mercoledì 22 gennaio 2020

Librialcinema (XII)


Romanzi gialli al cinema 

influenze della letteratura
sui film gialli e noir 



Parte XII

L'era di Raymond (parte II)


Addio, mia amata (Farewell, My Lovely) viene pubblicato nel  1940. L'editore faceva pressioni, il successo de Il grande sonno era grande, minore la voglia di scrivere un'altra storia originale che ispirava Raymond. Ma lui è un Master Chef dell'Hard Boiled: capace di trasformare tre ovetti sodi in un tacchino del Ringraziamento!  Chandler adatta tre precedenti racconti pubblicati su riviste "dime", nonostante queste premesse (forse era davvero un genio!) gli esce il capolavoro! Quello che io considero il suo miglior romanzo.


Ne scaturirono diverse edizioni e anche tre film!


Il primo da dimenticare e subito dimenticato. The Falcon takes over (La rivincita del Falco - 1942) con George Sanders (che non deve aver letto il romanzo, se no!) è un episodio di una sciatta serialità di serie B, un delitto di "adattamento": il romanzo di Chandler è altra roba! Fu   edito anni dopo in Italia ma solo per home video: pochi l'hanno visto e nessuno se n'è vantato.
Meno male che due anni dopo arriva il capolavoro!


L’ombra del passato (Murder my Sweet), fu prodotto dalla RKO Radio Pictures  con un budget stimato di 400.000 dollari. Le riprese durarono dall'8 maggio 1944 al 1º luglio 1944. Venne girato in California, a Hollywood, a West Hollywood, e a Los Angeles



La sceneggiatura non rispetta l'incipit lineare del romanzo, ma lancia un lungo flashback. Per creare suspense Marlowe, nella prima scena, ha gli occhi bendati, capiremo il perché solo alla fine.

Il film, pur solidamente fondato sul romanzo, ha una sua chiara autonomia di visione. E’ un noir che, calando lo spettatore in un universo metropolitano oscuro e decadente, evidenzia le paure, le incertezze, le nefandezze e le contraddizioni degli States di quegli anni. 

Si impose come uno dei punti di riferimento del noir anche grazie a una regia visionaria, alla qualità dei dialoghi e all'ottima interpretazione di Dick Powell che nei panni di un Marlowe cinico ma anche sottilmente ironico. Un Marlowe perfetto.  Il regista è Edward Dmytryk, la sceneggiatura fu approvata dallo stesso Chandler.




Più di trenta anni dopo (1975) esce Marlowe, il poliziotto privato ( Farewel, My Love) il film è   diretto dal regista Dick Richards    e interpretato da Robert Mitchum e Charlotte Rampling.
Si tratta della terza versione di Addio mia amata, non del tutto convincente la sceneggiatura, apprezzabile Mitchum.




Il romanzo, Il lungo addio, è del 1953 e vince pure un premio letterario. E' forse il canto del cigno di Chandler.


Il film, di Altman (una garanzia come regista, un marchio di fabbrica) arriva venti anni dopo, nel 1973. Elliot Gould da l'anima, ma non il corpo, né lo spirito cavalieresco (Marlowe è un cavaliere da tavola rotonda, non dimentichiamo!), a Philip Marlowe. Il regista reinterpreta il personaggio, ma il clima post Vietnam poco si adatta Marlowe, come anche il colore! 

Esagerato anche il carattere di "loser" completo. Philip non è un perdente, è lui, semmai, il primo a decidere che altri debbano arrivare primi: se si guardano dietro potrebbe accorgersi che Philip non è secondo, a nessuno! In questo caso è il doppio cinematografico ad essere perdente rispetto a quello di carta. Film amaro, molto amato, un cult, ma poco pertinente al personaggio di Chandler.


La scena finale, lungo un viale alberato, vorrebbe essere il tramonto dolente del mito di Philip Marlowe. Ma lui, con i romanzi, è come il gigante Anteo: ogni volta che cade a terra si rimette in piedi più forte di prima.


 

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