martedì 21 gennaio 2020

Protodetective (VIII)


Il protodetective
il detective che non c'era


VIII

Il fuoco di spade

La serie di Sky Il fuoco di spade avrebbe affascinato mastro Bertuccio, ma non poteva saperlo (non aveva la parabola e neppure il decoder!), quindi non entrò mai in competizione con altri fabbri a costruire spade e pugnali. La trasmissione   è la cronaca di una gara tra maestri del ferro (fabbri USA) nel costruire armi  soprattutto medioevali o rinascimentali. Questo testimonia quanto ancora sia fulgido il fascino delle lame! Ma le lame, se mai ci fosse stato, sarebbero sate un bel problema per il nostro sempre più poco ipotetico protodetective!
Spada da lato e daga
Osservate bene l'immagine riportata sotto: è tratta da un albo della Bonelli ed è filologicamente corretta (non come quella esagerata di copertina!).
Si tratta di Dago (guarda caso!) uno spadaccino che ha spesso a che fare con sicari che si vorrebbero occupare di lui: porta due lame, una breve (la daga) e una lunga. Il gentiluomo, quello vero, era "sempre" spadaccino. Non per vocazione, faceva parte della sua cultura di classe. Si doveva andare a scuola! 
Anche Scaramouche, pur un paio di secoli dopo, per imparare deve trovarsi un maestro d'armi! Cirano invece era autodidatta, toccava a naso!
Quelli che ci si appassionavano,  avevano preso lezione da illustri maestri, che gestivano palestre d'armi. Ci campavano bene e  quasi fossero accademici, pubblicavano anche le dispense:   dei trattati ricchi d'immagini.  

Per ottimizzare difesa e offesa, lo spadaccino, usava negli scontri tutte e due le mani. Lo stesso, se non poteva colpire alle spalle, o a tradimento, la vittima, faceva il sicario. Era pagato anche per questo! Rischiava la morte, ma uccidere in duello era "quasi" legittimo e, se dimostravi d'esser stato offeso, non comportava condanne.

Ma vediamo la tecnica. A destra si brandiva la spada da lato. Con questo termine s’intende la spada leggera detta “a una mano”. Cominciò a essere diffusa nel Rinascimento,  in tutte le sue varianti di forma (in figura due tipi: leggero e pesante), perché era consentito portarla in ambito civile a chi ne aveva facoltà. I nobili e i militari l'avevano. I sicari erano spesso ex militari: anche loro potevano.

A Castiglion del Lago (Castello dei della Corgna sul Trasimeno) si può ammirare il duello di Ascanio della Corgna. Rappresenta abbastanza bene (a parte, enfasi poetica, la lunghezza della daga e anche della spada) una sfida mortale tra due spadaccini.

La lunga spada da lato era utilizzata principalmente per difesa personale. Tra la difesa e l'offesa il passo era breve e discutibile! Di grande importanza l'utilizzo di quest'arma in coppia con la daga (impugnata a sinistra) che era soprattutto di difesa.
Daga
Elemento fondamentale dell'equipaggiamento di ogni uomo d'arme, la daga negli scontri di scherma   rinascimentali una delle armi più   utilizzate, sia da sola che in associazione con la spada da lato. Le tecniche di spada e daga s’imparavano nelle scuole di scherma. Famose quelle dei Maestri Manciolino e Marozzo.  Insegnavano al combattente a destreggiarsi con abilità in qualsiasi scenario di duello, poiché la coordinazione necessaria alla gestione delle due armi portava a un automatismo nella difesa così come nell'attacco che aggiunge emozione e spettacolarità al duello. 
La daga doveva essere a lama larga ed elsa in grado di reggere i colpi della spada avversaria.
Un tipo particolare è la cinquedea o cinquedia, che però era arma singola. Il nome deriva della misura della larghezza della lama ("cinque dita") nella parte più vicina all'elsa: tale dimensione, maggiore del consueto se rapportata alla modesta lunghezza (circa 45–55 cm), si restringe notevolmente verso la punta conferendo alla lama una forma triangolare.
Talvolta la lama molto pesante presenta una o più scanalature profonde (sgusci) utili per facilitare la fuoriuscita del sangue in conseguenza dell'infilzo. Era anche arma da cerimonia e da parata. Conservando la sua potenziale pericolosità aveva delle decorazioni di gusto tipicamente rinascimentale realizzate mediante le tecniche dell'ageminatura e della damaschinatura. La decorazione spesso ricopriva anche l'elsa e l'impugnatura, che potevano essere ugualmente in metallo o anche in legno o avorio.
Riflettiamo allora: i delitti tramite sicari (che avvenivano per lame nella maggior parte dei casi) non potevano essere chiariti, quelli per duello erano tollerati, quelli "fai da te" era meglio ignorarli. Il protodetective allora? Doveva usare arti sottili di psicologia, durare un sacco di fatica, correre molti rischi e poi il giudice magari accusava lui di mendacia! Ma chi glielo faceva fare?

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