giovedì 2 marzo 2023

Nuovo Dizionoirio (IV)

 

Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio



Parte IV

 

B

Bartlett-Gimenez Alicia

 

 

Il trono di regina del giallo, dopo la morte di Queen Agatha, era vacante da qualche tempo. Iniziò allora una bella gara tra la spagnola Alicia e la francese Fred Vargas per cingersi della corona che era stata della Christie! L'ironia ariosa e sfrontata ("scoglionata" si dice in Toscana) di Petra Delicado a confronto con la seriosa ("pissera")  e pure, anche se implacabile,  cupa abduzione di Jean Baptiste Adamsberg.

 

Ho letto tutti i romanzi che hanno per protagonista Petra. Il culmine è (a mio parere) raggiunto con Il silenzio dei chiostri, poi Alicia ha perso mordente e gigioneggiando con melense situazioni familiari dell'ispettrice Delicado e sue improbabili indagini in Italia è caduta nel manierismo. Peccato erano storie (all'inizio) divertenti e ben calate nel contesto di una Barcellona  dietro le quinte, fuori dalle cartoline insomma! Peccato soprattutto per Fìrmin Garzon, l'aiuto di Petra, uno dei personaggi più centrati della letteratura di genere giallo.

 

Se Alicia non pubblica qualcosa di nuovo la Regina del giallo europeo, ora che il popolo dei lettori ha dimenticato l'affaire Cesare Battisti, sarà Fred Vargas. Sì, perché le nordiche emergenti e le italiane tanto corteggiate dalla Rai sono sul penoso o sul patetico, a volte sfiorano (con mio imbarazzo) persino il ridicolo!

Sarebbe un peccato, dato che Alicia avrebbe una sensibilità più raffinata e una capacità più penetrante di costruire trame psicologiche. Le devono aver nuociuto le presentazioni in Italia dove forse è stata troppo osannata. Ha provato ad abbandonare Petra (Anche Conan Doyle ci provò con Sherlock, ma dovette ripescarlo!), ma le  due sorelle Berta e Marta sono solo due sassolini, altro che pietra!

Ah, dimentichiamo al più presto la fiction italiana con Petra a Genova anziché a Barcellona! A Posteriori: non le ha giovato!

 

Bertuccio (Berto dei Bardi)

 


Bertuccio nasce a Monte Varchi intorno al 1465. Maestro dell’arte minore dei fabbri ha ereditato dal padre una fiorente bottega. Prima di iniziare a esercitare l’arte è stato affidato a don Lorenzo, il priore della locale Collegiata, che gli ha insegnato a leggere, scrivere e far di conto. Il priore gli ha trasmesso la passione per le lettere, soprattutto ad apprezzare Dante: dice di sapere tutto l’Inferno a memoria, ma gli scappano anche rime del Paradiso! Vorrebbe diventare maestro armaiolo e andare a forgiare spade a Toledo. Nel 1495 è costretto a fuggire in esilio a Pietrasanta vestito di un lucco nero.

 


E’ un vero uomo del Rinascimento: allegro, curioso, razionale, aperto e attento agli uomini e alle cose nuove. Rifugge le superstizioni, ama la tecnica e mostra interesse per la scienza e per l’arte.

 


Teme i potenti, ma consapevole d’essere un maestro li affronta con intelligenza e prontezza dialettica, tanto da diventarne spesso amico: Marsilio Ficino è uno di loro! 

Non è un solitario, anzi, ama circondarsi di amici fidati, con cui fa squadra. Ha una sola donna a cui cerca di mantiene fedele, anche se la lontananza può indurre in tentazione. Nonostante i rapporti amichevoli e di stima col priore va a messa solo rare volte. Considera alcuni religiosi anche più temibili dei potenti.

 


Domina l’arte dei metalli, del fuoco e dei meccanismi in genere. E’ sempre pronto ad imparare cose nuove. La tecnologia lo aiuta a sciogliere i misteri, ma è sempre il suo interesse umanistico a completare l’opera: sa dialogare e argomentare con sorprendente maestria. Cogliere presto l’essenza delle situazioni e i motivi che hanno scatenato le passioni delittuose. Prudente, ma non pauroso. Gira con uno sottile e affilatissimo stiletto (che si è forgiato da solo) pronto all’uso e nascosto dentro la manica del giubbetto: una garanzia verso gli umori avversi dei potenti.

Abduttivo nell’azione. Segue tracce, rompe gli schemi, innova i ragionamenti. Tende anche trappole; con quelle supera ogni ostacolo logico: conduce all’evidenza del ragionamento anche coloro che sono restii o ancora immersi nella mentalità medioevale.

 

Biscuter

Restiamo in Spagna. José Plegamans Betriu, piú conosciuto come Biscuter, rinomato criminologo dilettante… ma soprattutto aiutante e cuoco eccelso di Pepe Carvalho.



Non è un sodalizio improbabile, Pepe l’aveva conosciuto in prigione a Lleida, l’uno prigioniero politico, l’altro sfortunato scassinatore di macchine, ma abilissimo cuoco. e a pepe piaceva mangiare bene! il nomignolo Biscuter fa riferimento all’utilitaria tanto in voga in Spagna negli anni cinquanta.

 


 

Relazione di alcune idee, giudizi e opinioni sul mangiare e d’intorni di Pepe  condivise da Biscuter:

a.   Una esternazione eccessiva della gioia del mangiare è direttamente correlata a quello che ho  da dare.

b.   Nessun individuo indifferente al cibo è degno di fiducia.

c.    I buoni piaceri rimangono fissi nella nostra memoria.

d.    Devi bere per ricordare e mangiare per dimenticare.

e.    Non c’è sensazione peggiore del mangiare da solo in una stanza d’albergo.

f.     La solitudine del digiuno è assai peggiore che vagare nel deserto.

g.    Non mi fido di persone che parlano a stomaco vuoto.

(Parte IV - segue)

(Torna indietro alla Parte III)

 

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