lunedì 20 aprile 2020

Verità vere (I)


Storia semiseria, ma vera del genere giallo


Analisi dei motivi sociali di un'incredibile esplosione letteraria
Su richiesta di molti frequentatori del blog riprendo e sviluppo queto tema delicato assai!
(parte I)
Premessa
Secondo le statistiche criminali in almeno la metà degli omicidi ci sono di mezzo delle donne. Ne consegue che spesso durante le indagini in un caso delittuoso si sente ripetere da  inquirenti furbetti, ma limitati e poco sagaci, l'usurata frase: "Cherchez la femme"! Nel nostro caso, lo vedrete tutte le volte, tre volte, la frase è centrata. Non vi farò brigare troppo: ecco  qui la prima donna!

A parte la coroncina tenuta sul cocuzzolo da spille e forcine, guardate che faccia bieca; quello sguardo traverso Lombroso l'avrà certo studiato e classificato con attenzione! E' lei la colpevole di tutto, anche se è una regina!
Vittoria Alexandrina, nata nel 1819 salì al trono d'Inghilterra nel 1937, morì nel 1901.   Il suo lunghissimo regno, secondo solo a quello dell'attuale Elisabetta, viene anche conosciuto come epoca vittoriana

Un difficile impegno. Il suo regno fu segnato da una grande espansione dell'Impero britannico (guerre coloniali e rivolte da domare), e fu preceduto dalla prima rivoluzione industriale (conflitti sindacali in fabbriche e miniere): un periodo di grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici nel Regno Unito. L'attenzione della Regina, dei nobili e dei politici fu rivolta soprattutto a mantenere l'ordine costituito!


Qualcuno della famiglia, leggi Jack the Ripper, cercò di intromettersi con birichinate efferate, ma ad un certo punto "fu fatto smettere"!. Per Vittoria, ultimo sovrano britannico del Casato tedesco degli Hannover, l'ordine era fondamentate. Si impegnò a mantenerlo con tenacia, autoritarismo e ostinazione tedesca. Anche con un tocco di idiozia ridicola: metteva le sottane ai tavoli e alle sedie perché non mostrassero le gambe!
Il giallo classico
Clima pesante quello vittoriano, finché ... venne un uomo, anzi un dottore, che cercò di sublimarlo e giustificarlo! Di renderlo "universale", insomma.
Regnava salda da ben cinquanta anni la bieca tedesca,  quando nel 1887 Arthur Conan Doyle (Sir lo diventerà molti anni dopo, anche per altri meriti) pubblica Uno studio in rosso.

Il romanzo, e il suo personaggio, Sherlock Holmes (uno così bravo da meritare un monumento!), hanno immediato successo e (graditi anche dalla Corona) daranno luogo a una serie molto lunga; con apocrifi vari ancora vivace.


Non era il primo. L'influenza del cavaliere  Auguste Dupin, la creatura di Poe nata 45 anni prima, si nota, ma Doyle, abile marpione marketing, non lo confesserà mai.

Del resto il cavaliere Dupin, un genio d'indole portata alla modestia, era più attento alla logica, alla soluzione dell'enigma (come ben spiegato ne La lettera rubata), a Sherlock Holmes interessa piuttosto rimettere le cose a posto e soprattutto di fare LUI bella figura!
Successo internazionale. Nasce così il giallo classico. Nel giallo classico all'inglese gli omicidi avvengono soprattutto tra la borghesia e la nobiltà  britannica: è lì che non bisogna turbare l'ordine. Tutti ambienti dove opera un maggiordomo: è il motivo per cui si scherza sul paradigmatico operatore domestico come possibile, ma improbabile (impossibilità di ruolo), assassino!

Il plot è più o meno questo. In una famiglia benestante assai, o di antica nobiltà, viene ucciso uno dei membri più in vista. Spesso il delitto avviene dentro una camera chiusa: apparentemente è un delitto impossibile! Sopravvengono sconforto, terrore e reciproci sospetti.

Arriva sulla scena un sagace detective che (capendo tutto lui!) scopre varie magagne (tradimenti, furti, illegittimi e varie amenità), ma scoprendo l'assassino ristabilisce il quieto vivere: "E vissero tutti felici e contenti", come prima!
I casi di Holmes e tutti i detective che seguiranno, sono dunque una metafora della società: sindacalisti, operai in cerca di equo salario e sudditi ribelli delle colonie sono colpevoli del delitto più orribile: turbare l'ordine dell'Impero!

Negli USA, nel primo ventennio del '900, sulla scia tracciata da E.A. Poe, si sviluppa di più la corrente della logica negli enigmi.


S.S. Van Dine, capofila fanatico, antipatico e un po' fissato, stila le 20 regole del giallo. Mentre le scriveva (era già in atto la crisi economica del '29) non si accorse che era già in atto la rivoluzione dell'hard boiled. Uno dei movimenti più importanti della storia della letteratura, non solo gialla. Ne parleremo nella prossima puntata a seguire.


(1 - segue)

Nessun commento:

Posta un commento