lunedì 27 aprile 2020

CUOCOINDAGA (14)


Quando il cuoco
indaga
storie conviviali  
per ragazzi d'ogni età
offerte da
Oscar Montani
(14)

Sette
(2)

Antipasto di salumi




Rivelazioni
Di solito la mia famiglia dopo cena andava al balzo a guardare il panorama. Il "presepe" lo chiamava mia madre, che però preferiva le stelle.
Il balzo era una piccola radura con due vecchie panchine all'ultima curva dei tornanti che portavano al paese. Ci si arrivava con degli scalini scavati sulla pietra. Prima di scendere più per abitudine che altro, bevvi alla fontana.
Come prevedevo trovai i miei al balzo. La mamma interruppe la spiegazione di Venere a mia sorella Elena. Si voltò, pensava che avessi cenato da Giovanni.
« No, mamma, ho cenato al negozio del signor Angiò! ».
Dall'altra panchina un'ombra massiccia mi contraddisse.
« E come sarebbe possibile, il mercoledì siamo chiusi! ».
Era il signor Triglini in persona. Non gli badai. La mamma s'era troppo allarmata.
« Cos'è questa storia? Dove saresti stato allora? ».
« Mamma, te l'ho detto ho mangiato al negozio del signor Triglini! Dentro, non fuori... ».
Angiò s'era alzato. Mi venne davanti.
« Cosa hai mangiato? ».
« Pane con un prosciutto strano, stretto e che sapeva di fumo... odorava anche di fumo! ».
La mamma si preoccupò.
« Mica ti sarai servito da solo? ».
Angiò la rassicurò.
« Non signora, non ce n'è! ».
Poi di nuovo verso di me.
« Dove l'avresti trovato? ».
« Me l'ha servito la cameriera! ».
« Quale cameriera? ».
« Una ragazza magra coi capelli rossi ».
Il signor Angiò ebbe come uno scatto, vidi che s'era incupito. Era buio ma la luce delle stelle bastava. Balbettò.
« Come pros... prosciutto.. hai de...tto? ».
« Sì e no, sembrava ma non era... sapeva di fumo! ».
« E mica c'era un gatto? ».

« Sì, bianco, ma credo fosse una gatta... almeno così ha detto la ragazza! Ha detto che si chiamava Lardosa... »
Il signor Angiò si scusò.
« Scusate ma devo andare, credo che il ragazzo abbia detto la verità, comunque caro Gianfranco quello che hai mangiato era speck di Castelrotto,  Alto Adige... e qui non ne abbiamo mai fatto! ».
Non capivo, volevo sapere... ma lui scappò via di corsa.

Il pomeriggio dopo mia madre che era molto religiosa ci vece vestire per bene, a me  e a mia sorella Elena.
« Ora si va alla messa ».
Provai a protestare.
« Mamma! Mica è domenica.... di giovedì! ».
« Sì, oggi ricorre l'anniversario della morte di Nicole Laives, sono dieci anni che si è buttata nel canalone dal masso del diavolo col suo gatto in collo... ».
Cominciavo ad avere qualche dubbio, ma protestai lo stesso.
« Noi che c'entriamo, mica è nostra parente... mica la conosco!».
La mamma si abbassò per  sussurrarmi in all'orecchio. Non voleva spaventare mia sorella.
« Io no, ma te sì. Ieri sera ti ha servito lo speck... la messa l'ha ordinata il signor Angiò: per cercare di calmare quell'anima in pena. Ora zitto e andiamo! ».
l giorno dopo seppi dal babbo, che si era informato coi vecchi del borgo, che Nicole era stata assunta da Angiò proprio per confezionare lo speck, ma che una "delusione d'amore", così disse mio padre, l'aveva portata via prima che lo speck fosse pronto.

Samantha sorrideva soddisfatta.
« Scommetto che quando siete tornati a casa tu sei andato subito a raccontarlo alla tua maestra... vero? ».
Gianfranco preferì cambiare discorso. Si rivolse a me.
« Corto,  noi ce l'abbiamo lo speck? ».
« Certo due buste... fatevele bastare! ».

(*) Lo speck Alto Adige (in tedesco: Südtiroler Markenspeck oppure Südtiroler Speck) è un tipo di speck italiano, della salumeria altoatesina.
Lo speck (chiamato in ladino cioce) è ottenuto da una coscia di suino completamente disossata che, differentemente dalla preparazione del prosciutto crudo, viene aperta e tirata, lievemente salata ed aromatizzata e infine affumicata.
Nel 1997 lo speck Alto Adige  ha ottenuto dall'Unione europea il riconoscimento di prodotto a indicazione geografica protetta (IGP).
Il termine speck, in tedesco, significa letteralmente "lardo".

 

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