lunedì 28 febbraio 2022

Dizionoirio (XXV)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte XXV


V 

 

Varaldo Alessandro

 

Un "eroico" (contro il regime!) pioniere del giallo italiano. Inizia, con Il sette bello, Alessandro Varaldo.

 


E' il 1931, indaga il personaggio del commissario Ascanio Bonichi. Il regime storceva il naso, anzi osteggiava emanava veti e attuava censure, ma Varaldo riuscì nell’impresa di non risultare sgradito. Non tanto per la qualità (di cui al Duce poco importava) intrinseca dell’opera che è piuttosto altalenante (picchi e valli sempre), ma perché seppe creare ciò che in quel momento il regime si auspicava; un giallo all’Italiana, unico e inimitabile a sua volta, che pur tenendo conto degli elementi del poliziesco classico  sapesse mescolarli poi a una sensibilità tutta Italiana.

 


Mise in scena macchiette di paese, un uso (simpatico e moderato, altro che Camilleri) del dialetto e soprattutto una certa melodrammaticità di fondo dalla quale la narrativa pop italiana non ha mai, ma proprio mai, saputo affrancarsi (Camilleri compreso!).

 

 

 

Vargas Fred

 

Era una famosa (nell'ambiente) archeozoologa, aveva a che fare con antiche ossa di bestie e bestiole non sempre amabili: anche rettili e topi. Per rilassarsi, nel mese di ferie, prese a scrivere romanzi gialli, basati sempre, guarda caso, su verità sepolte. Secondo molti estimatori ha detronizzato Agatha Christie: è lei ora la "Regina del giallo". O almeno lo era, perché l'affaire Battisti ne ha rallentato la produzione.

 


Come scienziata (o ricercatrice) aveva subbito avuto successo, come scrittrice s'è dovuta fare un po' di gavetta fino alla pubblicazione de L'uomo dei cerchi azzurri con Hermé Èditions.

 


Scende in campo Jean-Baptiste Adamsberg uno dei commissari più interessanti del  genere poliziesco (da me molto amato). E' un grande successo. Adamsberg è un tipo strano, uno spalatore di nuvole lo definiscono i suoi affezionati collaboratori. Dolce, sognatore, ingenuo nel privato, con la testa spesso altrove (tra le nuvole appunto!): è l'antitesi di Sherlock Holmes. In lui la logica è sempre abduttiva, intuisce e poi verifica: con tenacia: più le sue ipotesi vengono messe in dubbio, più ci si aggrappa... e sempre dimostra di aver avuto ragione!

 


Il suo vice  Danglard (uomo colto e pure erudito: lo vediamo perplesso alle spalle del commissario) ci soffre, fino a un duro scontro, poi ricomposto.

Nei gialli di Fred non c'è violenza, c'è molta psicologia Si parla con acume, di intuizione, intelligenza, ricerca della verità.

Le trame sono complesse, arrivato a metà il lettore ha paura di perdersi, ma poi alla fine "tutto torna"!

C'i sono molta storia o molto passato nei suoi romanzi. Il medioevo con la peste bubbonica, il gotico col  lupo mannaro, la Rivoluzione francese...

Ed anche molti animali: la sua specialità: ratti, piccioni, maiali, cervi, fino al terribile e letale ragno violino (Il morso della reclusa) che vedete nella foto.


Se avete paura dei ragni non leggete questo romanzo: dopo ne avrete terrore con tanto di crisi di panico! Con Il morso della reclusa sembrava aver ripreso sicurezza e qualità, ma poi si è fermata e sono in attesa del prossimo romanzo..

 


Ha vissuto e pagato una contraddizione: non parla di politica nei suoi romanzi e poi si è andata a impelagare con Cesare Battisti, ma come affermava Osgood Fielding III nel film "A qualcuno piace caldo": "Nessuno è perfetto!".

 

Vàzquez Montalbàn, Manuel

 

Sopravvalutato e molto osannato, Manuel Vàzquez Montalbàn ha dato il nome a salvo Montalbano il nostro commissario d'Italia. Il suo personaggio, Pepe Carvalho, è entrato, anche se non stabilmente (ultimamente se ne parla meno), nel Pantheon dove risiedono stabilmente Marlowe, Spade, Maigret e, guarda caso, Salvo Montalbano!

 


A me non piace, lo si sarà già capito, non piace perché al contrario dei romanzi della Vargas, qui c'è troppa politica, infatti pepe Carvalho è ex comunista, ex detenuto e ex agente della CIA, ma anche, udite, udite, un edonista gli fa da cuoco un ex compagno di carcere, un certo Biscùter che va in giro con una ridicola macchinetta autarchica! Come da noi l'Isetta negli anni '50)...

 


"Tanta roba!" dicono a Viareggio! Anche un po' velleitario il caro Manuel: voleva combattere il franchismo a colpi di gialli! più velleitario del greco Petros Markarīs che si limita descrivere la situazione greca. Pensava addirittura di aver avuto gioco e non si accorgeva che  era l'economia (turismo, commercio e industria) a cambiare la Spagna!

 


Qualche accademico prezzolato da markettari senza ritegno ha paragonato Pepe Carvalho a Philip Marlowe... arrampicarsi sugli specchi sarebbe più agevole! Tant'è che in tutta onestà (o per orgoglio iberico di un hidalgo della letteratura) la cosa non è stata gradita dall'autore.

Non gli ha fatto gioco una fiction TV con Valeria Marini!

 

Verosimilianza

Ben lo sappiamo , noi che scriviamo: "La realtà spesso supera la fantasia!". Mark Twain, guardando alle cose con la solita ironia,  sosteneva: "L'unica differenza tra realtà e finzione è che la finzione dev'essere credibile!".

 



Ben lo sapeva (e sosteneva)  Alfred Hitchcock: "Se si volesse analizzare tutto e costruire tutti con plausibilità o perlomeno di probabilità, nessuna sceneggiatura che si basi sulla fiction resisterebbe ad un'analisi del genere. Chi cerca questo faccia dei documentari!".

 


In qualunque giallo che leggerete troverete dei difetti e col tempo che passa ("Col tempo e con la paglia maturano le sorbe e la canaglia!") i lettori (le sorbe) maturano e diventano sempre più attenti ed esigenti.

Sono molti decenni che frequentano attivamente il genere, hanno visto centinaia di film gialli o polizieschi, e in TV ben ricordano Perry Maso o il tenente Sheridan, per non parlare di Maigret e Montalbano (appunto!). Sorprenderli e soddisfarli non è facile.

 

 

Hanno visto cinquanta puntate di  CSI e consultato saggi specifici. Sanno tutto di DNA, tracce ematiche, luminol e diavolerie del genere... per non parlare dei cellulari ora smart, di internet, droni, Pos... il povero autore alla fine preferisce scrivere romanzi di ambientazione storica! Io, lo confesso, sono tra questi.

 

(Parte XXV - segue)

(Ritorna alla parte XXIV)

 

 

 



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