martedì 28 febbraio 2023

Nuovo Dizionoirio (II)

 

Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte II

Anatomia (Di omicidio e di rapimento)

Anatomia di un omicidio è un legal thriller di Otto Preminger  con James Stewart, Lee Remik, Ben Gazzara, Arthur O’Connell 


Una notte in una cittadina, viene violentata una donna che, ancora confusa e impaurita, corre alla roulotte dove abita con il marito. Questi, visto lo stato in cui è ridotta la bella moglie, si fa dire chi è stato e va subito a uccidere il colpevole; quindi torna tranquillamente al campeggio e dice al custode  di chiamare lo sceriffo ad arrestarlo…


Poi c'è il processo: più di metà del film. Un dibattito molto divertente e pieno di tensione emotiva. 

La trama non particolarmente originale è arricchita da una sottile, argutissima ironia di fondo che caratterizza tutti i dialoghi del film, pieni di verve, di amarezza e locati su di un plot-sceneggiatura ineccepibili. Ne risultano personaggi credibili (anche grazie agli attori: cast magnifico) e molto originali che credo abbiamo stimolato gli attori. L’interpretazione dell’avvocato James Stewart è assolutamente eccezionale, senza superare, neppure per un attimo, il perfetto equilibrio recitativo. Notevole anche la prova della ‘dark lady’ Lee Remick, di solito più a suo agio nei ruoli di fidanzata d’America, qui moglie del falsamente scanzonato, ma seriamente geloso Ben Gazzara. Ottima anche la performance di Arthur O'Connell   e superlativa   la colonna sonora in cui il jazz fa la parte del leone, vero commento ancor oggi moderno del grande Duke Ellington, apparentemente ‘a latere’, in realtà parte integrante a pieno titolo della splendida pellicola di Otto Preminger. Un film da vedere e rivedere: per imparare ad apprendere il vero buon cinema.

 

Anatomia di un rapimento è un thriller di Akira Kurosawa con Toshiro Mifune,  Tatsuya Nakadai

 


Il telefono squilla nella villa in collina dell'imprenditore Kingo Gondo,  uomo che si è fatto da sé. Suona  proprio quando lui sta per  compiere il passo più importante della sua vita. Un salto rischioso: ha raccolto un'ingente somma che gli permette di acquisire il controllo dell'importante compagnia di cui già fa parte. Ma arriva la telefonata.   Il telefono occupa gran parte delle locandine: nel film è il centro gravitazionale della tensione e della suspense. Una telefonata ti cambia  (per sempre la)  vita! 

Angoscia

Angoscia (Gaslight) è un film di George Cukor, con Ingrid Bergman, Joseph Cotten, Charles Boyer e Angela Lansbury. È considerato il primo thriller!

 

 

La trama. Un'anziana signora, Mrs. Barlow, viene assassinata a Londra nella sua casa di Pimlico Square, 12, a causa dei suoi gioielli di poco valore. L'omicida, rovista ma non   trova nulla in casa. Non indugia, subito sparisce inghiottito dalla nebbia. Da allora la casa non è più stata abitata, fino a quando, molti anni dopo, i coniugi Mallen vi si stabiliscono. Cominciano allora a verificarsi strani fenomeni: rumori e la luce a gas s’abbassa o langue a tratti ...


Così, insieme a tre mostri sacri, inizia la  carriera de “la Signora in giallo”. 


Ironia del destino, non è il detective e nemmeno l’omicida: solo la governante (forse il maggiordomo o quasi). Le è andata già bene, non lucidava pomi d’ottone o manovrava manici di scopa!

Un film da amare, da rivedere, da centellinare, scena dopo scena, per gustare l’ingenua tragicità dei rapporti tra moglie e marito, oggi davvero poco credibili. Ma allora e soprattutto nell’ambientazione vittoriana, sì. Un bianco e nero  a volte grigio per l’attenuarsi della luce, angosciante e claustrofobico. Ci s’affeziona subito a Joseph Cotten, si fa il tifo per lui: ci salverà dall’angoscia, ne siamo sicuri anche dopo aver visto L’ombra del dubbio. Qui è simpatico e diretto, non ambiguo come nel film di Hitchcock. L’angoscia è la nostra: fin dall’inizio delle pene della giovane moglie sprovveduta e credulona c’importa poco. La Bergman, soprattutto oggi, la vediamo a Casablanca o al ranch Notorious … come credere che a Londra sia tanto tonta. Recita!

L’incubo resta tutto nostro: questa la magia del film. Ci cala nell’atmosfera nebbiosa, in quell’universo chiuso, in quella gabbia e ci angoscia. E’ così che il meccanismo della suspense deve agire. Qui funziona alla perfezione.

 

(Parte II - segue)

 

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