domenica 27 febbraio 2022

Scrivere gialli: Tecniche, trucchi e stratagemmi (III)


I trucchi del mestiere

Come imparare le tecniche base per poter diventare scrittori di gialli, noir e thriller. Una cassetta degli attrezzi indispensabili per affrontare la sfida.
 

Revisione del corso qui proposto nel 2019

(Seconda lezione)

Struttura, regole auree, persona narrante e dosaggio dei paradigmi indiziari sono gli elementi che caratterizzano il racconto.


Un giallo viene sempre aggredito dai, ormai lettori smaliziati o fanatici. Deve avere salde basi: più le fondamenta sono solide, più risulta credibile. La credibilità è requisito fondamentale per una storia gialla: è la prima cosa che il lettore vuole.
Quattro sono i pilastri su cui si fonda la struttura di un romanzo giallo: la vittima (V), il colpevole (C), il detective (D) (I criminologi la chiamano la triade del delitto, gli accademici l'hanno fatta propria!), in più c’è  il contesto (lo sfondo o location).

 


Il contesto è la scena (location per i più anglofoni) dove si svolge la storia: con esso si tracciano i rapporti sociali, il clima (o atmosfera), l’ideologia prevalente, la morale corrente e i meccanismi economici e delinquenziali. 
 

Nel giallo classico il contesto è normativo (per volontà sovrana della regina Vittoria!): chiede il ripristino (tale e quale!) dell'ordine. Nel noir è ostile e rende difficile al detective muoversi. Nel thriller è indifferente, sordo, è la persona (la vittima potenziale, che conta, o meglio la sua emotività).
Il contesto serve anche a caratterizzare e dare  spessore ai comprimari.


Le sequenze auree


La struttura narrativa classica di un giallo (giallo classico: gc) segue, in genere, un percorso preciso. E' descritto sotto,  definiamolo Canone Diretto.
 
Vittima   Detective  Colpevole
 
Si parte da una vittima, di cui si dice molto (è quasi sempre una persona di rispetto con virtù pubbliche e vizi privati); si descrive anche il contesto, spesso ordinato, ma con minacce latenti. 
Il delitto, quando avviene, sconvolge il contesto, disturba tutti: chi è lo sciagurato colpevole che ha creato così tanto disordine?
Arriva sulla scena un investigatore (privato, poliziotto o dilettante) in genere molto brillante e inossidabile. Pian, piano si svelano segreti (le minacce latenti) e s’individuano i possibili moventi. 
C'è anche il Canone Inverso. In esso il detective, pur importante sostegno alla vittima potenziale, è un po' in sottofondo.


Colpevole    Detective  Vittima


Il film Gaslight (per saperne di più leggere la scheda del Film n. 1) è un esempio di come questi siano anche  gli elementi sufficienti per costruire un esemplare racconto giallo di canone narrativo thriller. C’è il bieco ambiguo colpevole, l’ingenua e giovane  vittima e il detective acuto anche se all'inizio un po' sornione: il contesto è la Londra vittoriana. La nebbia crea atmosfera.



Altro esempio di Canone Inverso è il Tenente Colombo (Il detective alla rovescio!). Nelle sue storie la partenza è dalla fine, secondo lo schema seguente:
 
Colpevole      Vittima      Detective

Si parte dal colpevole, si conoscono i suoi moventi (A volte è un po' bieco, ma più spesso, ha subito torti gravissimi dalla vittima: quasi si fa il tifo per lui!), ma sembra che abbia operato così bene (il delitto è sempre molto ben premeditato e perfettamente orchestrato) che non si sa se sarà scoperto.
Si ignora come procederà l’indagine … Pian piano, passo dopo passo questa si dipana.
Si vengono a conoscere i tormenti e i dubbi dell’assassino che Colombo sa abilmente far emergere.



Per la narrazione   nel giallo classico si privilegia quasi sempre la terza persona. L'autore domina la scena dall'alto e  il detective non ha particolari crisi esistenziali: è sicuro di se e molto, molto curioso. Un eroe, spesso consapevole.
Il rischio sono i giochetti tanto "vituperati" da S.S. Van Dine. L'evoluzione, anche in termini di onestà narrativa, si ha con l'hard boiled.
 
Nell’ hard boiled (hb), nel noir  (n) e successivamante nel post noir (pn) (si veda sul blog la serie di articoli:  il genere noir) dove è anche preferita la narrazione in prima persona) spesso si parte dal detective. E’ quasi sempre  un antieroe in bolletta o con guai seri, un passato un po' oscuro. Un personaggio, insomma, che vive border line tra il contesto dove è avvenuto il delitto e il suo mondo;  ma non ne è mai del tutto estraneo, infatti ci si muove perfettamente a suo agio (consultare le schede di Philip Marlowe Pers. n. 4, Archie Goodwin Pers. n. 16 e e di Sam Spade Pers. n. 17).






La storia che deve dipanare non è mai semplice, diciamo che è parecchio ingarbugliata. Di solito i personaggi, sia la vittima che il colpevole, si muovono in un contesto niente affatto ordinato, mentono, tramano, complicano ancor di più la situazione. L’incarognito e cinico detective lo sa bene; lo sviluppo dell’indagine ci fa scoprire il suo carattere e le menzogne degli altri. Si vengono a conoscere i tormenti, le contraddizioni e i dubbi dell’investigatore, sono elementi della suspense.
 
 

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