venerdì 25 febbraio 2022

Dizionoirio (XXIV)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte XXIV



T


Tecnica

Per scrivere gialli occorre molta padronanza della tecnica. (per chi vuole saperne di più consiglio la lettura, su questo blog, di questa nuova serie)(Vai alla serie sulle tecniche). La cosa può far storcere il naso a qualche aspirante scrittore, ma si metta l'anima in pace: o così o Pomì!


Questo per dire che ci sono due prevalenti correnti di pensiero. Una, di cui Andrea Camilleri era uno dei più importanti sostenitori, sostiene che la tecnica fa comunque bene allo scrittore per creare suspense: il sale della letteratura. L'altra che sostiene che la tecnica ammazza la poesia insita nella prosa, come se non esistesse la metrica!

Sì, le ricette sono malviste (molti critici le detestano!). E' anche vero che molti giallisti, vittime della serialità, (Agatha Christie, Rex Stout, Simenon erano tra questi...Pensate un po'!!!), usano tecniche collaudate, ripropongono gli stessi meccanismi, identici schemi e devono sforzarsi per ricercare l'originalità della nuova variante... spesso con risultati deludenti!

In parte questo è il motivo della produzione di romanzi deludenti.

 


Anni fa, facevo il selettore per una casa editrice, ebbi a scartare la "XVI indagine del Commissario Pinco Panco" perché palesemente ripetitiva rispetto alle prime quindici. L'autore la pubblicò con un'altra casa editrice. Tempo fa ho visto un annuncio (la casa editrice era ancora diversa): "La XXI indagine del Commissario Pinco Panco"! Così vanno le cose del mondo editoriale!

Ebbene i bei romanzi gialli sono rari: fiori nella roccia. Il genere giallo è prolifico, ma genera brutte storie, soprattutto raccontate male... spesso per mancanza di tecnica... checché se ne dica!

Ma attenzione: lo stesso accade per i romanzi storici, per quelli di fantascienza e pure per quelli erotici. Ogni genere prevede una sua poetica, un suo codice stilistico e nessun genere può fare a meno della suspense.

Nel genere giallo la tecnica serve a valorizzare il lavoro letterario. Per sorprendere, creare suspense, insinuare una falsa pista, descrivere un'azione da un punto di vista particolare, animare un dialogo per far risaltare il carattere dei due personaggi. Morale della favola: il talento non basta ci vuole tecnica!


Negli USA hanno esagerato: hanno prodotto generazioni di scrittori cloni. Standardizzati fino alla prevedibilità, anche nei film derivati da quei romanzi. Per fortuna in Italia e in Europa (Nord a parte) ciò non è accaduto. Sono convinto che i laboratori e le scuole di scrittura non creino scrittori, ma possano aiutare i più dotati a diventarlo.

Dietro questa repulsione per la tecnica c'è, credo, un'idea diffusa: scrittori si nasce, non si diventa!

Ho pubblicato il mio primo romanzo giallo (prima ero saggista) all'età di sessanta anni. Quante volte mi hanno chiesto da cosa veniva la mia "vocazione tardiva"! Se alla stessa età mi fossi messo a fare il falegname o l'idraulico non avrei destato molta curiosità! Scrittore appare strano!

 

Trilogia berlinese (falsa)

Phillip Kerr dopo vari insuccessi o prove deludenti trova la fama con un giallo ambientati nella Germania nazista: Violette di marzo. Location non originale e alle olimpiadi del 1936 c'era già stato Charlie Chan!

 


Il protagonista è Bernie Gunther, un detective privato con precedente esperienza nella Squadra Omicidi (Anche questo fa ricordare qualcosa di giù sentito, ma Philip Marlowe è altra roba!).

Alla fine un pesce fuor d'acqua: la Berlino del 1936 non è Los Angeles e la storia diventa improbabile e tediosa. Per dare sapore mette in campo anche un gerarca nazista del cerchi magico di Hitler, ma la storia si appiattisce. Nonostante questo escono altri due tomi farlocchi, se no che trilogia sarebbe?

 

Trilogia berlinese (vera)

Parlo di Babylon Berlin e dei due romanzi a seguire. Il titolo originale è Der Nasse Fisch. Il pesce bagnato: un modo di dire della polizia berlinese usato per indicare i casi che tardano a dare risultati.

 


Nonostante questo credo che il titolo del romanzo in italiano, influenzato dalla fiction TV di successo, sia molto centrato. Di fatto si parla soprattutto della Berlino della Repubblica di Weimar.  

Il romanzo è composto da 478 pagine:  perfetto nei dettagli e nel modo in cui l'autore ci immerge nelle Berlino di quegli anni.

Berlino 1929, quindi. La capitale tedesca è una città caotica, sull'orlo dell'abisso, dove covano tutte le possibili tensioni: revanscismo, frustrazione, vizio sfrenato, corruzione, delitti e trame politiche, soprattutto dei russi dopo la fresca rivoluzione d'ottobre.

 


Gereon Rath, giovane ispettore appena trasferito dalla provinciale Colonia, è alla Buoncostume e deve indagare sulla produzione di filmini porno... le cose si amplieranno a dismisura...

 

(Parte XXIV - segue)

(Ritorna alla Parte XXIII)

 

 

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