Dall'A alla Z
miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir
ovvero il mio Dizionoirio
Parte XXXVII
Q
Quadruppani Serge
Confesso che quando, per caso (non era incontro previsto), ho conosciuto di persona Quadruppani non sapevo chi fosse e cosa facesse quel signore magro e ancora coi capelli lunghi (io li avevo già tagliati da anni!) alla radical chic! Parlava bene l’italiano, ma aveva un forte accento transalpino, eppure me lo avevano presentato senza l'accento sulla "i" finale! A Pistoia poteva succedere!
Feci faccia da poker. Non lo conoscevo, non l'avevo letto, ma soprattutto non sapevo che fosse uno dei più importanti italianisti di Francia. Lasciai parlare lui e il suo presentatore. Capii perché parlasse così bene l'italiano. Quando il conoscente comune, il presentatore, mi disse che stava traducendo Andrea Camilleri mi venne naturale chiedergli: "Come ha fatto con quello pseudo siculo di fantasia?".
Sorrise: "Mi ha aiutato Fred!". Si riferiva a Fred Vargas (Nei boschi eterni), sua conoscente, ma in particolare al personaggio minore dell'ispettore Veyrenc. Ostile e antagonista di Jean Baptiste Adamsberg rima ironico in un dialetto dei Pirenei, regione di cui tutti e due sono nativi... Quadruppani, da bravo linguista pop, col beneplacito della Vargas, se n'era impossessato.
Ma Serge, oltre che traduttore, è anche autore di romanzi storici e pure di gialli tendenti al noir. Purtroppo, io, in quel momento più interessato al francese di Camilleri che a quello di Quadruppani, non sono stato invogliato a leggerli. Mi sono però comprato, qualche mese dopo, in una libreria di Mirepoix (ero alla ricerca di catari e quella è zona adatta) Dans les bois éternels. Mi c'è voluto parecchio, ma dopo un paio di mesi andavo spedito.
Da ricordare, solo questo: ho poi letto, per curiosità (di toscano verace), Saturno. Un giallo ambientato in Toscana alle terme, appunto, di Saturnia. Indaga la commissaria antimafia Simona Tavianello coadiuvata dall'investigatore francese Cédrc Rottheimer. Più italianista di così!
Queen Ellery
Ellery è un giovane giallista nonché investigatore dilettante dalla mente lucida e analitica; laureato all'Università di Harvard e interessato al crimine solo per curiosità (infatti non guadagna nulla dalla sua attività di investigatore).
Suo padre Richard Queen,
di origine irlandese, è ispettore capo della squadra Omicidi della polizia di
New York. Nei romanzi, è proprio Ellery ad aiutare suo padre nelle indagini.
La poltrona n. 30 definì subito il paradigma dei lavori successivi: un crimine insolito, prove spesso contrastanti, la presenza di Richard Queen e del sergente Velie, la messa a disposizione di tutti gli elementi utili a scoprire il colpevole e la conseguente “sfida al lettore” che precede la soluzione del caso: dovuta a anni trascorsi alla Radio!
Se dal padre Richard, irlandese con i piedi per terra, Ellery eredita l'interesse verso il crimine, alla madre scomparsa deve l'intelligenza critica, l'aspetto un po' snob e soprattutto il non dover lavorare per mantenersi. Gli autori si ispirarono alla figura di Philo Vance, ma se l'atteggiamento di Ellery Queen nei primi romanzi era parte essenziale del personaggio (si concedeva anche qualche avventura galante di tanto in tanto), egli lo perse via via, tanto che in seguito la sua presenza nei romanzi sarà giustificata solo dal suo ruolo di risolutore, senza aggiungere altro colore alle vicende.
Nei primi romanzi erano presenti introduzioni firmate da un amico di Ellery, “J.J. McC.”. Secondo queste introduzioni, i fatti narrati nei romanzi risalivano a diversi anni prima ed Ellery e suo padre si erano nel frattempo ritirati e trasferiti in Italia, vicino a Fiesole, dove Ellery si era sposato ed era padre di una bambina. Anche questo aspetto era ripreso dai romanzi di Van Dine, nei quali si affermava che il protagonista Philo Vance era andato a vivere in Italia al termine della sua collaborazione con la polizia di New York.
Questa soluzione narrativa venne gradualmente abbandonata e nelle opere successive ai primi anni trenta si diede per scontato che Ellery continuasse a vivere a New York, in una casa sulla 87ª Strada Ovest, e che suo padre Richard continuasse ad essere a capo della squadra omicidi.
Nel romanzo Colpo di grazia viene detto che Ellery Queen è nato nel 1905. La sua data di nascita dovrebbe collocarsi tra il 22 maggio e il 21 giugno, poiché si afferma che è del segno dei Gemelli.
Ellery Queen arrivò in Italia negli anni trenta, pubblicato nella collana dei Gialli Mondadori, incontrando subito consenso tra gli appassionati del genere.
Ellery Queen è il più famoso degli pseudonimi assunti da Frederick Dannay e Manfred Bennington Lee, scrittori di letteratura poliziesca e inventori del detective omonimo.
Frederick Dannay e Manfred Bennington Lee (nato Manford Lepovski, erano due cugini newyorkesi, figli di ebrei polacchi e cresciuti a Brooklyn, che nel corso della loro carriera letteraria scrissero anche con lo pseudonimo di Barnaby Ross; a partire dagli anni sessanta il nome "Ellery Queen" divenne una sorta di franchise per romanzi apocrifi autorizzati da Dannay e Lee. La produzione di tali apocrifi terminò (ne siamo certi?) tuttavia con la morte di Lee nel 1971, in quanto Dannay, che morì 11 anni più tardi, non era più interessato a portare avanti il nome.
Quinlan (L’infernale)
Da ricordare a chi non sa cosa sia un “piano sequenza”! Tra l’altro usato come incipit!











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