mercoledì 22 aprile 2020

Verità vere (II)


Storia semiseria, ma vera del genere giallo


Analisi dei motivi sociali di un'incredibile esplosione letteraria
Su richiesta di molti frequentatori del blog riprendo e sviluppo queto tema delicato assai!
(parte II)
L'Hard Boiled

Nella prima puntata, dopo ave citato l'usurata frase: "Cherchez la femme", ne avevamo trovata una molto incomoda! Regina, tedesca e affezionata all'Impero Britannico su cui lei, Vittoria, dettava legge! 
Dopo aver letto anche le prime righe di questa seconda parte non dovrete pensare che io sia un maschilista e che, sotto, sotto, ce l'abbia con le donne. Niente vero: non sono un reduce dalle Ardenne o dal Pacifico che si è trovato disoccupato perché una donna dopo la guerra lavora al posto suo.  

Sono solo uno storico dilettante (che si diletta) alla ricerca delle verità più scomode e più nascoste. Celate nella mente degli autori. Sono convinto che anche l'hard boiled sia nato per colpa (ma lo si intenda come un grosso merito!) di una donna, anzi di due o meglio di molte donne che avevano acquisito un ruolo più attivo. Più tardi, anni dopo, furono sempre le donne a rafforzarlo. Procediamo con ordine.

La prima è una donna alternativa: Anna Kuliscioff. Italo russa esponente internazionale del movimento delle suffragette, anarchica, rivoluzionaria, medico (come Conan Doyle: come osava?) e esponente di spicco e fondatrice del Partito Socialista Italiano.
Le suffragette tra il 1905 e il 1914 erano molto attive e stavano ottenendo i loro obiettivi.  Attuarono azioni dimostrative, incatenandosi a ringhiere, incendiando le cassette postali, rompendo finestre e così via. Avevano anche delle riviste, sotto una cover! 



Una suffragetta, Emily Davison, morì durante i disordini al Derby di Epsom del 1913, e le venne dedicata una edizione speciale del quotidiano The Suffragette. Molte vennero incarcerate e iniziarono lo sciopero della fame emulando Marion Dunlop, la prima suffragetta ad attuare tale forma di protesta. In vari casi vennero sottoposte ad alimentazione forzata. Una tortura bella e buona! 


Poi scoppiò la guerra e un'altra donna salì sulla scena, la seconda: la femme fatale. Una femmina diabolica da offrire come capro espiatorio, prima nella realtà e poi nella finzione cinematografica. 



Mata Hari (Margaretha Geertruida Zelle), non era certo una suffragette!  Danzatrice falsamente esotica, farlocca ma molto erotica, fu agente segreto olandese  e fu condannata a morte per la sua (presunta) attività di spia  durante la Grande Guerra. Per questo motivo divenne un mito e anche l'archetipo della donna perditrice di uomini e destini.

Ma non tutte le donne danzavano mezze nude. Durante la guerra tantissime furono chiamate ad affiancare e in molti casi anche a sostituire gli uomini in una vasta gamma di occupazioni: moltissime vennero impiegate nell’industria bellica, le crocerossine fornirono assistenza ai soldati, altre confezionavano da casa indumenti da inviare al fronte. Lavorarono come braccianti agricole, cuoche, medici, telegrafiste, dattilografe, macchiniste e poliziotte, continuando nello stesso tempo a svolgere le mansioni domestiche.

In alcuni casi straordinari servirono anche come combattenti. Fu una vera e propria rivoluzione quella che si verificò nelle relazioni fra generi, in una società in cui il lavoro delle donne (soprattutto quelle di classe agiata) costituiva ancora un’eccezione. Grazie alla guerra furono messi in discussione modelli di comportamento fino ad allora ritenuti immutabili e gerarchie e distinzioni che sembravano ormai fortemente consolidate.
La Grande Guerra attuò più cambiamenti delle lotte delle suffragette. Alla fine niente tornò come prima, le donne s'erano ormai emancipate "sul campo" o, perlomeno, avevano capito che col lavoro, diventando produttrici di reddito, si poteva acquistare un po' di libertà.
Gli uomini nicchiavano, ma non approvavano. Più che una maggioranza silenziosa era una maggioranza borbottante, in modo non troppo sommesso.
Dopo dieci anni di malumore e borbottii arriva Il falcone maltese (The Maltese Falcon), di Dashiell Hammett.  E' il primo un romanzo giallo (in Italia nello stesso anno fu coniato il termine) hard boiled.  Pubblicato in cinque puntate sulle pagine della rivista Balck Mask (una dime) dal settembre 1929  al gennaio 1930, fu edito per la prima volta in volume unico sempre nel 1930 dalla casa editrice Knopf.

Il genere hard boiled è un'evoluzione del genere poliziesco o detective fiction e si distingue dal giallo classico (anche quello deduttivo) per una rappresentazione realistica del crimine, della violenza e del sesso. Negli Stati Uniti, terra di nascita. l'originario stile hard boiled è stato ripreso da innumerevoli autori.
Dashiell Hammett è considerato il fondatore della "scuola dei duri", ( il poliziesco hard boiled americano) caratterizzata da uno stile di scrittura asciutto, da personaggi cinici e da trame complesse al limite del razionale. Perfetto esempio è proprio Il falcone maltese, che vede l'esordio di Sam Spade, detective privato amato da generazioni di lettori nonché probabile alter ego dell'autore. 

Sam è importante, ma ancora di più lo è, per la nostra tesi, il personaggio di Bridgid O'Shaugnessy, la prima dark lady dell'hard boiled (e poi del noir). Questo "personaggio" di donna infida e ambigua, riassume in se il sentimento di astio verso le emancipate e le fatali che provavano gli uomini del tempo. Ma fu solo l'inizio.

Con la seconda guerra mondiale, nonostante la vittoria, le cose negli USA peggiorarono. L'impegno bellico fu assai più gravoso e le donne americane furono parecchio impegnate nello sforzo bellico. La figura della dark lady entrò a far parte dei personaggi canonici dell'hard boiled e del noir.

Norma Desmond, Mrs Grayle, Evelyn Cross Mulwray e Jessica Rabbit,  alcuni dei nomi più famosi.


Una specie di maschera del teatro tragico greco: alla fine moriva sempre di morte violenta, tra la soddisfazione degli uomini frustrati e la compiacenza delle donne benpensanti, e, spesso, bruttine o prive di fascino!
Ma non durò. Si formò un'altra corrente di pensiero: sulla scena entrò non una qualsiasi, per rimettere le cose a posto (ignorando le migliaia di reduci abbandonati o cornificati dalle consorti o dalle fidanzate) doveva essere la moglie a prevalere dopo aver molto sofferto ed aver molto rischiato. Nacque così il thriller, argomento della prossima puntata.

(II - segue)

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