Romanzi gialli al cinema
influenze della letteratura
sui film gialli e noir
Parte XI
L'era di Raymond (parte I )
D'Artagnan,
Raymond Chandler era geniale, ma discontinuo. E' molto amato come autore e molto criticato come
persona. Io lo definisco un autore "bipolare": uno a cui non tutte le
ciambelle riuscivano col buco! Soprattutto se osi impastarle col Bourbon!
Nel 1943,
esce in libreria The
lady in the Lake
il quarto romanzo.
L'autore, ormai alla sua prima profonda crisi,
tra un bicchiere di superalcolico e l'altro, rimpasta,
arrangia e miscela a 43°, come suo uso e costume, alcuni racconti precedenti usciti, per motivi "alimentari"
sulle riviste "dime".
Da un paio
d'anni è in crisi, esistenziale e creativa, bisognerà attendere due lustri
prima di poter leggere un altro capolavoro!
Nel 1947,
sulla scia del suo primo grande romanzo, viene realizzato un film assai
deludente e, per la gioia di tutti, presto dimenticato.
Ma non si
può ricominciare da tre, occorre riprendere da capo!
Aveva, per
campare, già scritto molti racconti per riviste popolari. Noi riprendiamo dal
1939, è l'anno della pubblicazione del capolavoro, The Big Sleep.
E' il suo primo
romanzo, e uno dei pochi di stesura completamente originale: poi rimpastò
spesso precedenti racconti con risultati alterni. Il successo gli procurò un contratto come sceneggiatore con la
Paramount a partire dal 1943. In seguito scrisse nove romanzi, di cui uno incompiuto,
e varie sceneggiature per Hollywood tra cui la più importante è La
fiamma del peccato (di Billy Wilder, che però molto lo ha criticato in
una sua intervista) nel 1944. Precipitato nel tunnel dell'alcolismo, tentò il
suicidio nel 1955, un anno dopo la morte della moglie, Cissy Pascal. Prima di
aver ultimato l'ottavo romanzo della saga di Philip Marlowe, morì di nel
1959.
Nel 1946 segue il film omonimo The Big Sleep diretto da Howard Hawks e interpretato da Humphrey Bogart e Lauren Bacall.
Il titolo si riferisce alla morte (che è un
"grande sonno") e non è citato in nessuna battuta del film, bensì è
la frase finale del romanzo.
Nel 1997 è
stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli
Stati Uniti.
Esiste un remake inglese del 1978, bello ma non un
capolavoro: Marlowe indaga.
La
trama è nota: Philip Marlowe, private eye, è assunto dal
generale Sternwood per scoprire chi ricatta la figlia minore Carmen per i suoi
debiti di gioco.
Presto
il caso diventa più complesso, e viene coinvolta anche la figlia maggiore
Vivian. Marlowe, deciso a fare luce sulla scomparsa del giovane Sean Regan,
entra in un'atmosfera morbosa di complotto e seduzione tra ricatti, omicidi,
furti e bische clandestine, che non ha uguali nella storia del genere.
Humphrey
Bogart, con una recitazione efficace e scarna, esalta il personaggio di Philip
Marlowe. Detective forte, ma solitario e malinconico, è stato tra le migliori
creazioni della letteratura poliziesca. E' valorizzato anche dallo stile
asciutto del regista Howard Hawk.
Splendida
la giovane Bacall al suo esordio come attrice protagonista. Per cui il discorso
sul doppio carta-pellicola può essere affrontato con lei. La Bacall ci mette
qualcosa di suo e rende il personaggio cinematografico più ricco di sfumature rispetto a quello
sulla carta. La figlia maggiore del generale, nel libro, ha preso le redini
della famiglia, la sua ambiguità viene dal ruolo. Nel film l'attrice è troppo
bella pe esser vera, prima ambiguità, poi gli sguardi. c'è un'ombra
indecifrabile in quelle occhiate. Chissà perché?
Per
tornare al film, celebre è la scena finale del film, quando Marlowe sfida il
capo del racket Eddie Mars: il detective, nelle sue debolezze di uomo duro e
solitario, sembra vacillare, ma non molla la presa.
Pur con gli
spettatori attanagliati dal dubbio "Che
ci fa Sam Spade qui?", il successo è strepitoso. Le file degli
spettatori davanti al botteghino dei cinema dettero lu sturo ad altre edizioni
del romanzo che fu tradotto in decine di lingue.
Memorabile rimane
la traduzione di Oreste Del Buono, considerato, oggi, lo
"sdoganatore" del genere noir!
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