giovedì 27 aprile 2023

Nuovo Dizionoirio (XXXV)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio

Parte XXXV


P

Perfezioni (Le … provvisorie)

 


Mi fa gioco introdurre il discorso su Carofiglio con questo titolo di un suo romanzo. Ma andrò in senso inverso!  Su Gianrico Carofiglio, infatti, preferisco parlare di Imperfezioni Temporanee (con molto margine di miglioramento!). Nei primi romanzi, infatti, la sua prosa era un po’ impacciata, quasi fosse guastata dal suo passato (burocratese della peggior specie!) in magistratura. Negli  ultimi scritti è più sciolta e pure più corretta: non ho più trovato nemmeno un congiuntivo sbagliato! Onore al merito, bravo!

 

Pericoli

Ogni genere letterario ha i suoi canoni e anche ferrei vincoli: sono gli articoli costituenti il Contratto col lettore!. Quelli del genere giallo/noir sono pesantissimi e pure rigorosi (per alcuni autori rigidi e quindi insostenibili: infatti non ci provano nemmeno a scrivere gialli!).

 

Anche un romanzo moderno (il canone whodunit del giallo a enigma è ormai un reperto da museo) deve sentirsi vincolato ad alcune regole. Soprattutto: il meccanismo narrativo (effetto collaterale del cinema) dev'essere al contempo "avvincente" (la suspense deve coinvolgere i lettori) e "costruito" (strutturalmente) per raggiungere un finale convincente: in altre parole la chiave di volta che serra (punto di convergenza delle forze statiche) la cupola.


Questa esigenza di un "finale" convincente è molto delicata: uno scrittore può aver usato creatività fantasiosa e prosa eccelsa, ma se il finale "non torna" il libro viene subito considerato un fallimento. La signora in giallo, ad esempio, spiega il delitto con semplicità e leggerezza!

Avventurarsi a scrivere un giallo senza esser consapevoli di questo è come fare una passeggiata su un campo minato con gli occhi bendati, è idiozia non considerare che il giallo/noir è un genere in cui "la fine" occupa un posto privilegiato. Due le vie di scampo, ma bisogna conoscerle! 

O (prima via) racconta un fatto che accadrà (la storia procede verso un crimine), per cui segue una prospettiva teleologica: tutto deve condurre a quel finale anche a costo di studiate (ma convergenti) deviazioni. 

Oppure (seconda via) racconta un fatto che è già accaduto (l'incipit è il crimine) e la prospettiva è dunque anticronologica: la narrazione deve ricostruire le motivazioni per cui il crimine è stato commesso.

C'è poi, proprio nel mezzo del campo minato, il trabocchetto del "non detto"! La cosa più difficile per chi ci volesse provare. Guai a dire tutto, guai a dirlo in modo lampante e chiaro: addio al romanzo! Dovrà accettare la scommessa di seminare veri indizi senza farli apparire tali, e falsi facendoli sembrare veri!

Spero che a questo punto si sia capito che nel giallo il meccanismo narrativo richiede molta attenzione e, per chi ne è capace, qualche acrobazia, ma senza esagerare: i lettori non sono più ingenui come in epoca vittoriana!

Non è detto che l'uscita dal campo minato possa risultare liberatoria. Uno dei pericoli di un meccanismo sofisticato è infatti trovarsi impreparati allo "spiegone" finale.

 


Nei romanzi antichi era il momento in cui Poirot, o un suo emulo, radunava in salotto, va bene anche la biblioteca, tutti i personaggi per sbrogliare l'intricata matassa (Agatha Christie lavorava a maglia ed era esperta di come fare per trovare il bandolo della matassa!). Purtroppo questo accade anche in qualche romanzo "moderno" e l'impaccio risulta evidente, anzi imbarazzante, se non ridicolo!

 

Poe (Edgar Allan)

 

 


Nascere genio e vivere da genio può essere un tormento, come avere un corvo appollaiato sulla testa! Sembra che, suo malgrado, Edgar abbia inventato il genere giallo. In realtà il suo scopo era altro.

 

 


Ed anche il suo investigatore “molto privato”, il Cavaliere Auguste Dupin, è molto diverso dall’investigatore tipico del genere giallo ad enigma. È spiantato, parco e modesto, ma tenace. Non fatevi ingannare dal fatto  che il cavalier Dupin, in rue Morgue, indaga su un paradigmatico delitto della Camera Chiusa (poi diventato una moda), ma la soluzione è molto bizzarra, e pure irridente! Alla Poe insomma!

(Parte XXXV - segue)

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