendine. Successo senza precedenti, a volte ha pure superato Don Matteo!
















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