Giovedì 10 gennaio, alla Fabbrica della conoscenza della Ginestra a Montevarchi, si comincia!
Il caso dei 3 "Gialli" in giallo
a Hollywood
a Hollywood
Charlie Chan, Mr. Moto e Mr. Wong
eclettici esotici detective
eclettici esotici detective
(7)
Noir di China
Visto che in questa puntata (e anche nella successiva) parleremo di fumetti gialli-noir con
detective di etnia cinese, questo titolo è particolarmente ambiguo o bifido. Intendetelo
come più vi garba.
I fumetti dedicati a Charlie Chan iniziano nel 1938.
Di conseguenza dobbiamo allora parlare prima
dell'arrivo del terzo detective: Mr. Wong.
James Lee Wong , in arte Mr. Wong , è
il detective cinese, tutto americano, ideato da Hugh Wiley (1884-1968), un autore molto attento alla domanda del mercato POP. Mr. Wong, coevo e "concorrente"
di Mr. Moto nel far concorrenza a Charlie Chan, è apparso nel 1934 in storie di
riviste "dime" e poi in una serie di film a partire dal 1938.
Il personaggio di Mr. Wong fu
utilizzato per una serie di film della
Monogram Pictures. I primi cinque ebbero come interprete Boris Karloff, che con
queste interpretazioni allungò il viale del tramonto. Furono diretti da William Nigh, un regista "mestierante" molto
utilizzato in produzioni di serie C mai arrivate in Italia.
Dei tre, il personaggio di Mr. Wong è quello che più
segue gli stilemi e le logiche del giallo classico. Analitico, attento
ascoltatore, grande memoria, capace di far collegamenti e raffronti analogici.
E' curioso come Miss Marple, raziocinante e tignoso come Poirot, scientifico come Holmes
e apparentemente divergente come Philo Vance.
Ovviamente la Polizia non lo
capisce e ha difficoltà a seguirne il ragionamento. In tutti i film c'è come
co-protagonista Grant Withers, interpreta il personaggio del Capitano di
Polizia, amico di Wong. Ricordiamo che Karloff aveva
interpretato anche un altro
cinese, il personaggio minaccioso del Dr. Fu Manchu in La maschera di Fu Manchu
(1932).
Il sesto film di Mr. Wong vide
come protagonista l'attore cinese-americano Keye Luke. In precedenza, Luke
aveva interpretato il figlio n. uno di Charlie Chan accanto a Warner Oland, per datre un tocco di comicità alla storia. Nel
sesto film di Mr. Wong, il giovane "Jimmy Wong" (Luke) viene
presentato al Capitano di Polizia, con cui il personaggio di Karloff aveva
lavorato nei film precedenti. Un articolo del
1940, Keye Luke Sleuths on his Own, sull'Hollywood Citizen News, annunciò che Luke aveva
firmato per quattro film di Mr. Wong all'anno. Ma a causa dell'abbandono di
Karloff, i produttori cinematografici persero interesse, e la serie di Mr. Wong
fu conclusa.
Nel frattempo, nonostante la morte di Olland, la
stella di Charlie Chan non accennava a tramontare. Merito di Sidney Toler, ma di
più di Alfred Andriola. Alla morte di Oland, avvenuta nel 1937, la 20th Century
Fox (ligia al motto The Show Must Go
On e alle ragioni di business!)
non interruppe le avventure di Charlie Chan. Decise di continuare a produrre la
serie (sempre con film di durata inferiore ai 75 minuti) scritturando l'attore
Sidney Toler al quale affiancò l'attore giapponese Sen Yung affidandogli il
ruolo di Jimmy Chan (figlio numero due). Nel frattempo Keye Luke, reso famoso per l'interpretazione del figlio
numero uno, aveva imboccato altre strade.
Alfred Andriola, quando Oland morì non restò orfano,
aveva già avuto il permesso di ritrarre il suo volto, e anche il fisico, nelle
sue avventure a fumetti.
In Italia, col volto di Oland in copertina, Charlie
Chan veniva stampato dalla Nerbini con un albo per ogni indagine.
Negli USA era stato pubblicato, dai quotidiani
maggiori, in tavole a colori la domenica col semplice titolo di Charlie Chan.
Qualche quotidiano, venuto dopo, lo pubblicava in
strisce giornaliere in bianco e nero. Andriola continuò a lavorare a Charlie
Chan per più di quattro anni.
Andriola aveva lavorato a fianco di Milton Caniff (Terry
e i pirati). Si notano eleganti influenze di carniff Sullo stile
grafico di Andriola, ciò con continuità in ogni striscia. Eccellente il gusto
delle inquadrature e la sapiente tracciatura delle ombre.
E’ soprattutto sulle tavole che si apprezza
l’abilità grafica, l'arte della composizione e il gusto per la suspense narrativa.
La tavola domenicale che vedete ancora sopra,
l'abbiamo utilizzata più volte, è del 30 ottobre 1938, una delle prime. Un caso
raro. E' una delle poche suddivisa in due fasce orizzontali. Quasi tutte le
altre sono su tre piani: undici riquadri e il titolo. Questa ha un’altra
eccezione: l’immagine finale occupa ben un quarto di tavola, ma è per meglio
presentare il personaggio: avrà un ruolo molto importante anche se è presentato
in tranquillo relax prima che inizi l’azione. Chi mai sarà costui? provate a indovinare.
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