I trucchi del mestiere
Come
imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir
e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare
la sfida.
Revisione del corso qui proposto nel 2019
(Seconda lezione)
Struttura,
regole auree,
persona narrante e dosaggio dei paradigmi indiziari sono gli elementi che
caratterizzano il racconto.
Un
giallo viene sempre aggredito dai, ormai lettori smaliziati o fanatici. Deve avere salde basi: più le fondamenta sono solide, più
risulta credibile. La credibilità è requisito fondamentale per una
storia gialla: è la prima cosa che il lettore vuole.
Quattro sono i
pilastri su cui si fonda la struttura di un romanzo giallo: la vittima (V),
il colpevole (C), il detective (D) (I criminologi la chiamano la triade del delitto, gli accademici l'hanno fatta propria!), in più c’è il contesto (lo sfondo o location).
Il
contesto è la scena (location per i più anglofoni) dove si
svolge la storia:
con esso si tracciano i rapporti sociali, il clima (o atmosfera),
l’ideologia
prevalente, la morale corrente e i meccanismi economici e
delinquenziali.
Nel giallo classico il contesto è normativo (per volontà sovrana della regina Vittoria!): chiede il
ripristino (tale e quale!) dell'ordine. Nel noir è ostile e rende difficile al detective
muoversi. Nel thriller è indifferente, sordo, è la persona (la vittima potenziale, che conta, o meglio la sua emotività).
Il contesto serve anche a caratterizzare e dare spessore ai comprimari.
Le sequenze auree
Il contesto serve anche a caratterizzare e dare spessore ai comprimari.
Le sequenze auree
La
struttura narrativa classica di un giallo (giallo classico: gc) segue, in genere, un percorso preciso. E' descritto sotto, definiamolo Canone Diretto.
Vittima → Detective → Colpevole
Si
parte da una vittima, di cui si dice molto (è quasi sempre una persona di
rispetto con virtù pubbliche e vizi privati); si descrive anche il contesto, spesso ordinato, ma con minacce latenti.
Il
delitto, quando avviene, sconvolge il contesto, disturba tutti: chi è lo sciagurato
colpevole che ha creato così tanto disordine?
Arriva
sulla scena un investigatore (privato, poliziotto o dilettante) in genere molto brillante e inossidabile. Pian, piano si
svelano segreti (le minacce latenti) e s’individuano i possibili moventi.
C'è anche il Canone Inverso. In esso il detective, pur importante sostegno alla vittima potenziale, è un po' in sottofondo.
Colpevole → Detective → Vittima
Il film Gaslight (per saperne di più leggere la scheda del Film n. 1) è un esempio di come questi siano anche gli elementi sufficienti per costruire un esemplare racconto giallo di canone narrativo thriller. C’è il bieco ambiguo colpevole, l’ingenua e giovane vittima e il detective acuto anche se all'inizio un po' sornione: il contesto è la Londra vittoriana. La nebbia crea atmosfera.
C'è anche il Canone Inverso. In esso il detective, pur importante sostegno alla vittima potenziale, è un po' in sottofondo.
Colpevole → Detective → Vittima
Il film Gaslight (per saperne di più leggere la scheda del Film n. 1) è un esempio di come questi siano anche gli elementi sufficienti per costruire un esemplare racconto giallo di canone narrativo thriller. C’è il bieco ambiguo colpevole, l’ingenua e giovane vittima e il detective acuto anche se all'inizio un po' sornione: il contesto è la Londra vittoriana. La nebbia crea atmosfera.
Altro esempio di Canone Inverso è il Tenente Colombo (Il detective alla rovescio!). Nelle sue storie la partenza è dalla fine, secondo lo
schema seguente:
Colpevole → Vittima → Detective
Si parte dal
colpevole, si conoscono i suoi moventi (A volte è un po' bieco, ma più spesso, ha subito torti gravissimi
dalla vittima: quasi si fa il tifo per lui!), ma sembra che abbia operato così
bene (il delitto è sempre molto ben premeditato e perfettamente
orchestrato) che non si sa se sarà scoperto.
Si ignora
come procederà l’indagine … Pian piano, passo dopo passo questa si dipana.
Si vengono a
conoscere i tormenti e i dubbi dell’assassino che Colombo sa
abilmente far emergere.
Per la narrazione nel giallo classico si privilegia
quasi sempre la terza persona. L'autore domina la scena dall'alto e il detective non ha particolari crisi esistenziali: è sicuro
di se e molto, molto curioso. Un eroe, spesso consapevole.
Il rischio sono i giochetti tanto
"vituperati" da S.S. Van Dine. L'evoluzione, anche in termini di onestà
narrativa, si ha con l'hard boiled.
Nell’ hard boiled (hb), nel noir (n) e successivamante nel post noir (pn) (si veda sul blog la serie di articoli: il genere noir) dove è
anche preferita la narrazione in prima persona) spesso si parte dal detective. E’
quasi sempre un antieroe in bolletta o
con guai seri, un passato un po' oscuro. Un personaggio, insomma, che vive border line tra il contesto dove
è avvenuto il delitto e il suo mondo; ma
non ne è mai del tutto estraneo, infatti ci si muove perfettamente a suo agio
(consultare le schede di Philip Marlowe Pers. n. 4, Archie Goodwin Pers. n. 16 e e di Sam Spade Pers. n. 17).
La
storia che deve dipanare non è mai semplice, diciamo che è parecchio
ingarbugliata. Di solito i personaggi, sia la vittima che il colpevole, si muovono
in un contesto niente affatto ordinato, mentono, tramano, complicano ancor di
più la situazione. L’incarognito e cinico detective lo sa bene; lo sviluppo
dell’indagine ci fa scoprire il suo carattere e le menzogne degli altri. Si
vengono a conoscere i tormenti, le contraddizioni e i dubbi dell’investigatore, sono elementi
della suspense.








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